Le macchine giapponesi per la produzione di chip spingono i ricavi di Eurotech
La multinazionale che progetta, sviluppa e fornisce edge computer e soluzioni per l’internet delle cose, chiude il semestre con un fatturato che sfiora i 35 milioni, +30%. Atteso nuovo balzo nei prossimi mesi grazie alla ripresa del business legato alle auto a guida autonoma
AMARO (UDINE). Un dispiegamento di strategie e scelte, dall’orientamento del business al potenziamento del magazzino e fino alle trasformazioni di prodotto per evitare di venire penalizzati dalla indisponibilità di componenti, insieme ad una domanda forte da mercati come Usa e Giappone, stanno alla base della crescita di Eurotech.
La multinazionale con headquarter ad Amaro che progetta, sviluppa e fornisce edge computer e soluzioni per lo Iot, l’Internet delle cose, ha chiuso infatti la prima semestrale con ricavi consolidati per 34,7 milioni di euro, +30% rispetto allo stesso periodo del 2021, e un primo margine consolidato a 14,8 milioni. Il risultato netto di Gruppo segna -4,3 milioni, contro i -5,8 dello scorso anno.
La sofferenza causata dallo shortage di componenti elettronici ha impattato - e non potrebbe essere altrimenti - su Eurotech che sconta ordini non evasi per 4 milioni di euro proprio a causa della irreperibilità di componenti elettronici. «Una parte di questi ritardi - stima l’azienda - sarà recuperabile già in questo trimestre, mentre entro la chiusura dell’esercizio contiamo di arrivare al recupero completo».
Molte risorse ed energie sono state spese nel reperimento di componenti elettronici e nella finalizzazione di azioni correttive, già avviate l’autunno scorso: «l’aumento dei prezzi di vendita è entrato a regime ad aprile - spiegano dal quartier generale di Amaro -, le criticità su componenti particolarmente difficili da trovare sono state risolte con la parziale riprogettazione dei nostri prodotti, in accordo con i clienti». Eurotech ha anche provveduto a implementare il magazzino «oltre i nostri paramatri operativi tradizionali». Nella voce “costi” rientrano quelli operativi una tantum legati ad una massiccia attività di recruiting che ha avuto luogo nei mesi scorsi.
Gli Stati Uniti restano il primo mercato di riferimento con un fatturato che è pari al 45,1% del totale; segue il Giappone con il 34,6%; l’area europea vale il 20,3% dei ricavi. Il Giappone è in vetta per quel che riguarda la maggiore crescita e il settore è quello delle macchine per la produzione di chip. Negli Usa la crescita è anch’essa a doppia cifra sulla spinta del trend del business embedded tradizionale. Dall’Europa Eurotech si attende una variazione positiva a doppia cifra nella seconda parte dell’anno grazie alla ripresa del business dei sistemi di Edge computing ad alte prestazioni per applicazioni nei progetti di ricerca sui veicoli senza pilota.
Eurotech punta a chiudere il 2022 con una crescita dei ricavi a doppia cifra, forte di un portafoglio ordini che vale circa 87 milioni di euro. «Le iniziative per mitigare il problema dello shortage di componenti elettronici che sono state attivate a partire dalla fine dello scorso anno, hanno iniziato a produrre gli effetti desiderati nel secondo trimestre e gli indicatori fanno ritenere che il trend di risalita del primo margine proseguirà anche nella restante parte dell’anno», mesi in cui Eurotech ritiene di beneficiare della ripresa del business sui sistemi Edge AI per la ricerca sui veicoli a guida autonoma.
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