Le nuove antenne ad alta tecnologia sostengono i ricavi di Calzavara
Nel 2024 il giro d’affari è salito a quota 45 milioni di euro, dai 19 milioni del periodo pre-Covid. Il successo grazie a torri, hub sostenibili e multifunzione

Si fa presto a dire antenne. Nell’era del 5G e dell’intelligenza artificiale, e in un futuro che viaggia a piede sospinto verso le smart city, le infrastrutture per la telecomunicazione sono una chiave sempre più strategica. Carburante per le prospettive di Calzavara, l’azienda di Basiliano leader nella progettazione e nella fornitura di ripetitori e impianti per le comunicazioni.
«La chiave del futuro? Integrazione delle tecnologie e sostenibilità. È una strada obbligata e Calzavara l’ha imboccata da tempo». A dirlo è il presidente Marco Calzavara, figlio di Lucio, che fondò l’azienda nel 1966, e padre di Massimo, amministratore delegato ed espressione della terza generazione di una realtà che coniuga la crescita e la vocazione all’innovazione con il suo Dna di impresa familiare.
Quattro sedi in Italia (oltre a Basiliano ci sono anche Padova, Bologna e Roma) e una consolidata presenza in Francia, con Marsiglia come quartier generale, Calzavara sta vivendo anni di forte espansione: 19 milioni di fatturato nel 2019, ha chiuso il 2023 con un volume d’affari di 45 milioni (+136%), traguardo bissato nel 2024.
Le torri come hub tecnologici
Dietro alla crescita, non soltanto il fabbisogno di reti di un mondo sempre più connesso, ma anche una capacità d’innovazione che scommette da tempo sulle potenzialità delle torri. «Le nostre – spiega Calzavara – sono veri e propri hub tecnologici, “contenitori” multifunzione capaci di offrire servizi che vanno dall’illuminazione alla sicurezza, dal controllo dell’inquinamento alla prevenzione di incendi, funzionali a un approccio intelligente alle città.
Notevoli anche le potenzialità nell’ambito della sicurezza: anche grazie a tecnologie di intelligenza artificiale stiamo sviluppando impianti e reti di telesorveglianza che già oggi vengono utilizzate su strade, autodromi come il Monte Coralli di Andrea Dovizioso o impianti di risalita».
Il futuro è adesso, insomma, e non è un caso se in Cina, di smart tower, se ne contano già a centinaia di migliaia. Una diffusione esponenziale, che apre orizzonti solo in parte esplorati e lancia nuove sfide, dallo sfruttamento delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale (è dello scorso anno l’acquisizione di Lightspeed, una startup specializzata nello studio di soluzioni Ai e Iot) all’attenzione alla sostenibilità.
L’impegno per la sostenibilità
Anche in questo campo di strada se n’è fatta, se è vero che Calzavara dispone già di un prototipo di torre con rivestimenti in verde naturale: piante che possono correre su un’intera parete e per altezze fino a 40 metri, «un vero e proprio giardino verticale – spiega il presidente – dotato di un sistema di irrigazione integrato e concepito per ridurre al massimo gli interventi di giardinaggio e manutenzione».
Con una filosofia analoga, Calzavara sta sviluppando in collaborazione con un’azienda francese un palo che sarà interamente ricoperto da vegetali. «Ma quello per la sostenibilità – spiega ancora Calzavara – è un impegno che ci poniamo a 360 gradi: sul fotovoltaico stiamo investendo da tempo e quest’anno arriveremo alla presentazione del quarto bilancio di sostenibilità, nella convinzione che questo sia un obiettivo da perseguire non soltanto per slogan, ma con pratiche ed esempi concreti».
A lanciare un segnale in questa direzione anche il calendario Calzavara 2025 Wild Nature Fvg, presentato lo scorso novembre nella sede di Confindustria Udine e distribuito in 1.200 copie, il cui ricavato è stato devoluto al Centro di recupero fauna selvatica di Terranova (Gorizia). Attraverso le immagini del fotografo naturalista Lorenzo Gottardo, l’opera racconta la grande ricchezza faunistica e ambientale del Friuli Venezia Giulia. Un patrimonio da non immolare sull’altare del futuro.
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