Le superbici del quartetto azzurro a caccia del Mondiale su pista arrivano da Nord Est

Ai Mondiali di Glasgow debutta la Bolide Pinarello 2.0, quella usata da Ganna costa 75 mila euro

Antonio Simeoli
Foto Bettini-Petrussi
Foto Bettini-Petrussi

Un bolide? Sì, del resto è anche il suo nome, quello di una bici griffata Pinarello, l’azienda trevigiana leader nel mondo nella costruzione di biciclette, con cui lo scorso ottobre Filippo Ganna prima ha polverizzato il record dell’ora di ciclismo, correndo 56.792 km e, cinque giorni dopo, scendendo sotto i quattro minuti (3’56”636) frantumando il primato mondiale dell’inseguimento con annesso titolo mondiale.
Ecco, ora la Bolide ha un’evoluzione, proiettata già alle Olimpiadi di Parigi 2024. La superbici è stata testata giovedì 3 agosto dal quartetto dell’inseguimento campione olimpico uscente nella prima giornata dei Mondiali di ciclismo su pista a Glasgow.

Gli uomini missile, davanti Ganna con il nuovo Bolide Pinarello, chiude Milan con l'altra super bici
Gli uomini missile, davanti Ganna con il nuovo Bolide Pinarello, chiude Milan con l'altra super bici

L’Italia non è parsa impeccabile, si è qualificata con il terzo tempo, venerdì affronterà in semifinale la Nuova Zelanda, i danesi col primo tempo sembrano irraggiungibili in un’eventuale finale per l’oro, perché la tecnologia forse non farà vincere le competizioni, ci vogliono sempre gambe e polmoni d’acciaio, ma ha sempre più il suo peso.
Due dei quattro componenti del quartetto, il veneziano Francesco Lamon e il lombardo Simone Consonni, hanno utilizzato la tradizionale Bolide Pista, la bici usata per l’oro olimpico a Tokyo nel 2021, Filippo Ganna e l’altra star, il friulano Jonathan Milan, hanno “cavalcato” invece l’evoluzione del mezzo, cui i commissari dell’Unione ciclistica internazionale mercoledì avevano dato il via con l’omologazione.
Un Bolide che è completamente realizzato a Nord Est con vista Giochi 2024. Di più, anche l’abbigliamento, roba da sartoria 3.0, è made in Veneto grazie al Maglificio Valcismon, alias Sportful, che da anni veste la Nazionale di ciclismo con lo storico marchio Castelli.

Gli uomini missile, davanti Ganna con il nuovo Bolide Pinarello, chiude Milan con l'altra super bici
Gli uomini missile, davanti Ganna con il nuovo Bolide Pinarello, chiude Milan con l'altra super bici

Partiamo dalla bici, nella terra dei grandi pistard britannici (compreso quel Bradley Wiggins che proprio con una Pinarello vinse il Tour e batté il Record dell’ora), Pinarello ha portato un vero e proprio Bolide futuristico.
Il piemontese Filippo Ganna, la star, rispetto alla bici utilizzata in ottobre al velodromo di Grenchen per battere il Record dell’ora, ha fatto debuttare un telaio in titanio, asimmetrico con la scatola del movimento centrale più larga. Il manubrio, come quello precedente, è sempre stampato in 3D, con nuove appendici che dovrebbero portare un guadagno di prestazione del 7-8%.
Cicli Pinarello, proprio a inizio luglio venduta dal fondo L Catterton pare per 200 milioni al magnate sudafricano Ivan Glasenberg, nel 2022 ha visto un valore della produzione consolidato di quasi 84 milioni di euro, in crescita del 24%, con ricavi per 78,5 milioni, un ebitda di 9,4 milioni (più 12%).
Non solo telaio, perché la componentistica della bici è di un’altra azienda veneta, la Miche di San Vendemiano (fatturato di oltre 12 milioni di euro) che al mezzo degli azzurri del quartetto fornisce la guarnitura che ha anche integrato, tanto per restare nell’alta tecnologia, un misuratore di potenza Srm.
Il prezzo della bici? Quella di TopGanna costa 75 mila euro, se davvero qualche appassionato (più che appassionato diremmo maniaco) se la volesse comprare. Il prezzo schizza a causa del titanio con cui è forgiata.
Più “economica” quella di Milan, la maglia ciclamino all’ultimo Giro d’Italia, anche lui olimpionico a Tokyo e argento dietro a Ganna all’ultimo Mondiale su pista di Parigi 2022. Il suo telaio Pinarello è in carbonio, quindi il costo “scende” a 35 mila euro.

Foto Bettini-Petrussi
Foto Bettini-Petrussi

E non è finita, perché le ruote, griffate Campagnolo (l’azienda vicentina leader nella componentistica per bici con Shimano e Sram nel biennio post Covid ha fatto decollare il fatturato del 40%), sono un’evoluzione della lenticolare Ghibly di grande successo. Hanno perni dei mozzi più stretti e consentono di montare pneumatici tubeless da 28 che i pistard azzurri faranno gonfiare a 8 atmosfere. Il prezzo? Settemila euro alla coppia.
E per queste Formula Uno del ciclismo anche l’abbigliamento conta tantissimo. I quattro moschettieri azzurri indossano anche ai Mondiali un body personalizzato della Castelli.

Al Maglificio Valcismon, una delle eccellenze del ciclismo, che ha la sua base nel feltrino (oltre 110 milioni di fatturato, da anni in crescita), hanno studiato a fondo i materiali e proposto un’evoluzione del body FR di Tokyo che garantirebbe un aumento della velocità dello 0,6%. Poi certo, dipende dall’umidità nel velodromo, ovviamente dalle gambe dei corridori, ma la tecnologia aiuta.

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