Le vetrate Seretti conquistano Parigi: «Nella Ville Lumière un terzo del fatturato»

Il gruppo è sbarcato in Francia grazie a una commessa per Generali. Il presidente: «Possiamo contare su un portafoglio ordini di 5 milioni. Nel 2025 poi, complice il Pnrr, torneremo a lavorare per il settore pubblico»

Maura Delle Case
Una ristrutturazione firmata Seretti in una laterale degli Champs Elysées
Una ristrutturazione firmata Seretti in una laterale degli Champs Elysées

Da San Giorgio di Nogaro all’Île-de -France. Parigi è diventata ormai la seconda casa del gruppo friulano Seretti, realtà che affonda le radici indietro nel tempo fino al 1820 e che si è fatta largo nel mercato con la produzione e posa in opera di serramenti e involucri architettonici, oltre a quella di grandi vetrate prodotte dalla Serex Multivitrum di Torviscosa.

Oggi il 30% dei ricavi sono realizzati nella Ville Lumière che ha letteralmente adottato il piccolo gruppo friulano, realtà da 12,2 milioni di fatturato nel 2023 e un Ebitda di 1,7 milioni, che tra i due stabilimenti della Bassa dà lavoro a 58 persone cui se ne aggiungono 2 a libro paga di Seretti France, la sede operativa aperta a Parigi qualche anno fa.

«I conti 2024 sono in fase di definizione – fa sapere il presidente Alviero Seretti, spiegando che in caso di cantieri di durata pluriennale la redazione dei bilanci si fa più complessa – riteniamo comunque di essere in linea con l’anno precedente. Quanto a quello che si è appena aperto, tra Seretti e Serex possiamo contare su un portafoglio di circa 5 milioni».

Ordini che ancora una volta vedono Parigi farla da padrona insieme un committente tu tutti: Generali. È infatti con il Leone di Trieste che Seretti ha iniziato la sua avventura in Francia nel 2017, realizzando vetrate, parapetti in vetro e in acciaio, i pavimenti in vetro e alcuni prodotti ausiliari, per la maxi ristrutturazione di un edificio di proprietà di Generali in boulevard Haussmann. Un lavoro che per Seretti si è rivelato un inestimabile biglietto da visita nella capitale francese. A quel primo ne sono seguiti infatti diversi. La ristrutturazione di un palazzo in rue de Berri, una laterale degli Champs Elisées, un altro intervento per Generali Real Estate in Rue Rèaumur, che oggi, tra gli altri, ospita Adidas, e un altro ancora per l’operatore immobiliare francese Wo2 a Clichy, dove Seretti ha fornito serramenti in alluminio facciate continue in vetro oltre a una facciata ventilata in doghe di laterizio. In queste settimane infine ha preso il via un nuovo cantiere, stavolta a Saint Denis, per le Assicurazioni Generali. Seretti qui fa il bis. «Siamo già intervenuti sul primo dei due edifici che compongono il quartier generale parigino della compagnia, ora mettiamo mano al secondo, dove ristruttureremo la hall d’ingresso. Si tratta di fatto di un’estensione verso il giardino interno che sarà realizzata con ampie vetrate. balaustre e porte girevoli, dando vita a uno spazio battezzato Jardin d’Hiver, un luogo di convivialità dedicato a dipendenti (5 mila quelli che quotidianamente lavorano nei due edifici) e visitatori, con tanto di spazio verde sulla copertura» spiega Seretti. Un lavoro ai blocchi di partenza, del valore di un milione di euro, che rinsalda la posizione del gruppo in Francia.

Nei progetti di Seretti c’è però anche tanta Italia. E c’è, di nuovo, il pubblico. Complici le risorse del Pnrr. E le certificazioni Soa che l’azienda ha rinnovato «e che ci permettono – evidenzia il presidente – di partecipare a gare fino a 12 milioni nel campo delle facciate e fino a 6 in quello dei serramenti. Non sono molte le aziende in Italia ad averle».

Negli anni dei lavori pubblici al massimo ribasso Seretti ha deciso di concentrarsi sui grandi committenti privati, ora però, con i fondi del Pnrr il contesto è cambiato e l’occasione offerta dalle risorse messe in campo è da non perdere. «A regime – conclude l’imprenditore –, riteniamo che il contributo del pubblico ai nostri ricavi possa arrivare al 30%».

 

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