L’economista Sapelli: «I Benetton accettano la sfida della globalizzazione»
L’economista sul parallelo con Del Vecchio ed Essilor «È la via italiana alle fusioni e conferma che non mancano gli imprenditori coraggiosi»
TREVISO. «Questa operazione è la dimostrazione che la globalizzazione non è finita, anzi rinascerà dalle dure esperienze degli ultimi anni più forte di prima». È la convinzione di Giulio Sapelli, economista e saggista, capace di leggere i cambiamenti del presente integrando in modo multisciplinare economia, storia e sociologia.
Professore, dopo mesi di voci, trattative e smentite parziali, l’accordo è stato raggiunto. La famiglia Benetton vende, ma diventa prima azionista di una società più grande. In un certo senso non le ricorda quanto fatto da Leonardo Del Vecchio, al momento della fusione della sua Luxottica con Essilor? I francesi sembravano partire da una posizione di forza, ma l’imprenditore agordino da poco scomparso ha rafforzato la presa sul gruppo.
«Possiamo definirla “la via italiana alle aggregazioni” (sorride, ndr). È la conferma che non mancano imprenditori con visione e coraggio, che accettano la sfida della globalizzazione e riescono a mantenere il bastone del comando anche nel momento in cui si lanciano in operazioni ben più grandi rispetto ai confini tradizionali delle loro attività».
Come la mettiamo con le campane a morto sulla globalizzazione?
«Chi lo ha detto non conosce la storia e non legge l’attualità. Il processo di concentrazione capitalistica prosegue a pieno ritmo e il risultato delle esperienze vissute negli ultimi anni è un rafforzamento della globalizzazione».
Come spiega questo trend?
«Ormai da tempo i soldi non si fanno con l’erogazione del carburante, ma puntando sui servizi accessori. Con questa operazione si uniscono due eccellenze a livello internazionale, ponendo le basi per nuovi investimenti, strada maestra per non fermare l’innovazione».
Quali sono, a suo avviso, i business da sviluppare nell’ambito della ristorazione autostradale e aeroportuale?
«Da mesi assistiamo a una forte ripresa degli spostamenti dopo il brusco calo dovuto alle fasi più acute dell’emergenza pandemica. Questa tendenza è destinata a rafforzarsi e in parallelo cresce la richiesta di prodotti e di servizi di qualità. L’aggregazione nasce a mio avviso proprio per questa ragione: accrescere, di pari passo con le dimensioni, la capacità di alzare sempre più la qualità dell’offerta».
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