Legami, sbarca a Trieste. La catena di cartolerie che punta alla Borsa
L’azienda, nata a Bergamo nel 2003, chiude il bilancio 2021 con un fatturato che si avvicina ai 50 milioni, contro i 30 dell’anno precedente, con più di 10 milioni di prodotti distribuiti per oltre il 60% all’estero, in 26 boutique monomarca, 120 corner e centinaia di punti vendita in 70 Paesi nel mondo.

TRIESTE. «Trieste è la città ideale per ripartire con il nostro piano di aperture di negozi. Una realtà ad alto potenziale, punto di incontro e di frontiera, che si sta confermando come un vivace centro culturale che sposa la mission di Legami: creare prodotti sempre nuovi e originali»: così il bergamasco Alberto Fassi, fondatore di Legami, spiega perché ha scelto Trieste per ripartire dopo il Covid.
Sono decine nel mondo le boutique di Legami, il marchio che ha completamente rinnovato e ridisegnato il business della cartoleria. Dopo Atene, Barcellona, Torino, sabato aprirà la nuova boutique di 70 metri quadrati (con quattro assunzioni), tra Piazza Unità e Piazza della Borsa. Legami (si pronuncia legàmi) vende circa 4mila articoli - agende, calendari, cartoleria, accessori per la casa, giochi vintage, articoli beauty e per il viaggio e molto altro.
L’azienda, nata a Bergamo nel 2003, sta vivendo una crescita esponenziale: nei cinque anni prima del Covid ha tenuto una media annua del +30%. E se anche la pandemia ha causato una contrazione del 13%, già il rimbalzo ha superato il 60%.
Legami chiude così il bilancio 2021 con un fatturato che si avvicina ai 50 milioni, contro i 30 dell’anno precedente, con più di 10 milioni di prodotti distribuiti per oltre il 60% all’estero, in 26 boutique monomarca, 120 corner e centinaia di punti vendita in 70 Paesi nel mondo.
Numeri straordinari che hanno attirato molto interesse e che fanno pensare a una prossima quotazione in Borsa, per accelerare i piani di crescita aziendali. Dietro questo successo c’è Alberto Fassi, il vulcanico Ceo e mente creativa dell’azienda.
Dopo una laurea alla Bocconi e un corso di perfezionamento alla prestigiosa scuola parigina Essec, entra come consulente finanziario nella società di revisione Kpmg. Poi, 19 anni fa, decide di lasciare il proprio lavoro e tornare di nuovo all’università.
«Kpmg è stata per me una grande scuola – racconta Fassi - però sentivo che quella non era la mia strada. Quindi ho deciso di rimettermi in gioco in un campo più vicino alle mie aspirazioni. Mi sono iscritto a un master universitario in creatività alla Cattolica di Milano e, siccome non mi sono mai piaciuti gli zaini, ho rispolverato la mia vecchia cinghia per i libri».
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