L’idrogeno decolla, accelerano fatturato e investimenti di Faber industrie

Il gruppo di Cividale sfiora i 100 milioni di ricavi 2022. Via libera degli azionisti al bilancio. Eletto il nuovo cda
Elena Del Giudice

«Le nostre attività legate all’idrogeno crescono a doppia cifra», mentre il metano, che poco più di dieci anni fa, generava oltre il 90% dei ricavi, oggi si è attesta al 40%. La composizione cambia, ma non la mission di Faber industrie spa, azienda con headquarters a Cividale del Friuli, oltre 400 dipendenti, leader mondiale nella progettazione, produzione e commercializzazione di bombole e sistemi per gas ad alta pressione, ovvero metano, idrogeno, gas tecnici e medicali, aria per subacquea e antincendio.

Faber ha approvato ieri in assemblea, l’ultima presieduta da Giorgio Visentini che dopo 6 anni ha passato il testimone al nuovo presidente Claudio Passelli, il bilancio 2022 che ha chiuso con 99,5 milioni di euro di ricavi per la capogruppo (il fatturato sale a 105 con la controllata Tough Components e le due società commerciali Faber US e Faber Korea), un utile netto di 2,4 milioni, in flessione rispetto ai 3,2 milioni del 2021, un Ebitda di 10,1 milioni e una posizione finanziaria netta negativa per 15,2 milioni.

Giovanni Toffolutti, amministratore delegato di Faber industrie spa
Giovanni Toffolutti, amministratore delegato di Faber industrie spa

«A pesare - spiega l’amministratore delegato Giovanni Toffolutti - l’impennata dei costi delle commodities, che solo in parte abbiamo potuto scaricare sui clienti», e anche lo stoccaggio di materie prime e componenti per evitare i problemi alla produzione generati dalla loro carenza e dagli intoppi nella catena della supply chain. Il patrimonio netto si rafforza a 79,3 milioni, erano 77,9 alla fine dell’esercizio precedente.

Risultati comunque positivi, rimarca l’Ad «sia dal punto di vista economico-finanziario che patrimoniale, tenendo conto delle crisi inflazionistica innescata dalla pandemia Covid-19 ancora nel 2021 e rafforzatasi nel corso dell’anno 2022 con il conflitto in Ucraina. Questo ha contribuito a mantenere alti i costi sia per le materie prime ferrose e plastiche che soprattutto per quelle energetiche».

Faber non rallenta sul fronte investimenti, «del piano quadriennale da 40 milioni già avviato, siamo a quota 20 milioni, e proseguiremo anche quest’anno» conferma Toffolutti, anticipando l’entrata in funzione a inizio 2024 di un nuovo macchinario utile alla messa in produzione delle bombole di ultima generazione destinate proprio all’idrogeno. Il nuovo “carburante” vede Faber industrie impegnata in tre progetti: uno in una filiera regionale, la Valle dell’idrogeno Nord Adriatico, con Confindustria, Regione Fvg, Università e centri di ricerca, e in altri due consorzi europei. Inoltre «Faber sta gareggiando per molte delle stazioni di rifornimento ad idrogeno previste dal bando ministeriale, dopo aver dimostrato una leadership unica in Francia, Germania, Olanda, Corea del Sud e America del Nord».

Ma non abbandona il metano «in cui l’Italia continua a credere, diversamente dalla Ue, sostenendo l’opzione del bio-metano», rimarca l’Ad. «Confidiamo che l’azione del governo italiano, insieme a quella di altri Paesi della Ue, possa modificare il quadro legislativo europeo e riaprire la partita per questo biocarburante, almeno per il trasporto pesante».

Grande attenzione in Faber anche alle risorse umane: oltre 400 i collaboratori a libro paga del gruppo «e cerchiamo nuovi talenti» ancora Toffolutti che indica in una ventina le assunzioni da qui a fine anno.

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