Ligabue torna tutta in famiglia: il Fondo Italiano vende la quota

Dopo 40 anni Ligabue torna totalmente nelle mani della famiglia fondatrice. A darne notizia con due note distinte sono stati sia il gruppo veneziano, leader a livello internazionale nei servizi di catering e forniture per piattaforme, navi da crociera, traghetti e mercantili, nonché armatore e operatore di Travel Trade marittimo, che NB Aurora.

Il veicolo aveva una quota di pertinenza del 13,6 per cento circa, ereditata dall’acquisizione del 44,5 per cento delle quote del fondo di partecipazione dirette di private equity gestito da Fondo Italiano d’Investimento sgr. Alla fine, quindi, la partecipazione in Ligabue da parte di investitori finanziari ammontava al 30,6 per cento ed è quella quota di capitale, per un valore di 9,7 milioni, che ora è tornata nelle mani della famiglia Ligabue, rappresentata da Inti, che è ceo del gruppo dal 2012 e presidente dal 2016.
L’azienda - che ha festeggiato nel 2019 il suo primo secolo di attività, cuore e quartier generale a Venezia ma presenza in 16 Paesi – torna dunque al 100% nelle mani della famiglia veneziana. «È un momento storico per la nostra azienda, estremamente significativo – ha detto Ligabue – una scelta che garantisce strategia di lungo periodo a tutti gli stakeholder del Gruppo. La volontà di mantenere l’azionariato nelle mani della famiglia fondatrice, come unico azionista, conferma la solidità dell’azienda e la visione di prospettiva per il futuro».

Entrato attivamente in azienda nel 2004, Inti Ligabue - chiamato ad assumere il testimone dal nonno Anacleto e del padre Giancarlo – ha vissuto i momenti complessi del cambio generazionale dovendo affrontare anche la crisi strutturale e di mercati attraversata dall’azienda Dalla fine degli anni ‘80 la Ligabue - la più antica società di appalto e provveditoria navale in attività al mondo, cui si deve l’invenzione del contratto di appalto navale e del servizio di catering - aveva visto l’avvicendarsi di diversi Fondi d’investimento al fianco della famiglia, pur sempre rimasta in maggioranza (nel 2016 l’acquisto di nuove azioni aveva portato Inti Ligabue a detenere il 70% dell’impresa).

Dopo due anni di Covid l’azienda, 7 mila collaboratori nel mondo, ha chiuso con un fatturato di oltre 314 milioni con una crescita di 70 milioni di euro della prima riga, il raddoppio dell’Ebitda e il ritorno a rapporti di coefficienti economici prepandemici.
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