Lima Corporate scommette sul Friuli: ampliamento al via

Nel 2021 i ricavi dell’azienda sono tornati ai livelli pre Covid. L’Ad Ferrari: «Ora l’obiettivo è digitalizzare i nostri prodotti»

La sede di Lima Corporate
La sede di Lima Corporate

SAN DANIELE. Lima Corporate taglia il traguardo delle 50mila protesi al ginocchio e si appresta a chiudere il bilancio 2021, dopo la flessione 2020 generata dal rallentamento che la pandemia ha impresso sull’attività chirurgica all’interno degli ospedali, in linea con i ricavi (223 milioni di euro) del 2019.

La società occupa circa 1.000 persone su tre siti produttivi: a New York, Segesta e San Daniele del Friuli. Headquarter, quest’ultimo, che è in procinto di essere ampliato con un investimento da 10 milioni di euro e che garantirà al sito i volumi produttivi necessari allo sviluppo dei prossimi 5 anni. Un periodo che potrebbe verde un cambio di pesi all’interno della società, controllata oggi dal fondo scandinavo Eqt, entrato nel 2015 e pronto – secondo i rumors – a cederla o a quotarla in borsa. Scenari in evoluzione che restano sullo sfondo del quadro che il Ceo di Lima, Luigi Ferrari, traccia della società a valle del 2021.

Luigi Ferrari
Luigi Ferrari

Che anno è stato per Lima Corporate in termini di ricavi e marginalità?

«Non abbiamo ancora chiuso definitivamente il bilancio, possiamo però anticipare che nel 2021 le vendite si sono attestate più o meno allo stesso livello del 2019 e che ci aspettiamo dal 2021 ottimi risultati in termini di marginalità, migliori di quelli registrati negli anni scorsi».

Al di là dei risultati, com’è stato influenzato il vostro business di questi due anni di convivenza con il Covid?

«La pandemia ha portato un cambiamento di approccio nel mondo ortopedico, come in molti altri settori. A causa delle restrizioni, abbiamo scoperto nuovi modi di comunicare e di interagire che hanno ridotto di molto la mobilità e i viaggi. Ci siamo accorti che il “lavoro da remoto”, inteso non solo come smart working ma anche come sostitutivo di riunioni di persona, è efficace tanto quanto quello in presenza».

Operazioni straordinarie?

«Abbiamo “fatto nuovamente la storia” aprendo il primo sito produttivo all’interno dell’Hospital for Special Surgery di Manhattan e ultimato l’acquisizione di TechMah Medical, società con base in Tennessee che ci sta aprendo le porte al mondo digitale».

In che modo?

«Il nostro obiettivo è dare ai chirurghi un’offerta a 360° che includa le protesi ma anche gli applicativi digitali e i servizi. Proprio per questo e a seguito dell’acquisizione di Techmah Medical è nato il nostro Digital Hub localizzato in Tennessee che ci permetterà di integrare “il digitale” in tutto il nostro portfolio prodotti».

A proposito di tappe storiche, avete raggiunto le 50mila protesi al ginocchio impiantate...

«È un risultato che ci dà molta soddisfazione, in particolare perché parliamo di un design tipicamente europeo che ha avuto successo e si è diffuso in tutto il mondo. Da molti anni, soprattutto all’estero, LimaCorporate è riconosciuta per le proprie soluzioni per la spalla. Pensi che nel 2022 il nostro sistema modulare di spalla compie 20 anni dall’immissione sul mercato. Raggiungere le 50 mila protesi di ginocchio ci fa capire che stiamo diventando sempre più un punto di riferimento anche per questa articolazione».

Il 2022 si apre con un cantiere ai blocchi di partenza…

«Sì, effettivamente il nuovo stabilimento di San Daniele è ai blocchi di partenza. In questo momento stiamo lavorando per ottenere le varie approvazioni ed autorizzazioni degli enti proposti e ci aspettiamo di disporre dei nuovi edifici nell’arco del 2023. L’investimento, di circa 10 milioni di euro, consentirà di incrementare i nostri volumi di produzione e creerà anche nuove posizioni lavorative». 

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