Luciano Benetton scrive a fornitori e clienti: «Perdite ridotte, l’azienda è in recupero»
Messaggio agli stakeholder: «Con il Covid nulla sarà come prima». Entro il 2025 il gruppo userà solo cotone ecosostenibile

TREVISO. Un 2019 «di significativi recuperi», con una «notevole diminuzione delle predite rispetto agli esercizi precedenti». Un trend positivo che è stato vanificato, in larga parte, dai primi mesi del 2020, interessati dall’emergenza sanitaria e dalla conseguente «crisi economica di cui è difficile immaginare la portata». Luciano Benetton scrive agli stakeholder, e lo fa - come l’anno scorso - nell’introduzione al bilancio integrato 2019, in cui l’azienda di Ponzano rimarca i passi in avanti fatti sul piano della sostenibilità ambientale e della riduzione degli sprechi, promettendo un percorso sempre più virtuoso da qui al 2025, quando utilizzerà solo cotone sostenibile.
Per Luciano Benetton è l’occasione per fare il punto, tra la preoccupazione per i prossimi mesi e l’incoraggiamento al nuovo amministratore delegato Massimo Renon, che condurrà il gruppo «verso un futuro di nuove sfide ma anche di grandi opportunità, in uno scenario in cui nulla sarà più come prima».
PERDITE ARGINATE
I colori sgargianti di Benetton, stinti dagli ultimi anni di perdite, secondo il numero uno del gruppo di Ponzano avrebbero recuperato, nel 2019, almeno un po’ della loro brillantezza: «L’esercizio concluso il 31 dicembre 2019 ha segnato una tappa importante nel percorso di rilancio di Benetton Group. A livello di indicatori economico-finanziari, l’azienda ha registrato significativi recuperi e prodotto una notevole diminuzione delle perdite rispetto agli esercizi precedenti.
I risultati assumono ancora maggiore rilevanza perché ottenuti in un contesto macroeconomico complesso, senza mai derogare a principi o valori in cui Benetton crede da sempre». Il tutto rimarcato dall’orgoglio per la propria storia, macchiata dalle violente polemiche del post-Morandi: «È dal 1965 che ci poniamo l’obiettivo di non essere “soltanto” un’azienda di moda, ma un moltiplicatore di coscienza sociale, un veicolo di valori e di emozioni. Chi sceglie i nostri marchi non solo indossa Benetton, ma ha Benetton dentro».
L'EMERGENZA
Nel 2019 il colore è tornato protagonista grazie alla direzione artistica di Jean-Charles de Castelbajac. Sono state vetrine apprezzate le sfilate di United Colors alla Fashion Week: la prima in assoluto nel 2019, la seconda quest’anno, il 20 febbraio a Milano: data a suo modo storica, l’ultimo giorno “normale” in Lombardia prima che il mondo si fermasse. «Questo scenario di positività e recupero, nei primi mesi del 2020, è stato impattato da una variabile imprevista: la crisi sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, che si sta traducendo in una crisi economica di cui è difficile immaginare la portata» continua Luciano Benetton.
«Molte cose sono destinate a cambiare. Forse anche il nostro modo di essere e di comportarci come esseri umani. Cercheremo di reagire al meglio: nel corso della sua lunga storia, Benetton Group ha affrontato e superato molte situazioni difficili, approntando le misure necessarie e guardando al futuro. Anche in questo caso procederemo restando fedeli ai nostri valori e vicini ai nostri negozianti-imprenditori, fondamentali per il nostro successo».
IL BILANCIO INTEGRATO
In uno scenario in cui «nulla sarà come prima» alcuni punti fermi, però, resteranno. Oggi l’80% delle fibre nei capi United Colors of Benetton è di origine naturale e dunque ha un impatto inferiore sull’ambiente. Nel corso del 2019, Benetton Group ha raggiunto una percentuale di cotone biologico pari al 54%, rispetto al 23% dell’anno prima. L’importazione delle merci via treno e gomma dalla Cina ha portato a un risparmio di circa il 90% di emissioni di CO2. Il bilancio integrato promette inoltre una serie di iniziative e obiettivi per il futuro, come il lancio nel corso di quest’anno di una piattaforma sulla sostenibilità per Sisley e il passaggio completo al cotone sostenibile in tutte le collezioni di Benetton Group entro il 2025.
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