L’Ucraina attacca la Danieli: sostiene l’esercito russo. Il presidente Benedetti: «Fake news»
Su Twitter l’account ufficiale del ministero della Difesa ucraino invita a boicottare l’azienda friulana leader nella progettazione e costruzione di impianti siderurgici perchè starebbe fornendo attrezzature militari alla Russia per sottomarini nucleari e carri armati. L’azienda replica: «Non produciamo materiale bellico e rispettiamo tutte le norme italiane e della Ue». Danieli in prima linea, invece, in interventi umanitari in Ucraina
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UDINE. Gianpietro Benedetti, presidente del Gruppo Danieli, replica seccamente da Düsseldorf al tweet del ministero della Difesa ucraino con due parole: «fake news».
L’accusa che viene rivolta al colosso italiano della siderurgia è quella di collaborare con «stabilimenti russi fornendo attrezzature per la produzione di sottomarini nucleari e le corazze per i carri armati», una collaborazione che proseguirebbe a 4 mesi dall’inizio della guerra.
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Il tweet governativo ucraino riprende i contenuti di una mail, in circolazione ormai da un paio di mesi, di una agenzia ucraina, Truman, secondo la quale Danieli fornirebbe i propri servizi a numerose compagnie russe. Una di queste è lo «stabilimento metallurgico di Viksun, che produce tubi per il Nord Stream II – si legge nel comunicato stampa diffuso da Truman -. Danieli continua anche a collaborare con la Kamensk-Uralsky Metallurgical Works, che produce parti specifiche per aerei russi. Questa azienda appartiene a un magnate russo Viktor Vekselberg (soggetto a sanzioni)». E l’azienda friulana manterrebbe rapporti d’affari con un altro imprenditore russo, Alexei Mordashov, il proprietario di Severstal.
«Il Gruppo Danieli è tra i maggiori produttori a livello mondiale di macchine e impianti per l’industria metallurgica. La gamma di prodotti del Gruppo comprende macchine, impianti e processi per tutti i cicli produttivi dell’acciaio e dei metalli non ferrosi, dal trattamento dei minerali e del rottame fino ai prodotti finiti piani e lunghi» spiega l’azienda in una nota, chiarendo che «le attività del Gruppo non contemplano in alcuno modo la produzione diretta di materiale bellico e i contratti stipulati non prevedono mai il coinvolgimento nelle scelte di produzione dei clienti».
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Rispetto alle attivià del Gruppo dopo l’esplosione del conflitto. «sono conformi ai provvedimenti adottati dall’Italia e dall’Unione Europea, a seguito dei tragici avvenimenti legati alla Guerra in corso in Ucraina. Misure che sono state applicate senza indugio a persone, entità e società oggetto delle sanzioni».
Non solo, Danieli si è impegnata da subito sul fronte dell’emergenza umanitaria.
Ha immediatamente chiuso il proprio stabilimento in Ucraina e ha organizzato il trasferimento in Italia delle mogli e dei figli dei propri dipendenti in quel Paese, oggi ospiti della Danieli a Buttrio. Sono un centinaio le persone fuggite dal conflitto che hanno trovato accoglienza in Italia.
Danieli avverte che «si tutelerà nelle sedi competenti contro notizie lesive della propria immagine e reputazione».
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