Maeg cambia la skyline di Milano: ecco la nuova futuristica Torre Unipol con serre e giardini verticali

Capolavoro di tecnologia, 125 metri di altezza e con una superficie totale di 35 mila quadrati su 23 piani, in cui c’è il know how dell’azienda trevigiana della famiglia di Alfeo Ortolan

Fabio Poloni
La torre Unipol a Milano
La torre Unipol a Milano

VAZZOLA. La skyline di Milano si è arricchita in questi giorni della cupola in acciaio sulla Torre Unipolsai, un edificio lanciato verso il cielo fino ai 125 metri di altezza e con una superficie totale di 35 mila quadrati su 23 piani. In quel capolavoro di tecnologia c'è il know how della Maeg Costruzioni, società della famiglia di Alfeo Ortolan, player internazionale specialista nelle strutture in acciaio con sede a Vazzola in provincia di Treviso. I lavori, iniziati l’anno scorso, saranno ultimati per dicembre.

Progettata dallo studio Mario Cucinella Architects per essere il quartier generale della compagnia di assicurazioni, la torre è composta da nucleo in calcestruzzo e da struttura portante esterna in carpenteria che sostiene gli alloggiamenti delle vetrate. All’interno ci sarà un grande vuoto nel quale sarà realizzato un giardino verticale che culminerà, in sommità, con una serra. La struttura esterna è in acciaio, lavorato a griglia diagonale senza colonne di sostegno, e ancorata al nucleo centrale. È, questa, la “pelle” dell’edificio, progettata, fornita e messa in opera dalla società di Vazzola.

La complessità dell’opera e, per converso, le specifiche competenze della progettazione e delle maestranze sono emerse fin dall’inizio. Per distribuire il peso della Torre, costruita sopra una linea della metropolitana, è stato necessario adagiarla su una lastra ortotropa, ovvero che presenta proprietà uniche e indipendenti in tre piani di simmetria, di 750 tonnellate di acciaio, di 45 per 14 metri.

Il rivestimento, invece, «è formato da un reticolo di elementi tubolari», spiega il fondatore, Alfeo Ortolan, «ognuno diverso da tutti gli altri, costruiti, verniciati, testati e premontati nei nostri cinque stabilimenti del Nordest e poi saldati sul posto in una forma che ricorda l’intreccio dei rami di un nido e che danno all’opera un aspetto di continuità. Il tutto nella completa assenza di bulloni. Ogni fase dell'opera è stata realizzata dai nostri tecnici ed operai, senza ricorrere a subappalti. La leggerezza dell'aspetto finale è il miracolo di questa specifica lavorazione costituita da oltre cinquemila tonnellate di acciaio».

Una difficoltà di non poco conto è la collocazione della torre. Operare in spazi ristretti, in zona di traffico e in un cantiere dove in contemporanea operano diverse società ha imposto ingresso dei camion e montaggi dei pezzi con un sistema a prenotazione. «Dall’officina in Veneto e in Friuli al cantiere nel centro di Milano», ha detto Alessio Ortolan, uno dei figli del fondatore e amministratore unico pro-tempore che ha seguito la commessa e i lavori della torre, «è stata allestita una rete sincronizzata di operazioni e di spostamenti. Una esperienza impegnativa ed esaltante, riuscita per la condivisione e la competenza professionale delle diverse squadre, da quelle in produzione a quelle del montaggio, impegnate a saldare rombo dopo rombo l’intera rete del nido d’ape».

Maeg realizza, spiega ancora Alessio Ortolan, «opere uniche, e quindi ogni commessa comporta difficoltà differenti e acquisizione di competenze nuove, che ci danno la possibilità di trasferire il know-how per i più importanti progetti internazionali. Stiamo infatti realizzando anche le strutture in acciaio della Kula Tower di Belgrado e delle Y-Tower di Amsterdam.

Quella di Belgrado, 190 metri di elevazione, è la più alta della Serbia e la nostra commessa comprende la realizzazione dei piani nobili, la progettazione e costruzione e montaggio della cupola sotto il cielo di Belgrado. Ad Amsterdam, le strutture metalliche serviranno per la realizzazione di due torri, per il nuovo iconico skyline con vista Amsterdam. All’interno, un hotel e un centro residenziale».

Maeg ha cantieri aperti anche in altri paesi europei, asiatici e africani, impegnati nella costruzione di ponti e di grandi strutture commerciali.

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