Mainetti Hangerloop, l’impianto più tecnologico per il riuso e il riciclo degli appendini
Gli appendini usati rientrano negli stabilimenti dell’azienda vicentina, dove sono selezionati, riclassificati e riconfezionati per essere inviati ai produttori di abbigliamento

Economia circolare per la filiera dell’abbigliamento: in Veneto c’è un impianto dai numeri importanti, che supporta un numero crescente di marchi della moda nel mondo. L’ambito è quello del riuso e del riciclo degli appendini in plastica, per l’utilizzo sostenibile dei polimeri e la riduzione dell’impiego di risorse vergini.
L’azienda in questione è la Mainetti SpA, un nome storico nel comparto portabiti, accessori e packaging per l’abbigliamento. L’azienda madre dell’omonimo gruppo internazionale (fatturato di oltre mezzo miliardo di euro) è la Mainetti Italia, che nel 2022 ha sviluppato ricavi per 120 milioni con le sue quattro business unit: Vicenza con le grucce e i copriabiti in tessuto, Treviso con le shopper in carta, Carpi con le etichette tessute e i cartellini, Taranto con le buste in polietilene.
Mainetti Hangerloop è il programma di riuso degli appendini avviato nel 2018, grazie al quale ogni anno milioni di appendini vengono recuperati alla cassa dei punti vendita nei negozi di abbigliamento in tutto il mondo. Sfruttando il flusso inverso del sistema di distribuzione dei capi, gli appendini usati rientrano negli stabilimenti di Mainetti Group, dove sono selezionati, riclassificati e riconfezionati per essere nuovamente inviati ai produttori di abbigliamento. Un processo che porta i marchi più virtuosi a riutilizzare fino all’80% degli appendini, con una conseguente riduzione dell’impatto sull’ambiente.
Diverse catene di negozi hanno aderito al programma Hangerloop, che sfrutta appositi impianti di selezione automatica in grado di recuperare oltre 12 milioni di pezzi all’anno. Attraverso circuiti virtuosi integrati su scala mondiale ogni gruccia può quindi essere riutilizzata decine di volte, con notevole risparmio di materiale vergine e di energia.
Sono diversi i centri di ricondizionamento di cui dispone Mainetti nel mondo per la gestione del processo di riuso e spedizione del prodotto nell’ambito del programma Hangerloop. Tra questi, quello vicentino di Castelgomberto è il più avanzato tecnologicamente, grazie ai macchinari di ultima generazione recentemente installati. Inoltre, ogni centro di ricondizionamento Hangerloop è dotato di impianti per la gestione del fine ciclo, che permettono di riciclare fino al 100% della materia plastica degli appendini esausti per produrne di nuovi.
Mainetti ha poi l’ambizioso obiettivo di riciclare il 100% del polietilene delle buste trasparenti utilizzate per la protezione dei capi di abbigliamento durante il trasporto, chiamate polybags. Un tipo di imballaggio che l’e-commerce sta rendendo sempre più popolare, per le caratteristiche di economicità, leggerezza e robustezza. Per questo scopo è nato il programma Mainetti Polyloop, che si avvale di un avanzato impianto di riciclo nel Regno Unito, in grado di generare materia prima di qualità ed elevato grado di trasparenza, grazie a un processo di purificazione che elimina dalle buste gli inchiostri, la carta ed eventuali altre impurità.
La filiera tessile-abbigliamento mostra una crescente attenzione nei riguardi dell’impatto ambientale, sia da parte dei consumatori che dei marchi della moda. Il grosso della questione riguarda gli indumenti e i materiali con cui sono realizzati, per i quali molto deve ancora essere fatto in direzione dell’ecodesign necessario per garantire il riciclo e il riutilizzo dei prodotti su larga scala.
Secondo uno studio del Parlamento Europeo, infatti, in Europa si consumano ogni anno quasi 26 kg di prodotti tessili pro capite e se ne smaltiscono circa 11. Ma il 90% degli indumenti usati non entra in circoli virtuosi di economia circolare, perché finisce in inceneritori o in discarica. La strada per un profondo cambiamento nei criteri di progettazione e produzione del tessile-abbigliamento e nelle abitudini di consumo (condivisione, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento, riciclo) è tutta da percorrere, ma le aziende più sensibili hanno già indicato la direzione da intraprendere.
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