Manca manodopera qualificata a Nordest, Sbe-Varvit investe in una fabbrica ad Acerra

Sbe-Varvit, gruppo nato dalla fusione tra la Sbe di Mofalcone, la Varvit di Reggio Emilia e la Osd di Pioltello, tra i leader mondiali nella produzione di giunti meccanici di fissaggio di fondamentale importanza per molti settori industriali, ha ricevuto il via libera alla costruzione di uno stabilimento produttivo nel napoletano. I lavori sono già partiti, e la previsione è di avviare la produzione entro la fine dell’anno.

L’investimento vale 30 milioni di euro ed è funzionale all’ampliamento della capacità produttiva di Sbe-Varvit, che già oggi conta su cinque stabilimenti in Italia (di cui due in Fvg, a Monfalcone e a Tolmezzo) e uno in Serbia, conta un migliaio di addetti e 5.000 clienti distribuiti in più di 70 Paesi.

Sono 63 le assunzioni previste di cui 42 giovani periti industriali campani e 21 ex-dipendenti di Meridbulloni, società di Castellammare di Stabia non più operativa dal 2020, già riassunti da Sbe-Varvit. Per tutti è in corso un intenso percorso di formazione e inserimento presso lo stabilimento centrale di Monfalcone.

«Siamo felici di poterci finalmente insediare in Campania, un territorio dalle grandi potenzialità dove contiamo di espandere nel tempo la nostra presenza, anche grazie all’abbondanza di manodopera qualificata, sempre meno disponibile nei nostri territori di riferimento, in particolare in Friuli Venezia Giulia, ma anche nelle vicine Slovenia e Croazia» è la dicharazione di  Alessandro Vescovini, presidente e Ad di Sbe-Varvit.

Con un fatturato di 308 milioni di euro nel 2021, e una marginalità operativa lorda di circa il 26%, Sbe-Varvit (controllato dal Gruppo Vescovini spa) è uno dei leader mondiali nel mercato dei fasteners, giunti meccanici di fissaggio cruciali per diversi settori industriali (tra cui tutti i principali OEM del settore automobilistico, delle macchine movimento terra, dell’heavy duty e delle macchine industriali).

e.delgiudice@gnn.it