Marcolin in vendita, il fondo Pai sonda i big dell’occhiale

Goldman Sachs è stata incaricata del dossier dalla proprietà. La partita è aperta ma il prezzo chiesto potrebbe essere alto
Roberta Paolini

Il distretto dell’occhialeria di Belluno è area ricca di spunti per le operazioni straordinarie. E ora il dossier caldo è quello di Marcolin. Non è una novità che il fondo PaiPartners, che detiene il 78,5% del capitale, stia studiando la cessione della quota di maggioranza. Ieri il quotidiano Mf affermava che Goldman Sachs, advisor incaricato della vendita del pacchetto di maggioranza, ha inviato il fascicolo ai principali competitor.

A sua volta Reuters, il 2 febbraio, riferiva che i top manager del gruppo di eyewear avevano iniziato a incontrare potenziali pretendenti. Le ipotesi sul tavolo contemplerebbero o una possibile fusione o una vendita della quota. Le indiscrezioni indicano la preferenza di un partner industriale più che un finanziario per finalizzare l’operazione di uscita del private equity.

Di nomi sondati dagli advisor, stando a quello che scrive Mf, ne sono circolati diversi, più o meno tutti i principali attori del distretto bellunese. Vale a dire EssiLux, Kering Eyewear, Thelios, Safilo. Nessuno dei citati ha tuttavia commentato. Anche se una fonte anonima ha detto: «Tutti i competitor strategici lo stanno guardando».

Nella lista uscita sulla stampa, tuttavia, mancano De Rigo e Marchon e sono stati citati più o meno tutti. Questo per spiegare che il dossier è caldo e sicuramente c’è interesse attorno al gruppo guidato da Fabrizio Curci. Anche se le questioni da dirimere sono essenzialmente due.

La prima è il prezzo, ça va sans dire. La cifra circolata vede una valutazione di 1,3 miliardi, non si sa se comprensiva del debito (circa 390 milioni di cui 350 milioni di bond in scadenza nel novembre del 2026).

Un valore un po’ fuori misura, se si considera per esempio che nel mondo del lusso i multipli viaggiano attorno a 16,8 volte il margine operativo lordo (ebitda). Un esempio per tutti: Tiffany, operazione simbolo degli ultimi anni, aveva avuto una valutazione superiore, 17,6 volte. Con la cifra circolata, considerando l’ebitda dell’anno scorso, si tratterebbe di una valorizzazione di Marcolin pari a 20 volte.

Il secondo tema è il modello. Marcolin ha un asset formidabile ed è la licenza perpetua Tom Ford, dopo l’accordo con Estée Lauder dell’anno scorso questo marchio può considerarsi proprietario per il segmento occhiali.

Il gruppo di Longarone ha annunciato in queste settimane anche il rinnovo anticipato con Max&Co fino al 2030, oltre agli accordi con i marchi Zegna, GCDS e Pucci. Mentre di recente ha firmato con Christian Louboutin. Tutti marchi di pregio, ma il vero valore sta nel brand del geniale texano della moda.

Per un puro esercizio di analisi dei possibili pretendenti, si può affermare che EssiLux ovviamente ha le risorse per chiudere un deal di queste dimensioni senza particolari patemi. Potrebbe esserci il dossier sul loro tavolo, su una pila che ne vede molti altri però.

Detto che la direzione che sta prendendo il gruppo di Agordo è chiara: integrazione verticale sempre più spinta, ibridazione con il medicale e la tecnologia (dai Ray Ban Meta ai Nuance Audio, gli occhiali per sentire).

Oltre al fatto che EssiLux ha circa 50 marchi di cui moltissimi di proprietà. Thelios-Lvmh è alle prese con il suo sviluppo, se avesse avuto intenzione di comprare Marcolin perché non farlo prima? Kering Eyewear - che non ha commentato - per il suo modello tutto orientato al lusso potrebbe avere un interesse ma, facendo un puro ragionamento logico, solo per Tom Ford. Anche Safilo potrebbe guardare al dossier. Il gruppo guidato da Angelo Trocchia è un player che potrebbe entrare in campo. A prezzi diversi, probabilmente, e magari con una struttura di accordo differente.

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