Maschio Gaspardo in Ucraina: «Restiamo, è la nostra sfida»

Maschio Gaspardo si prepara a chiudere il proprio bilancio consolidato 2022 con un fatturato in crescita di circa il 20% sul 2021. Una sfida per nulla scontata durante un anno che alle altre difficoltà ha aggiunto l’aggravante, umanitaria ed economica, di una guerra nel cuore dell’Europa tra Ucraina e Russia.
Maschio Gaspardo proprio in Ucraina aveva, ed ha a tutt’oggi, una filiale commerciale e un magazzino per l’assemblaggio delle macchine agricole con cui rifornisce tutto il Paese. Una struttura che occupa 18 dipendenti e che pochi mesi prima del conflitto pensava di rinforzare con un nuovo investimento presentato da Andrea Maschio, presidente di Maschio Holding, proprio nelle settimane precedenti all’invasione russa del paese.
«Sono stati momenti drammatici per tutti», ricorda Mirco Maschio, presidente di Maschio Gaspardo Spa, «avevamo notizie frammentarie, i dipendenti della nostra filiale a Kiev stavano fuggendo dalla capitale sotto assedio e siamo riusciti a garantire a stento la sicurezza stessa del nostro magazzino. Questo mentre cercavamo una sistemazione di fortuna in Italia per le famiglie dei nostri collaboratori in fuga».
Ma l’azienda ha scelto di non mollare ed ha intrapreso una sfida difficile. «Abbiamo deciso di spostare il magazzino, con tutti e 18 i nostri collaboratori, i pezzi di ricambio e le macchine pronte per la consegna oltre 200 chilometri a Ovest di Kiev, nell’Oblast’ di Rivne, vicino ai confini con la Polonia», ricorda Mirco Maschio che ha seguito da vicino, assieme al fratello Andrea, le vicende di quelle drammatiche settimane. «Si è trattato di una scelta di responsabilità sociale ma anche della volontà di difendere un nostro investimento economico e relazionale di lungo periodo.
Abbiamo scelto di farlo garantendo ai nostri clienti i servizi e i prodotti concordati, pure con tutte le difficoltà della guerra». Ma prima si doveva mettere in sicurezza i dipendenti e i prodotti del magazzino di Kiev: una sfida che è diventata un’odissea fatta di posti di blocco, mezzi pesanti difficili da reperire e carburanti razionati, di paura e bombardamenti sulla capitale Kiev.
«È inutile nascondere che sul mercato ucraino abbiamo perso circa il 60% del nostro fatturato nel 2022», aggiunge Maschio, «e tuttavia siamo orgogliosi di essere rimasti sul territorio. Un territorio dove i nostri clienti hanno fatto registrare un’annata record per la produzione di cereali, addirittura con una produzione complessiva di 107 milioni di tonnellate, pure nel pieno di un conflitto crudo e distruttivo».
A livello globale nel frattempo Maschio Gaspardo continua a crescere, sia nel fatturato che nella ricerca. «Contiamo di chiedere il nostro bilancio consolidato di gruppo con un valore della produzione di oltre 460 milioni di euro», conclude l’imprenditore.
«Una crescita intorno al 20% dovuta in parte all’effetto dell’incremento dei listini ma anche alla crescita significativa delle quantità vendute in tutto il mondo. Nel 2023 ci aspettiamo risultati interessanti grazie ad una gamma di prodotti che cresce e si orienta sempre più verso le tecnologie della precision farming e dell’agricoltura 4.0. Grazie a solidi investimenti in Ricerca e Sviluppo possiamo contare su un portafoglio di novità che garantiscono non solo maggiore efficienza ma pure maggiore rispetto per l’ambiente su mercati che si stanno orientando, tutti, a premiare la sostenibilità».
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