Masi Agricola approva i conti e distribuisce dividendi
La Spa chiude il ‘21 a 66,4 milioni di euro di ricavi e un Ebitda più che raddoppiato rispetto all’anno precedente a 12,9 milioni
VERONA. Il 2021 va in archivio con 66,4 milioni di euro di ricavi, +28,4%, un Ebitda più che raddoppiato a 12,9 milioni (erano 5.5 milioni nel ‘20) e una proposta di dividendo di 8 centesimi che l’assemblea di Masi Agricola sarà chiamata ad approvare nel corso dell’assemblea del 29 aprile.
Questi in sintesi alcuni dei dati salienti esaminati dal cda di Masi Agricola spa, società quotata nell’Euronext Growth Milan e tra i leader italiani nella produzione di vini premium, che ha approvato il progetto di bilancio e il bilancio consolidato dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2021.
«Il conto economico del 2021 registra il ritorno della performance numerica al pre-COVID, nonostante diversi mesi in cui l’horeca è stata assoggettata a misure restrittive e nonostante la persistente rarefazione dei viaggi internazionali, che continua a penalizzarci nel canale Duty Free, nell’hotellerie di lusso e nelle metropoli – è il commento di Sandro Boscaini, presidente della spa -. Questi incoraggianti risultati derivano sia dalla forza del brand, che dall’utilizzo coordinato di tutti i canali distributivi e dalla segmentazione di gamma. Uno stimolo a mantenere stabili le nostre linee-guida strategiche, nell’anno della duecentocinquantesima vendemmia della famiglia Boscaini al Vaio dei Masi».
I ricavi consolidati registrano una significativa crescita rispetto all’esercizio precedente, pari complessivamente a oltre il 28%, risultando superiori anche al 2019 per il 2,3% circa. L’ultimo trimestre 2021, in particolare, ha registrato ricavi in incremento del 30% e dell’8% sull’ultimo trimestre rispettivamente del 2020 e del 2019, qualificandosi come il miglior quarto trimestre dalla quotazione all’Euronext Growth Milan, avvenuta nel 2015.
Analizzando il trend dei ricavi a livello geografico si nota il rilevante incremento dell’Italia, che cresce del 51% registrando una quota di oltre il 26% sul totale, una percentuale mai raggiunta dalla quotazione in Borsa a oggi. «Riteniamo che questa espansione del mercato domestico rappresenti un fattore strategico estremamente positivo, in quanto in Italia il Gruppo distribuisce i propri marchi in modo diretto, senza anelli intermedi della catena del valore (es. importatori, distributori etc.): l’Italia pertanto rappresenta anche il “mercato-laboratorio” per antonomasia, l’ambiente in cui è stato possibile implementare in modo molto più incisivo che altrove la strategia distributiva e in cui indubbiamente l’approccio omnichannel adottato negli anni recenti si è scaricato a terra con maggiore efficacia» spiega l’azienda.
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