Mecenatismo d’impresa, Fantoni dona un milione per il recupero di Palazzo Scarpa a Gemona
L’immobile, progettato dall’architetto veneziano Carlo Scarpa, era di proprietà del gruppo Stefanel. E’ stato battuto all’asta per un milione di euro. Ora sarà riqualificato grazie alla donazione degli imprenditori friulani e destinato a nuova sede del Corso di Laurea in Scienze Motorie

GEMONA. E’ un sogno che i gemonesi hanno accarezzato a lungo quello di poter tornare a calpestare gli interni di palazzo Scarpa, immaginato dalla formidabile matita dell’architetto Carlo Scarpa e terminato dal collega Luciano Gemin. Oggi quel desiderio è poco meno che realtà. L’amministrazione comunale ha infatti messo a segno un passo decisivo partecipando all’asta competitiva bandita dal tribunale di Treviso nell’ambito della procedura concorsuale che interessa il gruppo Stefanel, proprietario del palazzo gemonese per il tramite della società immobiliare Codone srl, del quale è risultata aggiudicataria per 1 milione 70mila euro.
Il passaggio di proprietà sarà formalizzato nelle settimane a venire dinnanzi al notaio. Le risorse per sostenere l’acquisto sono state messe a disposizione dalla Regione nelle pieghe dell’assestamento estivo di bilancio per un totale di 1,5 milioni di euro. Risorse importanti alle quali si aggiunge un milione di euro di fondi privati che, senza nulla togliere al determinante intervento pubblico, sono il vero plus di quest’operazione.
Grazie a una convenzione che sarà stipulata a breve, la progettazione dell’intervento di ristrutturazione dell’immobile e la realizzazione dei lavori saranno gestiti da Fantoni spa, l’azienda di Osoppo produttrice di pannelli, che ha messo a disposizione un milione di euro di risorse per onorare la memoria del fondatore, il cavalier Marco Fantoni, recentemente scomparso, che di palazzo Scarpa è stato uno dei fautori.

Sarà intitolato a lui l’edificio, che a valle della ristrutturazione diverrà sede del corso di laurea in Scienze motorie dell’Università di Udine.
L’impalcatura dell’operazione, un mix di pubblico privato che promette di fare scuola, è stata per mesi allo studio del Comune, in particolare del sindaco Roberto Revelant, dell’assessore Andrea Palese e dei fratelli Giovanni e Paolo Fantoni, che si sono avvalsi della decisiva consulenza del commercialista Enzo Cainero. Senza dimenticare l’altrettanto decisivo intervento della Regione, del presidente Massimiliano Fedriga e dell’assessore alle Finanze, la gemonese Barbara Zilli, che commenta: «Questo sodalizio pubblico privato è un metodo che riteniamo vincente ed esportabile. Alla famiglia Fantoni va la nostra riconoscenza».

Tutto è nato durante l’estate, poco dopo la scomparsa del cavaliere a giugno. Revelant incontra i figli di Fantoni e annuncia loro l’intenzione del Comune di intitolare un edificio al padre. Ma quale? Nell’elenco delle disponibilità palazzo Scarpa, non c’è, ma è lì che va subito l’attenzione dei due imprenditori, a quel gioiello architettonico realizzato nel post terremoto per ospitare la Banca popolare di Gemona che da 20 anni giace inutilizzato.
«Dissi a Revelant quanto papà fosse legato a quell’edificio, di cui fu uno degli artefici - ricorda Giovanni Fantoni -. Aveva grande stima per Carlo Scarpa e in qualità di consigliere della banca fece il possibile affinché il Cda lo scegliesse, convinto che avere nel cuore di Gemona l’opera di un grande architetto fosse importante, per il futuro, per i giovani, non tanto e non solo per avere un bell’involucro, ma per la testimonianza che lasciava e per il contributo positivo che avrebbe dato alla ricostruzione post sisma».

Aveva ragione Fantoni. Il palazzo gemonese è l’ultima, grande testimonianza del lavoro di Scarpa, uno dei maestri dell’architettura del ’900, nato a Venezia nel 1906 e morto nel 1978 in Giappone, proprio mentre lavorava al progetto gemonese, terminato da Luciano Gemin, grande amico di Fantoni, oggi 93enne. Sarà suo figlio Mario, già contattato dai due imprenditori, a farsi carico delle opere di ristrutturazione del palazzo, con l’ausilio dei disegni di Scarpa e del padre, quei disegni che vedono nasce il corpo più iconico del palazzo, un grande parallelepipedo sovrastato da imponenti lucernai, che ospitava il salone per il pubblico della banca, e il corpo adiacente, destinato agli uffici.

«Ci siamo attivati subito per definire un programma e abbiamo messo a disposizione una cifra che riteniamo importante, per consentire al Comune di ristrutturare l’immobile» aggiunge Fantoni.
Una ristrutturazione che grazie alla gestione privata potrà bypassare le lungaggini della PA. Ne deriva un programma cadenzato: progetto entro l’anno prossimo - affidato come detto all’architetto Mario Gemin – e a ruota i lavori, da terminare nell’arco di 12 mesi.
Se il fine del cavalier Fantoni era in origine quello di «lasciare una testimonianza alle nuove generazioni» - ha ricordato Paolo Fantoni -, i figli con l’importante donazione al Comune rinsaldano oggi quel desiderio, rendendo omaggio alla figura del padre, cavaliere della Repubblica, imprenditore, uomo di fine cultura.
Parla di un sogno che si avvera il sindaco Revelant esprimendo alla famiglia Fantoni «la più profonda gratitudine, mia, dell’amministrazione e della comunità per questo gesto di grande generosità. Grazie anche al Presidente Fedriga, all’assessore Zilli e al magnifico Rettore di Uniud, Roberto Pinton, che ha condiviso il progetto, volto a rafforzare la presenza dell’Ateneo nella nostra città, una presenza che contribuisce e contribuirà a dare futuro e sviluppo a Gemona».
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