Michele Zorzi, il manager di banca che da una cava dismessa ha creato una tenuta vinicola
La culla delle principali attività imprenditoriali di Zorzi è la Tenuta Le Cave di Tregnago, sulle colline della Val d’Illasi, nei pressi di Verona. La proprietà della cava di marna risaliva a ItalCementi, che dal 1922 e per cinquant’anni estrasse materiali edili per il cementificio

VERONA. La storia di Michele Zorzi è quella di un imprenditore eclettico, ma non solo. Zorzi è infatti prima di tutto un dirigente bancario, responsabile commerciale di Guber Banca.
Smessi questi panni, nel corso della giornata ne indossa almeno altri cinque: vignaiolo, albergatore, ristoratore, gelataio e archeologo industriale. Partiamo dall’ultima definizione.
Perché “archeologo industriale”? Perché la culla delle principali attività imprenditoriali di Zorzi è la Tenuta Le Cave di Tregnago, sulle colline della Val d’Illasi, nei pressi di Verona. Ebbene, la proprietà della cava di marna, che racchiude tenuta e l’azienda agricola, risaliva a ItalCementi, che dal 1922 e per cinquant’anni estrasse materiali edili per il cementificio.

Dopo la chiusura dell’impianto industriale, la cava rimase in stato di abbandono fino agli anni 2000, quando venne promosso un progetto per trasformare l’area in una discarica per rifiuti speciali a cielo aperto. Grazie all’attivismo della comunità locale e alla famiglia Zorzi, oltre che alla concessione dei permessi per il pozzo che oggi si trova nel vigneto, la cava fu salvata da un destino grigio e venne nominata parco archeologico industriale.
Da quel momento iniziarono dieci anni di bonifica dei terreni, di recupero delle strutture industriali e di impianti di vigneti. Dagli impianti dei vigneti alla produzione del vino il passo è breve.

La cava di allora è quindi diventata un vigneto di quindici ettari. Infatti, grazie alla visione di Michele Zorzi, il progetto vitivinicolo “Tasi” si sviluppa in forma embrionale nel 2012, insieme ai soci Mattia Cristofoli e Matteo Fasoli, che apporta la sua esperienza nel mondo del vino. Nel 2017, Tasi assume una forma societaria a sé, nonostante Tenuta Le Cave ne resti la “casa”.
I vini “Tasi” – con un nome che ricorda il dialetto veneto ed al verbo “tacere” – sono per i tre amici il coronamento di un sogno e sono caratterizzati da un uso sempre più marcato di tecniche agricole tese a rispettare integralmente la materia prima, con la produzione di vini biologici Valpolicella doc. Inoltre, là dove c’erano gli alloggi dei lavoratori della cava oggi c’è un resort di 17 stanze ed un ristorante gourmet.
Quella che fu la residenza del proprietario della cava adesso è l’esclusiva Villa Maccalè, dove hanno sede le suites dell’albergo. “I primi mesi del 2022 sono stati complessi per Tenuta Le Cave – racconta Michele Zorzi. Una nuova fase della pandemia unita alla crisi del settore della ristorazione ha reso complesso il proseguire delle attività.

Ma abbiamo tenuto duro e la strada è tracciata. Il principale obiettivo è puntare sull’agricoltura rigenerativa, un protocollo da esportare perché rispetta di più il terreno ed inquina di meno. Inoltre, vogliamo creare sempre più esperienze che valorizzino la ricchezza e la bellezza di questa terra, che siano progettate sulla base dei desideri della clientela.
Per quanto riguarda, infine, l’offerta culinaria il Ristorante Le Cave punterà ancora di più su una cucina concreta e rispettosa degli ingredienti locali, in grado di garantire un’esperienza di gusto eccellente”.
Michele Zorzi, ha quarantuno anni, dopo il liceo scientifico si è laureato all’Università Cattolica di Milano in Economia. Ha maturato esperienze in società di consulenza, per poi entrare nel mondo della finanza lavorando prima in Unicredit, poi in Mediobanca e infine a Guber Banca, dove lavora ancora oggi, nonostante tutti gli altri suoi mestieri, dove è peraltro validamente aiutato dalla moglie Francesca Ambrosini, che dal 2014 è hotel manager di Tenuta Le Cave.
Tenuta Le Cave è un gioiellino in collina, sopra la val d’Illasi, noto soprattutto a turisti stranieri, che apprezzano il lusso e la pace delle camere arredate con pezzi unici di design, scelti secondo un tema caratterizzante, ma anche della piscina esterna con acqua salata e della Spa con grotta di sale.
Dicevamo: bancario, archeologo industriale, vignaiolo, albergatore, ristoratore e gelataio. Si, anche gelataio, perché Zorzi da cinque anni ha avviato il progetto di gelaterie “Carmen” pure in questo caso con un amico, Matteo Padrone.
“Dopo aver aperto due gelaterie Carmen a Bergamo ed una a Milano – dice Zorzi – ora puntiamo ad espandere la rete attraverso il franchising. Il nostro know how è nel processo gestionale e nella scelta di ingredienti top, replicabile ovunque, tanto che potremmo presto sbarcare anche in luoghi lontani, come Israele o l’India”. Da Verona all’India, inseguendo la voglia d’avventura e lo spirito imprenditoriale.
Riproduzione riservata © il Nord Est