Minelli: «Otb è un gruppo del lusso italiano. La nostra quotazione sarà a Milano»
Intervista all’amministratore delegato in occasione della consegna dei diplomi dell’Academy Staff International

Cemento, legno, vetro e un grande albero nella hall. Il luogo che non ti aspetti nella bassa provincia vicentina. Si arriva costeggiando il lato sud dei Colli Berici, percorrendo la statale dove in sequenza appare l’imponente falesia di Lumignano, i laboratori degli scultori della mitica pietra bianca amata da Palladio, vigne e campi di ciliegio. Sugli stand ci sono decine di abiti. Pantaloni, camice da bambino, vestiti da donna, replicati in un fiorire di colori, trench. Sono stati tutti cuciti dagli studenti dell’Academy di Staff International, la piattaforma produttiva del Gruppo Otb di Renzo Rosso. In platea ad assistere alla consegna dei diplomi dei ragazzi e ragazze selezionati in tutta Italia, con differenti percorsi di studi, c’è Ubaldo Minelli, che del gruppo del lusso italiano è l’amministratore delegato e che di Staff International è il timoniere da 25 anni.
Minelli, prima di parlare di Gruppo Otb, forse conviene partire dal futuro in carne e ossa rappresentato dai ragazzi dell’Academy Scuola dei Mestieri di Staff International?
«Siamo molto orgogliosi del nostro percorso formativo. Accogliamo talenti provenienti da vari istituti di moda e da diverse regioni. Siamo alla terza edizione del nostro programma e l'85% dei partecipanti ha trovato impiego nelle aziende del nostro gruppo».
È per voi anche uno strumento di selezione?
«Assolutamente sì. Le stime indicano un fabbisogno di 73 mila lavoratori specializzati nella nostra industria, e non dobbiamo dimenticare che l'Italia produce l'80% del lusso mondiale. È fondamentale non disperdere questo patrimonio. Il nostro programma formativo si concentra proprio su queste figure professionali, come sarti, modellisti e prototipisti, che lavorano dietro le quinte, ma che sono le mani che realizzano la moda».

Siete l’unico conglomerato del lusso in Italia. Come valuta l'attuale situazione nel settore e come sta andando il Gruppo Otb?
«Il 2023 si è chiuso positivamente, con ricavi a 1,9 miliardi, nonostante il rallentamento del secondo semestre. È stato un anno impegnativo, forse il più difficile degli ultimi dieci anni, pandemia inclusa. Ma abbiamo mantenuto il corso e abbiamo seminato per il futuro, risultati che iniziamo già a raccogliere».
Che vantaggi vi sentite di avere rispetto ad altri competitor?
«Abbiamo un grosso vantaggio come gruppo: un unico azionista, il nostro presidente Renzo Rosso, e non abbiamo debiti. Questa indipendenza ci ha permesso di fare scelte coraggiose. L'anno scorso, per esempio, abbiamo assistito al turnaround di Diesel, che ha registrato una crescita superiore al 13%. Per quanto riguarda la distribuzione, a livello di gruppo, abbiamo tagliato circa 400 milioni in vendite, soprattutto in Europa, dove in passato avevamo esteso un po' troppo la nostra rete. Nel 2023, abbiamo registrato una crescita del 33% nei canali diretti e abbiamo ottimizzato la gestione dei nostri negozi. Margiela ha visto una crescita del 23%. Infine già da fine pandemia abbiamo raddoppiato gli investimenti, puntando sul retail fisico. Oggi, i nostri canali diretti rappresentano oltre il 50% dei nostri ricavi».

E a livello di mercati geografici invece?
«Abbiamo deciso di investire significativamente in Asia: il Giappone è il nostro mercato principale, rappresentando circa il 23% del fatturato totale. Abbiamo registrato una crescita del 74% in Asia Pacific, e ora questa regione rappresenta oltre il 40% del nostro fatturato totale. Ecco cosa intendo quando parlo di crescita sostenibile e solida».
Il 2024 sarà un anno faticoso?
«Non sarà meno impegnativo del 2023, ma le stime prevedono ripresa nella seconda parte dell'anno. Siamo fiduciosi».
State valutando nuove acquisizioni?
«È un'attività continua per noi».
Come procedono i piani per la quotazione?
«Stiamo lavorando per essere pronti per l'Ipo, che potremmo collocare tra la seconda parte del 2025 e l'inizio del 2026. Non abbiamo fretta e valuteremo come si muoveranno i mercati».
La quotazione sarà sul mercato italiano o su una piazza internazionale?
«Il presidente Rosso ha espresso chiaramente che, essendo un gruppo italiano, ci quoteremo a Milano. È una questione di coerenza, oltre che di narrativa».
Le tensioni geopolitiche nel Medio Oriente hanno influenzato i vostri mercati in quella regione?
«Non siamo presenti direttamente in quei mercati, operiamo tramite partner. Non sono rilevanti per noi e non abbiamo risentito di effetti diretti. Tuttavia, stiamo esplorando l'idea di stabilire una presenza diretta in alcune piazze promettenti, come Dubai».
Riproduzione riservata © il Nord Est