Monfalcone, la sfida verde di A2A: puntare sull'idrogeno. «Cresciamo in Europa»

TRIESTE «Le aggregazioni regionali non sono più un pilastro della nostra crescita in Italia. La nostra porta resta aperta ma un ciclo si è chiuso. Dopo un anno e mezzo di pandemia le multiutility hano mostrato resilienza ma ora è arrivato il momento di reagire»: l’amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini, da meno di un anno alla guida della società controllata alla pari dai Comuni di Milano e Brescia, presenta alla comunità finanziaria il piano industriale al 2030 che prevede 16 miliardi di euro di investimenti in 10 anni dedicati allo sviluppo dell'economia circolare e per la transizione energetica. Una pesante svolta industriale «green» che guarda all’Europa dopo l’alleanza stretta con la francese Suez e suona come un guanto di sfida nei confronti di Hera che a Nordest ha comprato le utenze gas di Ascopiave e controlla AcegasAps. Una svolta premiata dai mercati con il titolo sugli scudi (+3,43%).
«Quando nel 2021 usciremo dalla pandemia ci aspettiamo una forte accelerazione della crescita in linea con il Green New Deal europeo», sottolinea Mazzoncini. Nel piano sono previsti interventi di potenziamento strategico e industriale con la realizzazione di un nuovo impianto a ciclo combinato metano/idrogeno da 400 milioni che nascerà dalla riconversione della centrale termoelettrica di Monfalcone. L’impianto nella città dei cantieri diventerà un modello industriale strategico in tutto il Nord Italia considerato che l’idrogeno ormai è considerato una risorsa fondamentale per lo sviluppo energetico a emissioni pari a zero: il gas del futuro. Non a caso A2A a siglato proprio a Trieste un’alleanza con Snam per studiare progetti comuni sulla tecnologia dell’idrogeno che sarà probabilmente usata per la “rifondazione verde” della centrale monfalconese.
In Fvg il gruppo presieduto da Marco Patuano, controlla anche due centrali idroelettriche a Somplago e Ampezzo, nella provincia di Udine. Nel piano solo gli investimenti nelle rinnovabili saranno pari a 4,1 miliardi, di cui il 60% nel fotovoltaico e il 40% nell’eolico, ma solo il 12% sarà destinato ad acquisizioni e il resto alla crescita organica. Per entrare nell’era del Green Deal il gruppo prevede 6 mila assunzioni dirette da qui al 2030. Durante la presentazione virtuale al Museo del Novecento a Milano con vista Duomo, il gruppo ha definito un piano di sviluppo nel campo dell’energia verde e delle fonti rinnovabili. Lo smaltimento dei rifiuti, dove A2A è leader, diventa una risorsa per la produzione di energia grazie a termovalorizzatori a basso impatto ambientale. Inoltre il gruppo di Mazzoncini prevede di destinare oltre 4 miliardi di euro in investimenti e acquisizioni sul fronte delle energie rinnovabili (solare, idroelettrico e eolico). Il piano industriale disegna un’espansione industriale su scala internazionale in linea con la strategia green della commissione europea di Ursula von der Leyen.
La Spagna è il «sorvegliato speciale» della crescita all'estero nella termovalorizzazione: «Già oggi - spiega Mazzoncini- la nostra joint venture per lo smaltimento dei rifiuti industriali con Suez è leader in Italia». Addio quindi alla concorrenza domestica fra le multiutility e via libera a una transizione energetica che punta sull’economia circolare: per questo A2a punta ad abbandonare il carbone nel 2022, in anticipo rispetto all'obiettivo nazionale fissato al 2023. Come ha spiegato Mazzoncini la transizione energetica legata alle rinnovabili prevede una riduzione del 30% delle emissioni e la riconversione in energia verde di 4,5 milioni di tonnellate dei rifiuti destinati alle discariche equivalenti e 31 milioni di tonnellate di C02 movimentati dai camion che trasportano le merci su strada. «Abbiamo obiettivi di sostenibilità sfidanti e target economici di crescita molto importanti per il gruppo, che si affaccia al mercato europeo», commentato Mazzoncini, spiegando che «per la prima volta A2A ha una strategia di lungo termine, con 16 miliardi di investimenti dedicati allo sviluppo dell'economia circolare e alla transizione energetica. Queste sono le solide basi che ci consentiranno di realizzare infrastrutture strategiche, innovative ed essenziali per la crescita e il rilancio del Paese, di essere ambi
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