Mundys, la mappa delle tasse: la Francia doppia l’Italia
Salgono a 2,5 miliardi le imposte globali versate nel 2023 dalla holding del gruppo Benetton. Le attività autostradali contribuiscono per circa il 76%, quelle aeroportuali rappresentano il 12%

Autostrade, aeroporti, servizi per la mobilità. Salgono a 2,5 miliardi le tasse versate nel 2023 da Mundys a livello globale. L’Italia si piazza però al secondo posto doppiata dalla Francia, dove la holding infrastrutturale del gruppo Benetton l’anno scorso ha versato 977 milioni contro i 442 milioni pagati nel nostro Paese.
I dati emergono dall’edizione 2024 del Tax Transparency Report, un documento che fornisce una panoramica dettagliata delle politiche e delle pratiche attraverso le quali il gruppo infrastrutturale contribuisce alle giurisdizioni e alle economie in cui è presente.
Francia, Italia, Cile, Brasile, Spagna e Messico, che complessivamente determinano circa il 90% della contribuzione fiscale totale, rappresentano circa l’83% dei ricavi, il 74% dei dipendenti e il 77% delle attività. Il documento costituisce anche una fotografia dettagliata dell’andamento dei settori di business del gruppo presieduto da Giampiero Massolo e guidato da Andrea Mangoni, che in Italia è presente nelle autostrade tramite Abertis (con A4 Holding è concessionario della tratta Brescia-Padova) e negli aeroporti tramite Aeroporti di Roma.
Analizzando la rappresentazione della contribuzione fiscale emerge che le attività autostradali contribuiscono per circa il 76%, quelle aeroportuali e quelle relative ai servizi per la mobilità rappresentano rispettivamente il 12% e il 9%, mentre il rimanente 3% si riferisce alla contribuzione fiscale apportata dalle entità che si occupano di svolgere attività corporate. In termini di composizione della contribuzione fiscale complessiva, rispetto al 2022, si è invece verificato un aumento del peso delle attività aeroportuali e quelle per la mobilità, a scapito di una riduzione del peso delle attività autostradali.
«Il Tax Transparency Report», si legge in una nota, «segue il modello denominato Total Tax Contribution, allo scopo di offrire una visione complessiva sia delle imposte sostenute direttamente da Mundys, sia di quelle raccolte per conto delle amministrazioni fiscali locali e ad esse versate». Nel 2023 il contributo totale di Mundys ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto ai 2,2 miliardi dell’anno precedente. Un trend al rialzo, spiega la nota, dovuto in particolar modo alla ripresa del traffico nel settore aeroportuale e in quello autostradale.
La crescita del 15% del contributo complessivo di Mundys nel 2023 è per l’appunto dovuta a «progressi rilevanti del gruppo in tutti i settori di business, con un incremento significativo per quanto riguarda le attività aeroportuali (+43%), autostradali (+6%), a quelle relative ai servizi per la Mobilità (+95%) e alle attività di corporate (+15%), a seguito della ripresa del traffico post pandemia. Come detto è la Francia il Paese dove Mundys paga la maggior quantità di tasse, grazie anche agli ottimi risultati di Aéroports de la Côte d’Azur e le sue controllate, la cui attività principale è la gestione di tre aeroporti in Francia: l’aeroporto di Nice Côte d’Azur, l’aeroporto di Cannes - Mandelieu e l’aeroporto di Saint-Tropez – La Môle.
Il Gruppo, che nel 2023 ha accolto 14,2 milioni di passeggeri, rappresenta il secondo polo aeroportuale in Francia. Al secondo posto si è piazzata l’Italia mentre sul gradino più basso del podio salgono Cile e Brasile. E proprio in Sud America Mundys ha recentemente rafforzato la sua presenza acquisendo una commessa da 370 milioni di euro per la costruzione di due tunnel a Santiago in Cile, che insieme alla gara da un miliardo di euro per la Ruta 5, vinta ad agosto, fa del gruppo tricolore il leader delle infrastrutture cilene con oltre mille chilometri di autostrade e un quarto della rete nazionale. Il Cile è infatti uno dei pochi Paesi sudamericani con un governo stabile, condizione che ha permesso al gruppo, che fa capo alla Edizione dei Benetton (57% del capitale), di avere rapporti consolidati da oltre 20 anni.
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