La nautica dopo il boom: «Crescita più sostenibile»

L’annuario statistico realizzato dalla Confindustria Nautica e dalla Fondazione Edison segnala una chiusura d’anno con una sostanziale stabilità del fatturato oltre quota 8 miliardi

Luigi Dell'olio

È terminato il boom iniziato nella stagione pre-pandemica, ma il settore della nautica continua a vivere un buon momento sia a livello nazionale, che locale. L’annuario statistico realizzato da Confindustria Nautica e Fondazione Edison segnala che, dopo il massimo storico nel 2023, con i ricavi per 8,33 miliardi di euro), per il settore si prefigura ora una chiusura dell’anno in corso con una sostanziale stabilità del fatturato complessivo.

Soffrono le imprese della piccola nautica, mentre continua a marciare a pieno ritmo il segmento dei superyacht. «Dalla fine dei lockdown pandemici abbiamo vissuto una stagione straordinaria, oltre ogni previsione», racconta Luigi Coretti, ceo della Adria Ship di Grado, attiva nella vendita di imbarcazioni nuove e usate. «È un bene che ora si sia tornati su livelli di crescita più sostenibili nel medio periodo, perché questo evita il formarsi di rischi bolle e consente a tutta la filiera di lavorare al meglio». Di pari passo, aggiunge Coretti, «è sceso il prezzo delle materie prime e questo permette di difendere la marginalità delle imprese attive nel comparto».

Tornando all’indagine di Confindustria Nautica e Fondazione Edison, il preconsuntivo per i superyacht è in crescita rispetto al 2023 per il 75% del campione e stabile per il restante 25%. Quanto al portafoglio ordini, circa due terzi delle aziende indica una limitata riduzione (contenuta fra il -5% e il -10%) e la parte rimanente del campione si divide fra stabilità e crescita entro il +5%.

Relativamente alla produzione cantieristica fino ai 24 mesi, emerge una situazione frastagliata, con una contrazione del fatturato per il 60% del campione, stime di stabilità per il 18% dei rispondenti e di crescita per il 22%. I trend per il 2025 appaiono invece più positivi: se la quota di imprese che ipotizzano una crescita si mantiene al 22%, soltanto un terzo delle aziende prevede una flessione del volume di affari, accrescendo le stime di stabilità al 45% del campione.

Le aziende del comparto dei motori marini registrano una distribuzione paritaria fra crescita (fra +5% e +20%), stabilità e riduzione (fra -5% e -20%) di fatturato rispetto all’anno precedente. Le stime sul 2025 risultano invece confortanti, in ragione dell’effetto anticipatorio dei trend rispetto alla cantieristica: all’interno del campione un terzo dei rispondenti prevede una crescita del volume di affari, due terzi una stabilità rispetto al 2024.

Se poi si guarda al comparto degli accessori e degli equipaggiamenti, si va verso la stabilità nell’anno che sta per concludersi, con il prossimo esercizio atteso in miglioramento, ma ancora prudente nelle stime: quasi due terzi del campione (63%) indica una probabile stabilità, il 23% una riduzione, il 14% un miglioramento rispetto al 2024.

Infine il turismo nautico va a gonfie vele, con il 63% del campione che segnala una crescita del fatturato, il 28% una situazione di stabilità e soltanto il 9% una riduzione rispetto al 2023. Anche le stime sul 2025 appaiono buone: oltre la metà dei rispondenti (55%) prevede un’ulteriore crescita del volume di affari, il 39% un mantenimento dei livelli precedenti e soltanto il 6% una possibile flessione. Lo studio di Confindustria Nautica e Fondazione Edison evidenzia che la nautica tricolore ha una forte propensione ai mercati esteri (90% della produzione), con il nostro Paese che realizza oltre la metà dei superyacht a livello globale. E siamo leader anche nei segmenti delle grandi unità pneumatiche, della componentistica e degli accessori. In crescita anche il numero degli addetti effettivi che sono saliti a 30.690, con una significativa crescita del 7% circa.

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