Nautica da diporto, un impatto sul Pil da oltre 27 miliardi

Un impatto complessivo di circa 27,7 miliardi e 157.000 occupati, in grado di attivare le filiere complementari del turismo e del Made in Italy, con un effetto moltiplicatore economico totale di quasi 2,7 volte e uno occupazionale implicito di 6 volte. Stiamo parlando della nautica da diporto italiana, in continua crescita: dal 2012 al 2022 viaggia tre volte più velocemente rispetto al Pil nazionale. Altagamma-Deloitte ha diffuso “La Nautica da diporto in Italia”, primo studio sull’impatto economico e occupazionale del comparto. L’impatto diretto nella nautica da diporto è pari a 27mila persone, più 70mila l’indiretto, cui si aggiungono altri 60mila di indotto per un totale nazionale di 157mila lavoratori.
A Nord Est sono attive numerose realtà del settore. Nel segmento a target elevato degli yacht di lusso, il Friuli Venezia Giulia è ai primi posti grazie a realtà importanti come l’aquileiese Solaris e i francesi di Montecarlo Yachts (gruppo Beneteau) con sede a Monfalcone. In regione si contano poi le vernici di Jotun di Muggia, le vele Zadro, i generatori silenziosi marini di Volpi Tecno Energia e le soluzioni di risparmio energetico di Energy in Progress di Trieste, le cime di Armare di San Giorgio di Nogaro e le rifiniture in materiali sintetici di Refit Style di Trieste. In Veneto troviamo i cantieri veneziani Venmar, Mancini di Mirano e il Cantiere Navale Vittoria ad Adria, alla ricerca di un investitore per il rilancio. E poi Cantieri Vizianello a Casale sul Sile, Cantiere Nautico Crea alla Giudecca e Cantieri Navali Caorle.
L’Italia è il paese leader globale nella produzione di yacht sopra i 24 metri, considerando tanto la cantieristica quanto il turismo nautico. E il Nord Est è tra i principali attori. Il segmento di alta gamma, rappresentato dai grandi yacht, costituisce il 65% dell'impatto economico complessivo e fornisce un contributo annuale di circa 1,6 milioni di euro per barca (un valore circa 26 volte superiore rispetto all’intero settore della nautica da diporto). Questi numeri si scontrano però con un numero limitato di superyacht con bandiera italiana (6,5% del totale) e questo limita notevolmente i potenziali impatti positivi sull'economia nazionale e sull'occupazione, derivanti dall'effetto moltiplicatore di questo tipo di yacht. «L’analisi mostra non solo la rilevanza dell’industria nautica italiana» dichiara Giovanna Vitelli, vice presidente di Altagamma per il settore Nautico e presidente del Gruppo Azimut|Benetti «ma anche le potenzialità inespresse di un comparto con notevoli margini di crescita».
Una delle principali opportunità di espansione dell’indotto legato al turismo nautico deriva dallo sviluppo delle strutture portuali. L’Italia conta quasi 800 realtà, ma solo il 10% però sono marine, dove si offre una gamma più ampia di servizi rispetto alle altre tipologie di strutture portuali. E queste sono in grado di generare un maggior impatto economico ed occupazionale. Solo il 30% dei posti barca disponibili in Italia si trova in marine attrezzate e adatte a ospitare yacht e superyacht con servizi tecnici e turistici adeguati all’utenza relativa. La distribuzione indica in Veneto 13.609 posti barca (3.755 in marina) in 60 strutture, mentre in Friuli sono 15.562 (5.464 in marina) divisi in 50 strutture. «La nautica da diporto è un settore strategico per l’Italia sia per il contributo economico che per lo spillover su altre filiere del made in Italy» conclude Tommaso Nastasi, senior partner di Deloitte Italy.—
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