Nozze del vino, da Valpantena e Custoza nascono Cantine di Verona

VERONA. E’ in arrivo un importante progetto di fusione tra cantine sociali veronesi, che porterebbe alla creazione della “Cantine di Verona” Società cooperativa agricola, che a sua volta diventerebbe la terza realtà della provincia di Verona per fatturato e volumi, dopo Cantina di Soave e Collis e prima di molti privati dai marchi altisonanti.
Si tratta della fusione per incorporazione tra “Cantina Valpantena Verona” e “Cantina di Custoza”, il cui piano è già stato approvato da entrambi i consigli di amministrazione e depositato in Camera di Commercio.
Ma c’è ancora un piccolo margine di incertezza, legato al fatto che tra oggi e domani (le votazioni si chiuderanno alle 19 del 9 dicembre) si esprimeranno con un voto sul progetto di fusione i 200 soci della Cantina di Custoza. Servirà, per approvarlo, una maggioranza qualificata di due terzi dei votanti e l’esito positivo – per quanto sostenuto dal Presidente Giovanni Fagiuoli – non è scontato. Qualcuno potrebbe ritenere che ne verrebbe ridimensionata l’autonomia della Cantina.
Ma, in un’epoca segnata dalla globalizzazione e dalla pandemia, le aziende medio piccole sono destinate a soffrire o a scomparire. Da qui la necessità di una aggregazione che porterebbe con sé maggiori capacità in termini di strutture manageriali, investimenti, tecnologia e forza commerciale, in grado di porsi in una posizione di vantaggio sui mercati esteri.
Gli esisti del voto da parte della Cantina di Custoza saranno resi noti sabato 12 dicembre, mentre la Cantina Valpantena chiamerà al voto i suoi 400 viticoltori la settimana successiva e le urne virtuali (le assemblee non sono in presenza a causa del Covid-19) si chiuderanno entro sabato 19. Ma in quest’ultimo caso l’esito positivo è praticamente certo.
Insomma, prima di Natale potrebbe ufficialmente nascere “Cantine di Verona SCA”, una realtà da cento dipendenti, 300mila quintali di uve, 65 milioni di fatturato e 30 di patrimonio netto, competitiva sia sui vini rossi che sui bianchi, visto che Valpantena ha i suoi punti di forza in Amarone, Ripasso e Valpolicella, mentre Custoza vende soprattutto l’omonimo vino bianco, ma anche Bardolino e Pinot grigio.
“Ne verrebbe fuori una società forte – spiega il presidente di Cantina Valpantena Luigi Turco – e perfettamente integrata, visto che noi vendiamo al 70% vino nero e Custoza con la stessa percentuale vino bianco. Il mercato è sempre più difficile e competitivo, anche a causa della superproduzione in un periodo in cui la domanda è diminuita. La dimensioni sono sempre più importanti e quindi – sottolinea – il futuro si costruisce insieme”.
La sua Cantina è basata a Verona in frazione Quinto, quindi in quella Valpantena che in greco significa “Valle degli Dei”, e qui rimarrebbe la sede principale di “Cantine di Verona”, mentre quella secondaria sarebbe a Sommacampagna. Turco, insieme al direttore generale Luca Degani, un anno fa ha già realizzato la fusione per incorporazione della mantovana Cantina Colli Morenici.
Il futuro da costruire vedrà spingere l’acceleratore ancora di più sulle vendite all’estero, dove Cantina Valpantena, soggetto incorporante, già oggi esporta i due terzi del suo vino. Soprattutto Amarone, per circa 10 milioni di euro, ma anche gli altri classici della Valpolicella. Soprattutto in Nord Europa: Danimarca, Scandinavia, Inghilterra, Germania…
In rampa di lancio c’è il nuovo “Brolo dei Giusti”, un Valpolicella Superiore che ha appena ottenuto i tre bicchieri del Gambero Rosso. “Una testimonianza evidente del livello qualitativo che abbiamo raggiunto – conclude Turco. Se a questo aggiungeremo anche la giusta aggregazione il mercato nazionale del vino avrà un nuovo punto di riferimento”.
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