Nuova vita ai mozziconi di sigaretta: trasformati in polimero da Re-Cig diventano penne, ombrelli e cover per cellulari

L’impresa, con sede a Rovereto, nel 2021 ha raccolto e riciclato 2 milioni di mozziconi. La raccolta delle “cicche” avviene grazie a 500 Smokers Point, maxi posacenere installati lungo tutto lo Stivale, da Trento a Ragusa

Marika Caumo

PERGINE. Dal luglio 2019 i “mozziconi” di sigaretta sono stati riconosciuti come un vero e proprio rifiuto. Sempre nel 2019 Marco Fimognari e Nicola Bonetti hanno fondato Re-cig Srl, startup unica nel suo genere in Italia, con sede a Rovereto, che gestisce il servizio di stoccaggio, raccolta e riciclo delle sigarette. Dando così una seconda vita ai mozziconi i quali, trasformati in polimero plastico, vengono utilizzati in diversi settori per produrre svariati oggetti: dalle cover per i cellulari ai manici degli ombrelli, dalle montature degli occhiali alle penne, fino al filo per la stampa 3D. Una realtà nata da due fumatori con l’obiettivo di “riscattare” le 13 mila tonnellate di mozziconi che ogni anno finiscono nei posaceneri italiani o, ancora peggio, sui marciapiedi.

Il 2021 è stato il primo anno di attività per la piccola azienda trentina: 2 milioni i mozziconi di sigaretta raccolti e riciclati. Un numero destinato a crescere. Come si svolge l’attività? Re-Cig ha brevettato un innovativo sistema per intercettare e lavorare le “cicche”. L’azienda fornisce a centri commerciali, imprese e Comuni che ne fanno richiesta, degli “Smokers Point”, ovvero dei grandi posacenere dove gettare i mozziconi. Sono oltre 500 quelli installati in tutta Italia, da Trento a Ragusa.

Marco Fimognari e Nicola Bonetti
Marco Fimognari e Nicola Bonetti

«Contestualmente forniamo delle unità di stoccaggio capaci di contenere oltre 100 mila mozziconi, dove gli smokers point andranno svuotati una volta pieni. Poi, con cadenza regolare, ritiriamo questi maxi-contenitori e li portiamo nel nostro capannone a Pergine» spiega Fimognari.

Ad esclusione del settore alimentare, gli impieghi di questo polimero plastico sono molteplici: i più comuni sono l’occhialeria, la stampa 3D, la produzione di manici per gli ombrelli. Si tratta di prodotti di piccole dimensioni e ad alto valore aggiunto; dai 2 milioni di mozziconi di sigaretta raccolti nel 2021 si sono infatti ricavati appena 600 chilogrammi di plastica.

Dopo un 2020 in cui l’azienda ha posto le basi, fatturando 6mila euro e chiudendo con una perdita di 40mila euro, nel 2021 - suo primo anno di attività - ha chiuso con un volume d’affari di 200mila euro.

Oltre ai due soci, conta su tre collaboratori commerciali e due dipendenti, di cui uno appena assunto per far fronte agli interessamenti che arrivano dall’estero, in particolare da Polonia, Germania e Spagna. Ma non si molla la presa sul nostro paese: «In Italia – conclude Fimognari – vengono gettate ogni anno 13 mila tonnellate di mozziconi. Noi riusciamo a recuperarne solo lo 0,005%, il lavoro da fare è ancora tanto. Per questo motivo, mi piacerebbe riuscire a coinvolgere nel nostro progetto di riciclo, quante più amministrazioni locali possibili».

Recuperando dunque una frazione di rifiuto che, seppur esigua, non è al momento né riciclato, né raccolto in maniera differenziata, ma smaltito in discarica o abbandonato a terra.

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