Nuovo master plan del Marco Polo, a Venezia parte il dibattito pubblico

Il coordinatore Andrea Pillon: «Incontri aperti a tutti e con le categorie per dare voce ai cittadini»
Francesco Furlan

Venerdì 5 maggio all’hotel Laguna Palace - e non più all’M9 - prenderà il via dibattito pubblico sul master plan 2023- 2037 di Save per l’aeroporto Marco Polo. Il coordinatore sarà Andrea Pillon della società Avventura urbana di Torino che ha già gestito dibattiti pubblici come quelli per lo costruzione dello stadio San Siro di Milano, la gronda di Genova o la circonvallazione ferroviaria di Trento.

Pillon, che cos’è e come nasce il Dibattito pubblico?

«Il Dibattito pubblico è stato introdotto in Italia con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri nel 2018. È un percorso mutuato dalla Francia, dove esiste da quasi trent’anni, introdotto come modello di partecipazione dopo le violente proteste scoppiate per la realizzazione di un tracciato ferroviaria contestato dalla popolazione. Anche in Italia la sua introduzione è stata accelerata dalle proteste contro l’Alta velocità in Val di Susa. Il dibattito sul master plan dell’aeroporto sarà il primo del Veneto e, considerando che per lo scalo di Firenze c’erano caratteristiche molto specifiche, il primo in Italia per un master plan aeroportuale».

Qual è lo scopo di un dibattito pubblico?

«Nasce per anticipare i conflitti cercando di risolverli, anche se non è detto che ci riesca. L’obiettivo è coinvolgere il territorio in una fase in cui il progetto, in questo caso il master plan dell’aeroporto, non è ancora definito. Il percorso durerà 45 giorni al termine dei quali dovrò preparare una relazione che contenga tutte le questioni sollevate dai residenti e dai portatori di interessi, come le categorie, gli ordini professionali, i rappresentanti dei lavoratori o le associazioni ambientaliste. Dopodiché Save avrà un mese di tempo per rispondere con l’obbligo di prendere in considerazione le richieste di modifiche: potrà accettarle o rifiutarle, sempre motivando le sue scelte».

Come si individua il coordinatore del dibattito, in questo caso lei?

«La società per la quale lavoro, Avventura urbana, ha partecipato e vinto un bando indetto di Save».

Ci può spiegare, nella pratica, come funziona il dibattito pubblico?

«Ci saranno quattro incontri aperti a tutti e altri più tecnici con le categorie. Il primo incontro pubblico sarà venerdì, per partecipare è necessario iscriversi nel sito dedicato: dpaeroportovenezia.it. Nella prima parte del confronto i tecnici di Save illustreranno il progetto, concentrandosi sulle ragioni della proposta e sui flussi di traffico. Dopo la presentazione, che durerà circa 50 minuti, i partecipanti saranno divisi in gruppi composti da 10-15 persone, che prepareranno le domande o le osservazioni da presentare al termine di questa fase, che durerà circa 40 minuti. Per ogni incontro dovrò stilare una resoconto con le domande e le risposte».

E se qualcuno non potesse partecipare in presenza all’incontro?

«È possibile partecipare online. L’incontro viene trasmesso in streaming e per chi partecipa da remoto ci saranno gruppi di lavoro in stanze virtuali. Inoltre è sempre possibile presentare le proprie osservazioni accedendo alla pagina internet del dibattito pubblico e compilando la sezione “Quaderni degli attori”.

Il dibattito pubblico è aperto anche alle istituzioni locali?

«È aperto a tutti, quindi anche alle istituzioni locali. Nel caso del master plan dell’aeroporto, sviluppandosi totalmente all’interno del Comune di Venezia, è già previsto un incontro di presentazione in Consiglio comunale».

È previsto uno specifico incontro anche per Tessera?

«Sarà il primo giugno, stiamo individuando una sede. È giusto che chi è più direttamente colpito al masterl plan possa dire la sua. Chi abita a ridosso dell’aeroporto ha problemi che chi sta da un’altra parte della città non ha. A Tessera parleremo soprattutto di questioni ambientali».

Lei è stato coordinatore per lo stadio di San Siro e la circonvallazione ferroviaria di Trento. Nella sua esperienza chi partecipa crede in questo percorso di partecipazione o c’è scetticismo?

«Ci sono diverti atteggiamenti. C’è chi è molto scettico ritenendo che ormai sia tutto già deciso, chi ha la sensazione di partecipare a un rito, e chi capisce il valore del confronto. È importante anche per i tecnici della parte proponente perché così possono capire meglio le priorità o le criticità sollevate dal territorio. In altri dibattiti sono stati risolti problemi sollevati dalle persone di cui i tecnici non avevano consapevolezza. Il mio orgoglio è che, al termine dei dibattiti, mi è sempre stato riconosciuto, nella relazione finale, di aver dato voce a tutti riportando correttamente le questioni sollevate». —

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