Oleodotto Siot, traffici in ripresa. Obiettivo 40 milioni di tonnellate di greggio
Nessuna conseguenza dal blocco di Suez. A Trieste petrolio da Kazakistan, Libia e Azerbaigian. Nei primi cinque mesi un incremento dei transiti del 13,2%. Gli investimenti per potenziare i terminal

L’Oleodotto Transalpino della Siot (gruppo Tal), che corre dal porto di Trieste alle raffinerie del Centro Europa, festeggia i 60 anni di vita con la previsione di raggiungere i 40 milioni di tonnellate di greggio trasportato a fine anno. Siamo distanti dal record del 2017 con 42 milioni di tonnellate ma comunque è un risultato raggiunto in un clima mondiale complesso fra guerre alle porte di Europa e crisi di Suez. Va poi considerato che nel 2022 c’è stato l’incidente di una raffineria in Austria che ha bloccato le consegne per quattro mesi.
Sul fronte geopolitico nessuna conseguenza dalle sanzioni al greggio russo che «non è mai stato importante per l’oleodotto triestino», come ha precisato Alessio Lilli, presidente di Siot e general manager del gruppo Tal. A Trieste «arriva soprattutto petrolio dal Kazakistan, Libia e e Azerbaigian». Nei primi cinque mesi del 2024 c’è stato un incremento dei transiti del 13,2%.
La Siot fu fondata il 9 dicembre 1964 e la realizzazione dell’Oleodotto è terminata nel giugno del 1967: in tutta la sua storia fino a oggi ha sbarcato 1,7 miliardi di tonnellate di greggio. Costato all’epoca 192 milioni di dollari l’opera fu considerata uno dei maggiori investimenti privati dell’epoca. Il 13 aprile 1967, la prima petroliera, Daphnella attraccò nel porto di Trieste e il 3 ottobre dello stesso anno il primo quantitativo di petrolio giunse a Ingolstadt in Baviera. Pochi giorni fa è approdata a Trieste Gemini Sun la petroliera numero 22.000.
Trieste è sempre più strategica nel rifornire di energia le economie del Centro Europa nonostante la complessa situazione geopolitica e in mezzo ai nuovi conflitti. I conti 2023 dell’Oleodotto approvati dal cda chiudono con un utile di 3 milioni di euro con 36,7 milioni di tonnellate di greggio sbarcato nel 2023 dalle 395 petroliere che hanno attraccato al Terminale Marino.
Nel 2023 lo scenario internazionale è stato nuovamente scosso dal conflitto armato tra lo stato di Israele e Hamas, che ha portato con sé attacchi da parte dei ribelli Houti contro navi mercantili nei pressi del canale di Suez: «Questo ha comportato che parte del traffico marittimo sia stato deviato sulla rotta che circumnaviga l’Africa, ma l’arrivo delle petroliere verso il terminale marino della società ne ha risentito solo marginalmente», ha chiarito Lilli. Sul fronte dei consumi petroliferi l’Europa è in ripresa nonostante la frenata tedesca: «I consumi petroliferi nei Paesi serviti dall'Oleodotto Transalpino nel 2023 sono risultati sostanzialmente stabili ma i primi cinque mesi del 2024 hanno evidenziato un incremento del 13,2% rispetto allo stesso periodo del 2023 riguardo ai quantitativi di greggio trasportati», ha detto Lilli. Un ritmo che consentirà di centrare gli obiettivi di traffico preventivati.
Ma soprattutto c’è una fase importante di ammodernamento del terminal, come emerso dai conti presentati da Lilli nella sede di Confindustria Alto Adriatico a Trieste. Siot, che gestisce la parte italiana degli oltre 750 chilometri dell'infrastruttura energetica che da Trieste attraversa il Fvg e l'Austria fino in Austria, Germania e Cechia, sta investendo oltre 40 milioni nell’ammodernamento dei terminal (23 solo quest’anno). Si prevede che entro il prossimo anno saranno completati i lavori fissati dall’accordo da 44,4 milioni firmato da Siot con Fincantieri, «una eccellenza del territorio», per il rifacimento degli ormeggi del terminal petrolifero. Il potenziamento dell’infrastruttura, da realizzarsi entro il 2025, prevede l’ammodernamento dei moli 1 e 2, ciascuno dotato di due ormeggi per le petroliere che riforniscono di greggio le raffinerie dell’Europa centrale, soddisfando il fabbisogno di Austria (90%), Germania meridionale (90%) e Repubblica Ceca (50%).
L’operazione, ha spiegato il presidente di Siot, garantirà «la sicurezza delle nostre attività per i prossimi decenni», rendendo la base di Trieste capace di scaricare anche i nuovi tipi di combustibile. Sarà il terminal del futuro, «il più importante hub del Mediterraneo per il trasporto marittimo di greggio, in linea con gli standard di sicurezza più elevati». I lavori, è stato spiegato, garantiranno la sicurezza delle attivita ̀per i prossimi decenni e «si adatteranno a una continua evoluzione del mercato con nuovi sistemi di pompaggio per aumentare la capacità di portata della pipeline». Intanto si amplia il raggio d’azione dell’oleodotto nel centro Europa. Il gruppo Tal garantisce infatti l'indipendenza della Repubblica Ceca dal petrolio russo grazie a un aumento della portata annuale dell'Oleodotto di 4 milioni di tonnellate di greggio.
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