Pal Zileri è crisi, la Forall chiude la produzione: a casa 250 lavoratori

VICENZA. Il Covid fa un'altra vittima eccellente, il gruppo Forall proprietario dello storico marchio Pal Zileri ha comunicato l'intenzione di chiudere la sua divisione produttiva, un intervento necessario per salvaguardare almeno la continuità del marchio e non mettere a rischio tutti i 400 posti di lavoro. Ad essere interessati dalla pricedura saranno i circa 250 lavoratori dello stabilimento di Quinto in provincia di Vicenza.
"Oggi 9 dicembre si apre una grave crisi economica e sociale in provincia di Vicenza. La direzione aziendale di Forall, proprietaria dello storico marchio Pal Zileri che attualmente occupa più di 400 persone ha comunicato la volontà di procedere con la chiusura dell’attività produttiva. Scelta grave che le Organizzazioni sindacali non possono condividere dato che non sono state vagliate altre soluzioni possibili per a salvaguardia dell’occupazione. Abbiamo quindi comunicato alle lavoratrici ed ai lavoratori che hanno appreso con sgomento questa notizia, convocandoli da subito in assemblea straordinaria e successivamente proclamando lo stato di agitazione con uno sciopero immediato". Ha scritto nella sua nota la Cgil.
La Forall Confezioni SpA, dal canto suo ha spiegato in una nota che "con estremo rammarico" du aver informato i rappresentanti delle principali sigle sindacali e le RSU interne che "la situazione di difficoltà in cui versa l’azienda purtroppo richiede interventi urgenti e non più differibili".
"La pandemia Covid-19, infatti, ha aggravato pesantemente la peggior crisi che abbia mai colpito il settore dell’abbigliamento formale maschile di alta gamma. Una crisi che perdura da anni e che ha già costretto a misure drastiche alcune delle più importanti aziende del comparto. Di fronte a una domanda che, secondo le stime, potrebbe ridursi globalmente di un ulteriore 45%, nello stabilimento di Quinto Vicentino si registra ormai un eccesso di capacità produttiva di quasi due terzi e anche la struttura amministrativa non è più sostenibile sotto il profilo dimensionale" si legge nella nota stampa.
A livello finanziario, la drastica riduzione delle vendite e, quindi, degli incassi, ha causato una notevole sofferenza per Forall, acuita dalla difficoltà sempre crescente di reperire finanziamenti dal ceto bancario.
Il supporto dell’azionista, ininterrotto sin dal 2014 e pari a decine di milioni di euro ogni anno per sostenere liquidità e investimenti dell’azienda, non è più sufficiente a garantire la continuità dell’attività produttiva.
Dopo "aver vagliato tutte le possibili alternative con il supporto di primari advisor" dice ancora l'azienda "l’unica soluzione possibile per assicurare un adeguato periodo di tutela ai lavoratori e, nel contempo, garantire un futuro a una parte dell’azienda, è l’adozione della cosiddetta procedura di “cessazione attività” per il ramo produttivo".
Si tratta di una procedura già utilizzata da importanti aziende e che permetterebbe di ottenere fino a dodici mesi di cassa integrazione straordinaria per i dipendenti di Forall, oltre al loro inserimento in programmi di politiche attive regionali finalizzati alla ricollocazione in nuove occupazioni.
Inoltre, mentre il ramo produttivo di Forall, purtroppo, sarebbe coinvolto nella procedura, lo storico brand Pal Zileri potrebbe conoscere un nuovo futuro permettendo il mantenimento di alcune decine di posti di lavoro in ruoli non inerenti la produzione.
I mesi di sostegno ai lavoratori che la procedura potrebbe garantire permetterebbero anche a Forall di proseguire nella ricerca di un partner industriale interessato ad acquisire lo stabilimento di Quinto Vicentino, detentore di un know how unico. I contatti già avviati con importanti brand nazionali e internazionali richiedono ulteriore tempo per concretizzarsi. Tempo che, senza l’adozione della procedura, non sarebbe possibile avere.
Pertanto, nel rispetto dei rispettivi ruoli,"Forall auspica che le rappresentanze sindacali comprendano questa scelta, essendo a conoscenza dell’impegno dell’azienda negli ultimi sei anni attraverso i continui investimenti dell’azionista e l’adozione, in passato e ancora oggi, di tutti i possibili ammortizzatori affinché i dipendenti subissero il minor impatto possibile della perdurante crisi del settore".
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