Pal Zileri, un socio all’orizzonte e c’è l’accordo per la cassa integrazione
Siglata tra Forall Costruzioni e sindacati l’intesa che salvaguarda i 300 dipendenti. L’azienda ha avviato un percorso di partnership industriale per il rilancio del sito vicentino
VICENZA. Siglato l’accordo che salvaguarda i 300 dipendenti di Forall Confezioni spa, nota per il brand Pal Zileri.
Il 29 giugno è stata raggiunta l’intesa tra l’azienda, i sindacati e Confindustria Vicenza che prevede l’apertura di una nuova cassa integrazione speciale per un massimo di 12 mesi, utile a favorire la reindustrializzazione del sito di Quinto Vicentino e la ricollocazione della maggior parte possibile della forza lavoro. L’accordo è già stato inviato al Ministero del Lavoro e alla Previdenza Sociale per l’approvazione finale.
Non solo. L’azienda ha anche reso noto di aver avviato un percorso di partnership industriale con un importante operatore del territorio che potrebbe prevedere il rilancio del sito produttivo di Quinto Vicentino.
«Con il costante supporto del nostro azionista Mayhoola, abbiamo sempre creduto che la ricerca di un partner industriale fosse la miglior soluzione possibile per lo stabilimento di Quinto Vicentino e le persone che vi lavorano – dichiara Massimiliano Tintinelli, Chief Restructuring Officer e Board Member di Forall Confezioni Spa –. L’Accordo di transizione occupazionale sottoscritto è un passaggio fondamentale per la continuità produttiva di Quinto e per la maggior tutela possibile dei lavoratori e ci permette di approfondire il percorso avviato con un importante investitore del territorio, in un dialogo continuo con le istituzioni regionali e le rappresentanze sindacali».
La Forall Confezioni è attiva da 50 anni nel settore dell'abbigliamento maschile di lusso "Made in Italy" per lo storico marchio vicentino Pal Zileri, con una produzione di alta qualità.
A dicembre 2020 il fondo d'investimenti qatarino Mayhoola Group, che detiene la proprietà del marchio Pal Zileri, aveva annunciato la chiusura dello stabilimento produttivo veneto con il conseguente licenziamento degli allora 400 dipendenti.
Ora la via d’uscita con il piano di rilancio e gli strumenti a salvaguardia dell’occupazione.
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