Pannelli fotovoltaici, FuturaSun ottiene fondi europei per oltre 21 milioni

L’azienda di Cittadella costruirà una giga factory di assemblaggio. Giorgio Fantuz: «Puntiamo a essere operativi per il 2027»

Federico Piazza

 

Semaforo verde per i fondi europei per i pannelli fotovoltaici made in Veneto di FuturaSun. L’azienda padovana con sede a Cittadella ha infatti ottenuto questa settimana il via libero definitivo dell’EU Innovation Fund per un contributo a fondo perduto di 21,3 milioni di euro finalizzato alla costruzione in regione di una giga factory di assemblaggio pannelli da 2 Gw di capacità. Le risorse Ue, erogate da fondi provenienti dal sistema di scambio di quote di emissione Ue Ets a supporto della manifattura europea di tecnologie per la transizione energetica, copriranno quindi almeno un terzo del valore dell’investimento, che si aggira tra i 50 e i 60 milioni di euro.

La firma definitiva è arrivata proprio nei giorni del Key - The Energy Transition Expo di Rimini, la fiera annuale di settore organizzata da Ieg - Italian Exhibition Group. Ora quindi FuturaSun può procedere con l’individuazione del sito più adatto dove iniziare i lavori nei prossimi mesi. Che potrebbe essere anche a Cittadella, dove l’azienda ha un terreno di proprietà a disposizione. Il general manager Giorgio Fantuz sottolinea come, su un totale di venti progetti fotovoltaici europei per i quali nel 2024 sono state presentate domande di finanziamento, solo due sono stati approvati dall’Innovation Fund in ambito manifatturiero.

Uno riguarda una joint-venture spagnola-cinese. E l’altro è appunto quello di FuturaSun in Veneto. «Puntiamo», spiega, «a essere operativi per il 2027, con un primo step di capacità di 400 Mw. L’obiettivo è servire dal Veneto il mercato europeo in espansione dei pannelli fotovoltaici, dove stiamo crescendo sia nel comparto residenziale sia in quelli del C&I (commerciale e industriale) e dei piccoli impianti utility-scale. A tal proposito siamo fiduciosi che in Italia anche il nuovo decreto incentivante Fer X 2025, che potrebbe essere esteso fino al 2028, possa essere un traino per nuove installazioni».

Oltre che in Italia, l’azienda padovana sta investendo in Cina. Cioè nel cuore dell’industria mondiale dell’energia solare. FuturaSun, 80 milioni di euro di fatturato consolidato nel 2024 con volumi produttivi annuali di 300 Mw, è l’unico operatore industriale fotovoltaico italiano presente con siti produttivi propri in Cina. Dal 2020 ha infatti nella provincia dello Jiangsu una fabbrica di assemblaggio finale di pannelli da 1 Gw, mentre nella zona di Huai’an sta costruendo un secondo stabilimento per la produzione di celle con una capacità potenziale di 12 Gw. «Nell’industria fotovoltaica» spiega Fantuz «la verticalizzazione produttiva interna sta diventano sempre più importante. I giganti cinesi del settore controllano direttamente tutta o quasi tutta la filiera del processo, dalla produzione del polisilicio sino all’assemblaggio finale. Quindi anche noi stiamo andando un po’ alla volta in quella direzione, unico operatore europeo a farlo. Nel frattempo stiamo allargando la nostra offerta di soluzioni integrate anche ai sistemi di accumulo energetico e agli inverter, che sono importantissimi per ottimizzare la fruizione e la stabilizzazione di elettricità da fonte solare e la cui domanda è in netto aumento in Italia e in Europa».

La strada però per la produzione di celle fotovoltaiche in Italia sembra essere ancora molto lunga rispetto agli obiettivi del Net-Zero Industry Act del’Ue. Di fatto, in tutta Europa ad oggi non c’è quasi nulla. E anche molte altre tipologie di componenti di sistemi voltaici sono ampiamente importate. Soprattutto dalla Cina. Non a caso, secondo uno studio della società di consulenza Althesys presentato al Key, il saldo commerciale estero dell’industria fotovoltaica italiana è negativo per 1,9 miliardi di euro. A livello nazionale le aziende ad alta o esclusiva specializzazione nella produzione di componenti sono 79 e di dimensioni medio-piccole. Soprattutto produttori di inverter, quadri e componenti elettrici. Mentre sono poche le imprese manifatturiere in ambito strutture di supporto, tracker e moduli.

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