Per WeDo un 2022 da record: «Pronti a nuove acquisizioni»

Il gruppo veneto dell'arredamento a quota 254 milioni di euro di fatturato. Il presidente Olivi: «Ci servono 100 dipendenti ma abbiamo difficoltà a trovarli»

Nicola Brillo
Andrea Olivi, presidente di WeDo Holding
Andrea Olivi, presidente di WeDo Holding

WeDo Holding, società che riunisce aziende del settore casa, cucine, ufficio e del contract, manda in archivio un 2022 da record: il gruppo dell'arredamento chiude l'anno a 254 milioni di euro di fatturato, con una crescita del 46,1% rispetto allo scorso anno. Migliorano anche i margini, con un utile netto che cresce di oltre il 50%. E anche il 2023 prosegue sulla medesima scia: si attende una crescita dei ricavi a fine anno tra il 15 al 20%, con un ulteriore miglioramento della redditività.

L'azienda padovana detiene e gestisce le partecipazioni in diverse società dei quattro fratelli Doimo (Enza, Elis, Edy ed Eros), figli dell'imprenditore Ettore. Le controllate (Arrital, Copat Life, Rotaliana, Busnelli, Doimo Cucine, Mis Medical, DVO e Frezza) sono attive nei settori della casa, delle cucine, dell'ufficio e delle comunità/healthcare.

Le sedi si dividono tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Lombardia. «Si è chiuso un anno importante per noi» commenta l'avvocato Andrea Olivi, presidente di WeDo Holding, «abbiamo diversificato ulteriormente le aziende del nostro gruppo, puntando sempre più a fornire un'unica idea di design, dall'involucro al contenuto. Stiamo mettendo in atto processi di cross selling, che stanno dando i risultati sperati».

La società della famiglia Doimo ha raddoppiato il fatturato dal 2020, grazie ad una crescita esterna (con due acquisizioni) e a quella organica, che punta all'estero (oltre 40% l'export). In particolare Copat Life, brand specializzato nella produzione di cucine moderne di design, segna un crescita di fatturato del 130%, da 13 a 32 milioni nel 2022. «Solo la crescita continua può garantire la sopravvivenza di un'azienda», spiega ancora il presidente Olivi, «non solo di fatturato, ma anche dei margini. Noi vogliamo portare il benessere a prezzi ragionevoli, il lusso non deve essere esclusivo. Stiamo lavorando su nuovi materiali ecosostenibili».Per la holding padovana sentir parlare di quotazione è (solo) prematuro. «Per andare all'estero in maniera adeguata servono spalle robuste, dobbiamo accedere al mercato dei capitali» aggiunge il presidente, «la borsa resta il nostro obiettivo, ma contiamo prima di raggiungere i 400 milioni di fatturato, un limite dimensionale, che consente una buona redditività. Meno bene sono stati i contatti con i fondi, che preferiscono la speculazione a breve». E sulle acquisizioni, non intende fermarsi. Olivi sta puntando aziende del soft seating e arredamento outdoor: «Sono settori sui quali siamo interessati a crescere, anche per vie esterne: se ci saranno opportunità faremo ulteriori acquisizioni».Per crescere servono investimenti e personale, i primi ci sono, i secondi con più difficoltà. «Abbiamo necessità a breve di 100 dipendenti tra le nostre diverse realtà, ma abbiamo qualche difficoltà a trovarli», aggiunge Olivi. WeDo, nel triennio 2023-2026, mette sul tavolo tre milioni euro per la digitalizzazione. Ha siglato un accordo di collaborazione con Salesforce per disegnare un percorso di trasformazione digitale integrato per le diverse realtà del gruppo. Obiettivo è quello di creare una sempre più approfondita profilazione dei clienti.

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