Piano di Pro-Gest, cessione di asset e tavolo sui bond
Il consiglio di amministrazione di Pro-Gest ha definito le linee guida del piano industriale 2025-2027, documento sul quale si poggerà il rilancio del più importante produttore italiano di carte per ondulato e leader nel riciclo
Dismissioni di asset non strategici (cartiera di Mantova in primis); rimodulazione del debito obbligazionario, con meccanismi di rimborso anticipato; recupero della marginalità operativa, grazie anche alla riduzione dei costi legati ai canoni di locazione e semplificazione della struttura societaria; graduale ripresa dei volumi di vendita.
Il consiglio di amministrazione di Pro-Gest ha definito le linee guida del piano industriale 2025-2027, documento sul quale si poggerà il rilancio del più importante produttore italiano di carte per ondulato e leader nel riciclo.
Il piano sarà sottoposto ora all’esperto indipendente Giampaolo Provaggi, nominato nei giorni scorsi, nell’ambito della procedura di composizione negoziata della crisi, alla quale ha fatto ricorso la sola capogruppo Pro-Gest e non le altre società del gruppo. Costituirà la base di dialogo per l’accordo di finanziamento con i creditori.
La società di Istrana ha esaminato la situazione al 31 ottobre 2024, che evidenzia ricavi per 85 milioni (434 milioni i ricavi consolidati), con volumi in crescita del 17% e un patrimonio netto contabile di 359 milioni.
Il gruppo trevigiano, attivo con 6 cartiere in Italia e un’integrazione a valle che comprende 22 stabilimenti, produce cartone e packaging dal Trentino alla Puglia. Ha una capacità di oltre 1 milione di tonnellate di carta all’anno, e deve far fronte al default su 200 milioni di bond scaduti e il mancato pagamento della cedola su altri 250 milioni di obbligazioni.
Secondo quanto si apprende la presentazione delle linee del piano segna un passo in avanti decisivo nel dialogo avviato con i creditori e l’accordo con le banche dovrebbe arrivare presto.
Ed è anche una risposta alla Cgil Veneto, che chiedeva programmi di rilancio. Tra i candidati alla cessione c’è la cartiera di Mantova. Per questo impianto, il più grande degli asset in vendita, verrà nominato un advisor che si occuperà della cessione, ma non è ancora possibile dare una tempistica.
Quel che è certo è che la cartiera continuerà a lavorare. Non si prevedono cessioni invece delle aziende del gruppo in Veneto, che anzi verranno sviluppate. Il piano industriale prevede il completamento degli investimenti allo stabilimento di Altopascio (Lucca). Più risorse sono destinate alla crescita nella sede direzionale di Istrana. La società della famiglia Zago prevede una revisione della struttura organizzativa con un rafforzamento delle competenze del personale dipendente, con l’inserimento di nuove risorse.
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