Piaserico (Federorafi): «Gioiello ancora in crescita nel 2025»
La presidente è intervenuta all’inaugurazione di Vicenzaoro che ha preso il via, nei padiglioni della fiera berica, il 17 gennaio. I numeri certificano la salute del settore: 1.300 espositori, 515 buyer internazionali oltre 30 mila visitatori attesi in cinque giorni (dal 17 al 21 gennaio)
La magia del gioiello colpisce ancora. Gli occhi rapiti dei primi visitatori che la mattina del 17 gennaio hanno varcato l’ingresso di Vicenzaoro per toccare con mano le novità del settore, fermandosi affascinanti davanti alle teche di vetro contenenti veri e propri capolavori della manifattura made in Italy, hanno raccontato di quell’incantesimo che si ripropone ogni volta di fronte all’unicità dell’alta gioielleria.
Un patrimonio sul quale ieri si è alzato il sipario a Vicenza, con l’appuntamento fieristico che dà il là al calendario internazionale di settore. Un evento che, numeri alla mano, si dimostra tra i più rilevanti: 1.300 espositori, oltre 30 mila visitatori, 515 buyer arrivati nella città veneta grazie al determinante contributo di Ice agenzia.
Accanto agli addetti ai lavori, le istituzioni, rappresentate in forza al taglio del nastro. Vi hanno preso parte il viceministro del Mimit, Valentino Valentini, il governatore del Veneto, Luca Zaia, oltre al sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, e ancora al presidente di Italian Exibition Group, Maurizio Ermeti, alla presidente di Federorafi, Claudia Piaserico, a Matteo Zoppas, presidente di Ice, al generale della Gdf, Bruno Bartoloni.
««I dati mostrano una crescita del settore, in particolare grazie alle esportazioni. È l'ennesima conferma del fatto che il Made in Italy è apprezzato nel mondo e che nonostante un contesto globale di grandi incertezze riesce a essere competitivo ha detto il viceministro Valentini. Zaia dal canto suo ha ricordato il tessuto produttivo vicentino impegnato nella gioielleria, uno dei distretti più importanti del Paese «con le sue oltre 500 aziende di cui 360 artigianali, 5 mila addetti e un valore dell’export di 2,4 miliardi».
«Il sentiment per il 2025 è positivo e ci deriva da un ottimo 2024». Così la numero uno degli orafi italiani Piaserico. Determinante il contributo dell’export «cresciuto nei primi nove mesi del 37% – ha evidenziato il presidente di Ice, Matteo Zoppas – raggiungendo i 10,8 miliardi di euro ed eguagliando già il valore delle esportazioni di tutto il 2023».
Una spinta considerevole è arrivata dalle vendite verso la Turchia, che Piaserico considera però alla stregua di una bolla. Oggi c’è, domani potrebbe non esserci. L’exploit delle esportazioni verso il Paese si deve infatti alle tasse imposte dal governo turco sulla materia prima, aggirate dai produttori locali comprando fuori – in Italia – semilavorati, poi fusi e riutilizzati nel Paese.
«Se nel 2025 potremo contare ancora sulla Turchia dipenderà da loro – ha spiegato Piaserico –, nel frattempo continuiamo i nostri investimenti nei mercati per noi più remunerativi: dagli Usa, piazza storica, agli emergenti, Giappone e Corea».
L’inaugurazione è stata anche l’occasione per far fuoco sui temi della legalità e della tutela del made in Italy, oggetto di un protocollo firmato da Federorafi e la Guardia di Finanza presentato proprio in occasione della fiera vicentina.
Tre parole per definirlo. «Confronto, condivisione, scelta. La tutela del Made in Italy e dei distretti produttivi passa attraverso la legalità che è fattore abilitante di ogni strategia di sviluppo - ha detto il generale Bartoloni -. Il confronto consente di operare analisi approfondite, la condivisione di individuare le priorità da tutelare, la scelta è quella di sostenere sempre la cultura della legalità anche con iniziative rivolte ai giovani, i quali cercano nel lavoro la loro realizzazione».
Passeggiando lungo i padiglioni in questi giorni si possono ammirare le migliori aziende del gioiello. Nazionali e internazionale. Senza dimenticare le portabandiera del Nord Est. Morellato, Roberto Coin e Fope tra le altre.
Le tendenze per il 2025? Piaserico non ha dubbi: «Tutto quello che è esagerazione anni ‘80, sfarzo e preziosi anni ‘20 e collane che sono cravattini in oro, diamanti e pietre preziose».
Ecco quello che le imprese proporranno ai buyer internazionali, 500 quelli portati da Ice, «che rappresentano una leva strategica per ampliare le opportunità di business delle nostre imprese» ha aggiunto Zoppas evidenziando come Ice abbia anche «contribuito a rafforzare il posizionamento della manifestazione a livello internazionale, portando oltre 30 influencer e blogger provenienti da India, Cina, Stati Uniti, Australia ed Europa».
Riproduzione riservata © il Nord Est