Piovan, nuovo stabilimento in Cina: «Un mercato che chiede qualità»

Oggi l’inaugurazione a Suzhou. L’ad Zuppichin: «Con Investindustrial per espanderci ancora»

Maurizio Caiaffa

Passo avanti nella strategia di internazionalizzazione della Piovan, gruppo veneziano che si occupa in particolare di sistemi di automazione per il trattamento di materia plastiche. Inaugurato lo stabilimento cinese di Suzhou, a un’ora e mezza d’auto da Shanghai. La nuova sede da 15 mila metri quadri e 10 milioni di investimento farà da capofila nella produzione di impianti, nelle consulenze ingegneristiche e nell’assistenza post vendita per tutte le filiali del gruppo nell’area Asia e Oceano Pacifico, quindi di Bangkok (Thailandia), Ho Chi Minh City (Vietnam), Kobe (Giappone), Seul (Corea del Sud), Giakarta (Indonesia).

L’apertura di Sozhou segue di un mese l’allargamento dello stabilimento indiano Nu-Vu Conair di Ahmedabad. L’amministratore delegato Filippo Zuppichin, che proprio oggi a Suzhou presenzia all’inaugurazione con le autorità locali, ne sottolinea l’importanza per l’azienda: «In Cina siamo arrivati con una filiale 25 anni fa – dice il manager – e questo già dice quanto crediamo in questo mercato. L’insediamento industriale di Suzhou produrrà un range di sistemi simile a quello italiano, però la parte più tecnologicamente avanzata arriverà dal nostro Paese. Siamo qui per seguire un mercato che sta chiedendo più qualità nei sistemi di automazione, avevamo iniziato vendendo a clienti europei e ora non è più così, e questo rappresenta un segnale di crescita».

Nel nuovo stabilimento lavoreranno dapprima 130 dipendenti, poi la forza lavoro potrà arrivare fino a 200 dipendenti. Per dare gli ordini di grandezza, Cina e Sud Est asiatico (India esclusa) rappresentano intorno al 10% del fatturato complessivo di Piovan, quindi poco meno 60 milioni.

Ma, secondo gli intendimenti del management, è un giro d’affari destinato a crescere. «Siamo convinti di aver adottato la strategia giusta – spiega Zuppichin– non andiamo lì alla ricerca di economie di costo, ma per servire i mercati locali. Il mondo va incontro a divisioni per cluster, essere presenti nei mercati di sbocco con produzione, progettazione e assistenza post vendita è fondamentale».

La strategia di internazionalizzazione di Piovan del resto è ormai sperimentata. Il gruppo oltre ai cinque stabilimenti in Italia (fra cui il quartier generale di Santa Maria di Sala) ha una presenza ramificata all’estero: uno stabilimento in Germania, quattro negli Stati Uniti, uno in Brasile e uno in Cina.

L’apertura a Suzhou è stata pianificata da tempo. In un assetto che in futuro, spiega l’amministratore delegato, è destinato a essere confermato e rafforzato con l’annunciato ingresso del nuovo socio di maggioranza Investindustrial.

Entro fine mese Automation Systems, veicolo che fa capo al fondo di Andrea Bonomi, acquisirà la quota di controllo del 58,35% oggi in mano al presidente esecutivo Nicola Piovan. La sua Pentafin reinvestirà poi nell’operazione parte delle risorse incassate, rilevando il 25% della società. È prevista anche un’Opa a 14 euro per azione per ritirare il titolo dalla Borsa. Nicola Piovan e lo stesso Zuppichin (che è e resterà socio di minoranza) manterranno le rispettive cariche.

«Tutti i tasselli sono ormai nel giusto ordine», dice Zuppichin. L’ultimo è stato nei giorni scorsi l’autorizzazione dell’Autorità austriaca competente sugli investimenti esteri in relazione a Piovan Central Europe. «L’intera operazione è finalizzata alla crescita – dice il manager – Io sono entrato in azienda nel 2004, Piovan fatturava 70 milioni, oggi siamo arrivati a 550. Posso immaginare che nei prossimi anni punteremo a un miliardo. Investindustrial sarà il valore aggiunto in vista di questa espansione, che avverrà per linee interne e per acquisizioni».

Piovan ha archiviato i primi nove mesi 2024 con 419,9 milioni di ricavi consolidati (-1,7%), un Ebitda rettificato di 55,7 milioni (stabile) e un risultato netto cresciuto a 33,65 milioni (33,16 milioni nello stesso periodo del 2023). L’esercizio 2023 si era chiuso con 570,5 milioni di ricavi consolidati (+7,4%) e un Ebitda rettificato di 78,9 milioni (+25,8%) e un risultato netto consolidato pari a 48,9milioni (+40,4%). —

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