Pittini sperimenta l’idrogeno per la produzione di acciaio

Effettuate quattro colate di prova nell’ambito di un progetto europeo per la decarbonizzazione

Maura Delle Case
L'interno di uno stabilimento del gruppo Pittini.
L'interno di uno stabilimento del gruppo Pittini.

Sostituire il gas naturale con l’idrogeno per alimentare i forni ad arco elettrico delle acciaierie a abbattere così sensibilmente le emissioni di CO2 nonché la dipendenza da fonti di energia fossile. L’obiettivo è tutt’altro che futuribile.

La nuova tecnologia è stata sperimentata nelle ultime settimane all’interno delle Ferriere Nord di Osoppo nell’ambito del progetto europeo DevH2ForEAF (Developing and Enabling H2 Burner Utilization to Produce Liquid Steel in Electric Arc Furnaces) che coinvolge oltre al gruppo Pittini anche Sms Group, Rina, Nippon Gases, Rwth Aachen University, Celsa e Afv Gruppo Beltrame. Una collaborazione che punta a rivoluzionare la produzione dell’acciaio in Europa attraverso appunto l’impiego dell’idrogeno come fonte di combustibile nei forni elettrici ad arco (Eaf).

A fine ottobre, l’acciaieria di Ferriere Nord di Osoppo è stata protagonista di un’importante fase sperimentale del progetto. I test condotti hanno dimostrato il successo del bruciatore a idrogeno sviluppato da Sms Group, operando con una miscela di metano e idrogeno fino al raggiungimento del 100% di idrogeno. Durante due giornate di prove, sono state fuse quattro cariche di acciaio, utilizzando esclusivamente il bruciatore a idrogeno. I risultati hanno confermato l’efficacia del sistema, garantendo eccellenti prestazioni meccaniche e termiche in condizioni operative reali.

«Un risultato – commentano dal colosso siderurgico di Osoppo, presieduto da Federico Pittini – che rappresenta un passo cruciale per il futuro della siderurgia sostenibile, aprendo la strada alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’adozione di tecnologie avanzate che rendano l’industria dell’acciaio più rispettosa dell’ambiente».

Tema caro al gruppo friulano che da tempo si adopera per ridurre l’impatto delle sue attività sull’ambiente, certificandole – per il terzo anno consecutivo – nel bilancio di sostenibilità. Durante il 2023, la compagnia si è posizionata tra le più efficienti del settore a livello globale in termini di consumi energetici, inferiori del 33% rispetto ai dati di settore per produzioni con forno elettrico alimentato da rottame. È proseguito il progetto Zero Waste, che punta a minimizzare gli scarti di produzione attraverso la loro valorizzazione. L’85% dei rifiuti in Pittini sono recuperati e diventano prodotti secondari come la “Granella”, aggregato artificiale di origine siderurgica utilizzato per la produzione di manti bituminosi.

Nel 2023, il Gruppo – che oltre a Ferriere Nord conta su Siderpotenza, Acciaierie di Verona, Siat, La Veneta Reti, Kovinar e Pittini Stahl e Pittini Siderprodukte per un totale di 1995 dipendenti – ha chiuso con 2 miliardi di euro di ricavi, in riduzione di quasi il 26% rispetto ai 2,7 miliardi del 2022. «La diminuzione – dichiara il presidente Pittini nella relazione che accompagna il bilancio – è da attribuirsi prevalentemente alla concentrazione dei prezzi medi di vendita, i quali, dopo i livelli eccezionali raggiunti nel 2022 (anno senza paragoni, trainato dalla ripresa post Covid e dalla forte domanda del settore delle costruzioni) si sono assestati su livelli inferiori nel corso dell’esercizio. Parallelamente si sono contratti il risultato operativo lordo, passato da 541 a 146 milioni, e l’utile, che da 536 milioni è sceso a 68. In crescita il patrimonio netto, passato da 589 milioni a 616. Il contributo al fatturato consolidato di Ferriere Nord è stato di 1,3 miliardi (-25%), quello di Siderpotenza di 389 milioni (-19%) e ancora quello di Acciaierie di Verona di 429 milioni (-35%).

Il Gruppo ha confermato gli investimenti in immobilizzazioni tecniche nel corso del 2023 per un totale di 62 milioni di euro complessivi. Così come le operazioni m&a: «Sono state concluse – dice ancora il presidente Pittini – alcune operazioni di acquisizione che consentiranno di proseguire il percorso di crescita e di strutturare ulteriormente la verticalizzazione della filiera delle società del Gruppo». In particolare con l’acquisizione della società tedesca Steelag che a sua volta controlla altre due società, una slovacca e una ceca, operazione «strategica – evidenzia Pittini – al fine di proseguire nel processo di internazionalizzazione del Gruppo». Le previsioni del presidente per il prossimo triennio sono di proseguire «nel percorso di crescita, per linee interne ed esterne».

«L’aumento della filiera produttiva e il consolidamento manifatturiero e commerciale nei mercati di riferimento consentiranno – conclude – di incrementare la competitività complessiva delle aziende del Gruppo».

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