Pixartprinting, l'azienda che gestisce lavoratori di 32 nazionalità differenti

Una storia esemplare nel Veneziano, dagli striscioni anonimi e vigliacchi contro i neri fuori dallo stabilimento alla risposta della multinazionale, con i fatti: "La multiculturalità è una ricchezza". Una best practice da raccontare e studiare
Maruska Fiorotto direttrice delle Risorse umane di Pixartprinting con Stefan Simic (a sinistra) e Mamadou Diallo
Maruska Fiorotto direttrice delle Risorse umane di Pixartprinting con Stefan Simic (a sinistra) e Mamadou Diallo

 

QUARTO D'ALTINO (VENEZIA) - La diversità come ricchezza che aiuta nella crescita, anche economica, dell’azienda. La sfida dell’integrazione, per creare un senso di comunità pure dentro le mura di uno stabilimento produttivo. A Quarto d’Altino c’è un’azienda, la Pixartprinting, che ha fatto del melting pot, dell’impiego di lavoratori di nazionalità differenti, un valore aggiunto nella sfida della crescita sul mercato.

Quarto d'Altino- Pixart printing dopo l'episodio di razzismo
Quarto d'Altino- Pixart printing dopo l'episodio di razzismo

L’azienda, specializzata nella fornitura online di servizi di stampa, è balzata nei giorni scorsi agli onori della cronaca per una frase razzista apparsa davanti a uno dei cancelli d’ingresso. “Niggers go home” la scritta, subito cancellata dall’asfalto.

Il fatto ha suscitato la reazione indignata dei dipendenti. Ma anche dei vertici aziendali, che hanno fatto appendere tre striscioni all’esterno della sede di via Primo Maggio, per sottolineare i valori dell’accoglienza. Pixartprinting è una realtà che conta oltre 900 dipendenti, di cui più di 700 nella sede di Quarto. Le nazionalità rappresentate sono 32.

Lo conferma la direttrice delle Risorse Umane, Maruska Fiorotto. «Le ho contate dopo l’episodio della scritta. Prima non mi ero mai posta il quesito, perché penso che il problema non sia l’integrazione delle nazionalità, ma l’integrazione di una comunità», spiega Fiorotto, «la sfida da vincere non sono le nazionalità diverse, ma creare una comunità con così tante persone. I problemi da affrontare non sono solo le differenze etniche, ma anche quelle uomo-donna, di età, di esperienze di vita e professionali. Creare la comunità a partire da tutte queste diversità è la sfida, non l’etnia».

Una sfida che la Pixartprinting ha vinto. «Ci siamo riusciti in modo naturale. Siamo un’azienda che è cresciuta velocemente. E questa è stata l’altra grande sfida», prosegue Maruska Fiorotto, «quando sono arrivata in azienda, nel 2013, avevamo 258 dipendenti. Credo che il primo punto a nostro favore sia stato aver trattato tutti allo stesso modo.

Gestiamo il lavoratore italiano, che ha un atteggiamento sbagliato nei confronti di un collega straniero, parlando con lui e facendogli capire il valore della persona che ha davanti. Ma lo facciamo anche con il ragazzo extracomunitario, che magari ha la difficoltà di essere gestito da un supervisore donna. Nel momento in cui c’è un atteggiamento sbagliato, da un lato o dall’altro, interveniamo».

All’interno dello stabilimento è stata creata una sala di preghiera, aperta con turni ai fedeli di tutte le confessioni.

«Avevamo dei ragazzi che pregavano nello spogliatoio, mettendo dei cartoni per terra. Ma capitava che stessero pregando ed entrava qualcuno a cambiarsi, disturbando», spiega la direttrice delle Risorse umane, «ci è stata fatta la richiesta per una sala e noi abbiamo acconsentito, purché non vi fosse una discriminazione. Così è stata allestita questa sala, che non è solo per una religione. Ma è una sala di preghiera per qualsiasi religione».

La multiculturalità nell’azienda di Quarto è una realtà consolidata da alcuni decenni.

«L’inserimento di molti lavoratori non italiani è avvenuto a fine anni Novanta, quando si faceva fatica a reperire personale italiano», chiarisce Fiorotto, «allora l’azienda era ancora padronale e il titolare ha sempre voluto dare un’impronta di inclusione. Forniva grande supporto all’inserimento di queste persone, dando anche un alloggio e aiutandoli con i documenti». Poi l’azienda è passata prima nelle mani di un fondo e oggi è di proprietà di una multinazionale olandese. Circostanze che ne hanno accresciuto la propensione all’internazionalità. Anche nel gruppo dirigenziale figurano manager di varie nazionalità: spagnola, argentina, tunisina. La multiculturalità diventa anche un fattore di qualità per il servizio.

«Siamo una realtà che lavora con moltissimi clienti di Paesi differenti. Nella nostra Assistenza clienti», conclude Maruska Fiorotto, «impieghiamo per scelta solo persone di madrelingua delle varie nazionalità, perché comprendono meglio non solo le parole, ma anche la mentalità del cliente».

Quarto d'Altino- Pixart printing dopo l'episodio di razzismo
Quarto d'Altino- Pixart printing dopo l'episodio di razzismo

Pixartprinting è una realtà leader in Europa per la stampa online. L’azienda è specializzata nella fornitura online di servizi di stampa in tutti i formati. Si spazia dal piccolo formato (riviste, cataloghi, cartoline, adesivi, etichette, dépliant) al grande formato (riproduzioni alta risoluzione, poster) fino al packaging e alle stampe su tessuto.

Di recente l’azienda ha avviato una linea di produzione di mascherine in tessuto, per rispondere alla crescente richiesta sul mercato di dispositivi di protezione. Fondata 26 anni fa a Marghera, oggi Pixartprinting è di proprietà di una multinazionale olandese. Tecnicamente Pixartprinting è una tipografia, ma la sua particolarità è che vende solo ed esclusivamente online. Tanto da risultare tra le più grandi realtà dell’e-commerce manifatturiero italiano.

L’azienda conta oltre 900 dipendenti, 900 mila clienti attivi in tutta Europa e una media di 12 mila lavorazioni al giorno. Tre gli stabilimenti. La sede produttiva, oltre che la più grande per numero di dipendenti, è a Quarto d’Altino, in via Primo Maggio. Un secondo stabilimento è a Lavis, in provincia di Trento, e uno si trova a Tunisi, dove sono impiegati un altro centinaio di lavoratori. L’azienda lavora con 15 Paesi europei, tra cui Francia (il secondo mercato di riferimento), Spagna, Regno Unito, Portogallo, Germania, Belgio, Svizzera e Svezia.

Quarto d'Altino- Pixart printing dopo l'episodio di razzismo - Mamadou Diallo
Quarto d'Altino- Pixart printing dopo l'episodio di razzismo - Mamadou Diallo

"Non importa che tu sia bianco o nero, la cosa più brutta che puoi sentire sulla tua pelle è l’atteggiamento del razzismo. Puoi negoziare con una persona che non è d’accordo con te. Ma con una persona che non ti vuole per come sei non puoi parlare, quella persona chiude tutto verso di te».

Mamadou Diallo ha 33 anni ed è originario della Guinea Conakry. È in Italia dal 2005 e da quasi dieci anni lavora alla Pixartprinting. È un operatore di stampa, ma si occupa anche di assistenza di sistema, intervenendo se ci sono problemi alle macchine. «Qui mi sono trovato sempre bene. Ti senti come se stessi lavorando per la tua azienda», spiega Mamadou Diallo. Che abita a Mestre e, nel tempo libero, è riuscito a completare gli studi, diplomandosi quest’anno in meccatronica ed energia al Levi – Ponti di Mirano.

Oltre ad aver fatto parte di associazioni impegnate nella difesa dei senza dimora e di chi è rimasto vittima di casi di razzismo. Dopo il caso della scritta, Mamadou ha inviato una lettera aperta alle istituzioni locali, in primis al Comune.

«Quando un immigrato si integra, fa quello che deve fare e compie tutti i suoi doveri, ma poi vede una ricompensa di questo genere, e parlo della scritta, è una cosa che fa male», prosegue Diallo, «quella scritta nella nostra azienda ha dato fastidio a tutti. Anche l’Amministrazione aziendale si è mossa subito, facendo tutto quello che doveva fare. Ma questi fatti vanno denunciati e, se andiamo a vedere cosa sta succedendo anche a livello nazionale, bisogna che le leggi in materia di discriminazione si facciano rispettare».

Quarto d'Altino- Pixart printing dopo l'episodio di razzismo - Stefan Simic
Quarto d'Altino- Pixart printing dopo l'episodio di razzismo - Stefan Simic

«È dispiaciuto a tutti perché la scritta razzista è stata posta davanti alla nostra azienda, dove passiamo un terzo del nostro tempo della giornata. È dispiaciuto sia ai ragazzi italiani, con cui ho avuto modo di parlare, che ai colleghi che provengono da altri Paesi», aggiunge Stefan Simic, 29 enne di origini serbe.

Anche lui lavora alla Pixartprinting da una decina di anni. Arrivato in Italia nel 2004, ha frequentato nel nostro Paese la scuola media e le superiori, all’istituto Berna di Mestre. Adesso abita a Marcon ed è perito meccanico. «Dopo aver finito gli studi, sono stati chiamato tramite agenzia e ho iniziato subito a lavorare», conclude Simic, «qui in azienda mi trovo bene. Sono cresciuto come persona, ma anche professionalmente. Attualmente sono un supervisore. Ho un team di 37 persone che seguo».

Quarto d'Altino- Pixart printing dopo l'episodio di razzismo
Quarto d'Altino- Pixart printing dopo l'episodio di razzismo

«Passione, innovazione, fiducia»: i valori a cui s’ispira Pixartprinting, declinati in tutte le lingue del mondo. Quelle delle nazionalità rappresentate nello stabilimento di Quarto d’Altino.

C’è una parete che colpisce chi visita la sede dell’azienda. Ed è quella in cui sono impressi i valori cardine dell’impresa, tradotti nelle varie lingue. «Questa è un’azienda che ti offre l’opportunità, ma devi prenderla mettendoti in gioco», commenta Maruska Fiorotto, direttrice delle Risorse umane, «quello che cerchiamo di far capire ai nostri dipendenti è che non è solo l’anzianità aziendale che li porta a crescere, ma anche quello che possono apportare all’azienda, le valenze che hanno».

Pixartprinting ha promosso dei corsi di italiano per i suoi lavoratori stranieri, utilizzando come insegnanti altri colleghi. «Nell’Assistenza clienti abbiamo diverse ragazze laureate in materie umanistiche». C’è anche chi deve aumentare le sue competenze. «Abbiamo lavorato anche in questo senso. Li formiamo e li facciamo crescere, tanto che in questo momento in diverse posizioni di supervisore ci sono anche dei ragazzi non italiani», conclude Fiorotto.

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