Policlinico triestino, cento anni e ora espansione verso il Friuli

Ricavi di 50 milioni con 17 sedi: è la maggiore realtà sanitaria privata fra capoluogo e Isontino
Giulia Basso

Il marzo scorso ha festeggiato i suoi primi cento anni di attività, iniziata nel 1922 a Trieste per iniziativa di diciotto soci fondatori, tra i quali figurava la migliore classe medica dell’epoca. Oggi il Policlinico triestino, con le sue 17 sedi operative e un fatturato di circa 50 milioni di euro, è la maggiore realtà sanitaria privata presente nell’area di Trieste e provincia e nell’isontino. Conta 72 soci, impiega 326 dipendenti e 224 collaboratori, tra medici e altri sanitari, e continua a essere amministrata dalla stessa famiglia che la volle un secolo fa, i Danelon.

Oltre alla Casa di cura Salus, inaugurata nel 1961, che eroga prestazioni sanitarie sia ambulatoriali che in regime di ricovero in diverse discipline, la società negli ultimi anni si è ampliata notevolmente, con l’acquisizione di altre sedi per attività ambulatoriali e di prelievo. Nel 2019 si è fusa con Pineta del Carso, la seconda maggiore realtà sanitaria privata dell’area giuliano isontina, nata nel 1933 ad Aurisina. «Quest’operazione ci ha consentito di sviluppare dimensioni utili per fronteggiare la sfida che il settore pone e di verticalizzare i servizi offerti, visto che l’attività della Salus è sempre stata prevalentemente chirurgica, incentrata sull’ortopedia, e quella di Pineta trova nella riabilitazione neuromotoria il suo punto d’eccellenza», spiega Guglielmo Danelon, amministratore delegato del Policlinico triestino. «Da un decennio poi abbiamo sviluppato il laboratorio d’analisi e siamo presenti su tutto il territorio, da Muggia a Gorizia, con diversi studi biomedici e punti prelievo, che facilitano la fruizione ai pazienti. In alcuni offriamo anche servizi di fisioterapia, di diagnostica per immagini e radiologia, con tutti gli esami connessi. Tentiamo di coprire tutte le aree di specialità: abbiamo anche la medicina del lavoro».

La Salus è convenzionata con il Servizio sanitario regionale dal lontano 1977. La collaborazione con la Regione e l’azienda sanitaria universitaria giuliano isontina (Asugi) è a 360 gradi: «Ogni anno co-programmiamo le attività da svolgere per accorciare le liste d’attesa - evidenzia Danelon -. Nel 2022 siamo arrivati quasi al raddoppio dell’attività rispetto al biennio precedente nelle tre aree dove i tempi d’attesa sono più elevati: l’ortopedia, gli interventi alla cataratta e le risonanze magnetiche».

La collaborazione è stata molto stretta anche quando si è trattato di fare scudo contro la pandemia: «Siamo stati i primi privati a fare analisi molecolari dei tamponi e abbiamo aperto reparti Covid sia alla Salus che a Pineta - commenta Danelon -. È stato un periodo molto complicato per tutti quelli che hanno operato in ambito sanitario, che ha portato alla luce le criticità del sistema, a partire dalla mancanza di medici e infermieri».

Per i triestini la Salus è a tutti gli effetti un’istituzione: sita nel centro cittadino, ha 74 posti letto e una dotazione tecnologica all’avanguardia. È il tassello principale di un puzzle in continua espansione, che punta a un ulteriore ampliamento futuro, guardando al Friuli: «A dicembre abbiamo incorporato Friulmedica, che si occupa di attività ambulatoriali con due sedi a Codroipo e una a San Vito, e il poliambulatorio tolmezzino Carnia Salus: vogliamo ampliare sempre più il bacino d’utenza, ridurre le liste d’attesa e limitare per quanto possibile le fughe sanitarie in Veneto», spiega Danelon.

I numeri del Policlinico rendono l’idea del suo radicamento territoriale: nel 2022 sono stati eseguiti ben 5487 interventi chirurgici nelle diverse specialità, dei quali 2761 cataratte e 558 protesi ortopediche all’anca e al ginocchio. Oltre 20mila le giornate di degenza per la riabilitazione pneumologia, cardiologica e neuromotoria, oltre 3300 quelle nell’hospice e quasi 4000 le giornate di degenza di disabili gravi. Il laboratorio d’analisi ha eseguito oltre due milioni d’esami, 53 mila sono stati gli esami di diagnostica per immagini, 47mila le prestazioni di fisiokinesiterapia e quasi 30mila quelle di medicina del lavoro.

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