Pontarolo engineering brevetta il “cappotto” antisismico

L’azienda pordenonese cresce grazie all’innovazione. Nel '22 risultati record, con ricavi a +35% sul 2021

Spyrogrip, il "cappotto" antisismico progettato da Pontarolo engineering
Spyrogrip, il "cappotto" antisismico progettato da Pontarolo engineering

Qual è il fattore vincente di un’azienda attiva in un settore tradizionale ad alto tasso di concorrenza? La risposta non può che essere l’innovazione. E non è solo un concetto astratto, un’indicazione teorica buona per tutti. La dimostrazione la dà la crescita - anno dopo anno - di Pontarolo engineering, azienda con headquarters a San Vito al Tagliamento (Pordenone), ma da anni molto ben internazionalizzata, che è probabilmente tra le Pmi del Friuli Venezia Giulia che operano nei settore dell’edilizia, ad avere il maggior numero di brevetti al proprio attivo. E l’ultimo, che sarà presentato alla Klimahouse di Bolzano - evento al quale Pontarolo engineering partecipa come finalista al “Klimahouse prize” - ricorda un po’ l’idea dell’uovo di Colombo, solo che prima di Valerio Pontarolo, nessuno ci aveva pensato, o lo aveva messo in pratica.

«L’idea - racconta l’imprenditore, che è anche presidente del Polo tecnologico Andrea Galvani di Pordenone - mi è balenata cinque anni fa. Erano arrivati gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie finalizzate a garantire la sicurezza sismica, quindi potenzialmente una domanda in crescita per il settore edile che si scontrava con aspetti logistici non secondari. Se per isolare una casa basta fare il “cappotto”, se l’edificio è di diversi piani, un condominio, una scuola, i lavori di consolidamento vanno fatti all’interno. Questo significa spostare famiglie, nel caso dei condomini, o costringerle a vivere per mesi nel disagio, e trovare edifici alternativi per ospitare centinaia di studenti nel caso di una scuola».

Valerio Pontarolo
Valerio Pontarolo

Ma lavorare solo all’esterno sarebbe possibile? E in che modo? La risposta è arrivata con “Spyrogrip Sismiko”, ovvero «un “cappotto” che diventa un rinforzo strutturale - spiega Pontarolo -. In sostanza si crea una lama di calcestruzzo all’esterno ad una certa distanza dalle pareti perimetrali esistenti e la si aggancia a queste in modo strutturale con delle armature per garantire la loro “tenuta” in caso di sisma. A queste si somma poi l’isolante, ed ecco ottenuto un intervento che non solo rende l’edificio più efficiente sotto l’aspetto energetico, ma anche antisismico».

Ovviamente l’idea andava verificata e collaudata, «l’abbiamo sottoposta a ingegneri, esperti, docenti universitari, quindi abbiamo creato dei modelli in scala da sottoporre a test (al Cnr di Bologna, ndr), fino ad arrivare alla certificazione appena ottenuta», racconta Valerio Pontarolo.

Ottimo il riscontro dal mercato: «le poche iniziative divulgative che abbiamo avviato rivolte ad un pubblico qualificato di professionisti, hanno prodotto due mila richieste di informazioni e un centinaio di contratti. I costi? «Sono interessanti, è un intervento che probabilmente costa un po’ di più di un semplice cappotto, ma ciò che si ottiene va molto oltre. E non comporta disagi per chi abita, studia o lavora negli edifici oggetto dell’intervento».

Come detto in premessa, innovare serve e fa anche bene ai conti. «Complessivamente il gruppo nel ’22 ha raggiunto i migliori risultati di sempre arrivando a 42 milioni di ricavi (esclusi gli infragruppo), di cui 30 milioni di pertinenza della Pontarolo engineering - conclude l’imprenditore -, +35% sul ’21, e l’Ebitda è superiore al 15%. Abbiamo anche aumentato l’occupazione, che oggi si attesta attorno ai 200 addetti». E il ’23 come andrà? «Incrociando le dita, se il trend viene confermato, sarà migliore del ’21 e vicino ai risultati del ’22».

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