Porto di Trieste, ex Ferriera e Molo VIII: via libera a nuove opere

Firmato il decreto interministeriale che autorizza lavori per 38 milioni. Petrucco (Icop): «Un progetto strategico, e non solo per il Porto di Trieste»
Maura Delle Case

Nuova fase al via per la messa in sicurezza e riconversione industriale dell’area dell’ex Ferriera di Servola.

Nei giorni scorsi è stato infatti approvato il progetto di messa in sicurezza ambientale relativo alle opere dell’accordo di programma siglato dai ministeri dell’Ambiente e delle Imprese, decisivo poiché rappresenta l’anticamera all’avvio dell’iter di progettazione e realizzazione del Molo VIII nel porto di Trieste.

Infrastruttura quest’ultima che punta a far diventare sempre più rilevante lo scalo marittimo giuliano e che vede giocare un ruolo da protagonista la friulana Icop.

Sarà infatti l’azienda di costruzioni di Basiliano a dar gambe all’ulteriore tranche di lavori nell’ex area della Ferriera dove ha già realizzato, sempre nell’ambito dell’accordo di programma, due interventi consecutivi per rispettivi 27 e 16 milioni di euro.

«Fin qui abbiamo provveduto alle demolizioni, ma non avevamo il permesso di procedere alla sistemazione dell’area. Ora l’approvazione del progetto ci consentirà di allontanare i materiali residuati dalle demolizioni e dall’attività siderurgica e di procedere alla realizzazione dei piazzali» spiega l’amministratore delegato di Icop, Piero Petrucco, che saluta la firma come un passaggio fondamentale per la successiva realizzazione del Molo VIII. «Un passaggio - tiene a precisare - che ha beneficiato dell’intervento decisivo del viceministro all’Ambiente, Vannia Gava».

“Incassato” il via libera al progetto di messa in sicurezza ambientale dell’area dell’ex Ferriera, che vale ulteriori 38 milioni di euro, Icop intende partire a stretto giro con i lavori, «anzitutto - annuncia Petrucco - provvederemo alla rimozione del cosiddetto “nasone“, vale a dire l’alto cumulo di materiale della Ferriera, costituito per lo più da scarti di produzione, poi procederemo con le pavimentazioni, lì dove saranno poi costruiti i binari che inizialmente serviranno la piattaforma logistica e in futuro anche il Molo VIII».

Per la realizzazione di quest’opera, che si annuncia strategica ai fini dell’ulteriore sviluppo dello scalo, lo scorso 31 luglio 2023, Icop e HHLA PLT, terminalista del porto di Amburgo che a Trieste è azionista di maggioranza della Piattaforma Logistica Plt, hanno presentato all’autorità portuale una proposta progettuale di partenariato pubblico privato che prevede investimenti per iniziali 260 milioni di euro (poco meno di un miliardo a regime).

«Parliamo di una super-banchina che si allungherà in una prima fase sul mare per 400 metri e che consentirà l’approdo di mega navi container, rendendo possibile il traffico delle navi portacontainer di grandi dimensioni» spiega Petrucco. La quota delle risorse pubbliche prevista per la prima fase dell’opera è già stata stanziata in Finanziaria e vale il 49% dei 260 milioni d’investimento previsti per la prima tranche: 50 milioni nel 2025, il resto nel 2027.

Tempi? Avanzata la proposta da parte dei proponenti, l’autorità portuale deve procedere alla manifestazione d’interesse, predisporre il bando, cui seguiranno le offerte.

«Se tutto va bene la procedura potrebbe concludersi per il 2024, e i lavori iniziare nel 2025» ipotizza l’ad di Icop. Oltre alle opere all’interno del porto di Trieste, Icop è impegnata su diversi altri fronti, sia in Italia che all’estero. L’impresa di Basiliano, forte di 92 milioni di ricavi nel 2022, sta realizzando importanti lavori nel settore dei microtunnel, tra gli altri il collegamento in corso di esecuzione per il rigassificatore di Ravenna e un’opera per Transcanada appena conclusa in Messico.

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