La procreazione assistita nel welfare di Bluenergy
La multiutility dell’energia potenzia il pacchetto di misure dedicate al sostegno della genitorialità. L’Ad Gervasio: «Nel 2025 garantiremo anche un mese in più di maternità pagata al 100%»
![L'ad di Bluenergy Alberta Gervasio](https://images.ilnordest.it/view/acePublic/alias/contentid/1fr1t5bk9uu5jq4zpu2/0/copia-di-copy-of-sp_113520759.webp?f=16%3A9&w=840)
Un gruppo sempre più a trazione femminile. Dalla testa a scendere. È il caso di Bluenergy, multiutility udinese leader nelle regioni del Nord Italia in materia di fornitura di luce e gas, che sulla parità di genere in questi ultimi anni ha fatto passi da gigante. Non solo in termini di presenze femminili in azienda, ma anche di misure ad hoc, finalizzate a sostenere le donne che lavorano, ma che non vogliono giustamente rinunciare alla maternità.
Sarà che a guidare la compagnia è Alberta Gervasio, amministratore delegato dal 2017, che da manager e madre bene conosce quale strada tutta in salita tocchi affrontare alle donne che sono anche mamme. O che vogliono diventarlo.
A queste ultime l’Ad e il suo staff hanno dedicato alcune delle nuove iniziative di welfare, pronte a debuttare nel 2025: «Una riguarderà il sostengo alle coppie che non riescono ad avere figli e devono ricorrere alla procreazione assistita, un’altra andrà invece a prolungare di un mese il periodo di maternità obbligatoria pagata al 100% per le donne, di una settimana per gli uomini» annuncia Gervasio, ricordando con orgoglio il pacchetto di iniziative già messo in campo negli ultimi anni e confermato anche per quello a venire. «Nel 2024 abbiamo proposto per la prima volta un bonus centri estivi per i dipendenti con figli fino a 13 anni del valore di 500 euro, che si è andato ad affiancare ai vari sostegni previsti dalla nostra piattaforma welfare tra i quali si contano il supporto economico per spese mediche, corsi di lingua, contributi per mensa e trasporti scolastici». Senza dimenticare i 1000 euro del bonus bebè. Misure che nel complesso superano di gran lunga le previsione del Ccnl facendo di Bluenergy un caso di scuola in materia di sostegno alla genitorialità.
«Sono tutti strumenti concreti per supportare le famiglie – spiega Gervasio – che contribuiscono al miglioramento della qualità della vita dei dipendenti». In larga parte donne.
Sui 300 lavoratori a libro paga del gruppo, il 44% è infatti “rosa”, percentuale che sale al 67% se si considerano i soli 180 dipendenti di Bluenergy. Un peso importante dunque, che si conferma anche ai vertici: oltre all’Ad, la metà delle posizioni apicali è coperta da donne. Pagate al pari dei colleghi maschi. Il delta retributivo medio tra uomini e donne in seno al gruppo è infatti praticamente nullo o inferiore al 10% e per garantirlo, anche post maternità, evitando quegli spiacevoli fenomeni che vendono le donne penalizzate una volta diventate madri, Bluenergy adotta meccanismi di tutela che garantiscono il mantenimento del livello retributivo.
Iniziative che sono valse al gruppo la certificazione della parità di genere. «Investire nelle pari opportunità – commenta Gervasio – significa abbattere barriere, creare percorsi di sviluppo inclusivi e assicurare che ogni voce, indipendentemente dal genere, possa contribuire alla costruzione del nostro successo collettivo». Vale a dire alla crescita della compagna che si avvia a chiudere il 2024 con ricavi intorno al mezzo miliardo di euro, di fatto in linea con quelli del 2023. «È’ stato un anno molto buono per tutte le società del gruppo – fa sapere l’Ad –. Siamo andati bene nonostante il contraccolpo legato alla fine degli incentivi e nonostante la fine del mercato tutelato. I nostri clienti sono oggi 280 mila, 10 mila in più rispetto al 2023».
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