Il crescendo di Prodeco Pharma con l’imprenditore musicista

Castelfranco, l’impresa creata da Alberto Catania ereditata dal figlio Giovanni quando nel 2024 il fondatore è mancato

Lorenza Raffaello

«Ci siamo stretti diventando un sol uomo. Insieme ai nostri dipendenti, con orgoglio, abbiamo proseguito nel percorso battuto da mio padre che ha fondato l’azienda a sua immagine e somiglianza. Ora Prodeco Pharma ha cambiato volto, ma la sua anima è rimasta la stessa».

In realtà l’anima dell’azienda trevigiana di integratori di Castelfranco, se possibile, è diventata ancora più profonda perché alla guida dal maggio 2024, quando è mancato il suo fondatore Alberto Catania, c’è il trentacinquenne Giovanni, figlio maggiore dell’imprenditore e musicista alla Fenice. Da nove mesi ha preso in mano le sorti dell’azienda di famiglia, perseguendo gli stessi obiettivi paterni, senza mai tralasciare la sua vera indole e il potere che la musica può avere. Anche negli affari.

Il 2024 per Prodeco Pharma è stato un anno tanto drammatico quanto eccellente dal punto di vista del business. Si è chiuso con un fatturato di 36 milioni, in crescita per il terzo anno consecutivo e del 3,5% rispetto all’anno precedente, battendo il record storico aziendale.

Anche il numero dei dipendenti è stato integrato passando da 160 a 174 in nove mesi, di cui il 75% sono donne e lo scorso 19 dicembre ha ottenuto la certificazione di azienda benefit.

Giovanni Catania è diventato amministratore dell’azienda il 12 maggio, il giorno in cui suo padre è mancato improvvisamente, stroncato da un infarto. Da quel momento nella sua vita sono cambiate le priorità. Tutte tranne una, la sua passione per il corno e che lo ha portato a suonare al concerto di Capodanno alla Fenice, con cui collabora da oltre 13 anni.

«Vogliamo prosegua il trend di crescita con l’obiettivo di arrivare a 40 milioni nel 2025», spiega il nuovo Ceo, «questo risultato verrà ottenuto grazie ad una strategia di crescita interna, con la copertura di alcune zone d’Italia ad oggi scoperte della attuale rete vendita e uno sviluppo della linea Archetipa, la nostra linea di cosmetica personalizzata, attraverso un grosso incremento delle affiliazioni e un rinnovo comunicativo che ci aspettiamo faccia accrescere di molto la notorietà del brand e, infine, spingeremo per arrivare ad una importante crescita di Prodeco Pharma Iberica». Nel 2025 verrà accelerato anche il passaggio verso una managerializzazione dell’azienda: «Era già in fase di sviluppo quando c'era mio padre però adesso abbiamo velocizzato molto il processo».

Obiettivi ambiziosi, in linea con il carattere dell’azienda. E sbaglia chi pensi si tratti di sfrontatezza giovanile, è più frutto di un percorso fatto di studio e dedizione di chi è abituato ad essere parte di qualcosa di più grande e corale, sia che si tratti di una Srl che di un’orchestra.

«Devo dire che sono soddisfatto di com'è andato questo periodo, considerando che Prodeco è stata fondata da mio papà nel 1988 e l'ha fatta crescere come un'estensione del suo essere. Non era scontato che ci fosse un prosieguo, nonostante io avessi tutte le buone intenzioni di farlo e un po’ di timore, ma devo dire che è andata benissimo: l'azienda ha risposto in maniera esemplare».

La riconoscenza di Giovanni è soprattutto nei confronti dei collaboratori: «Non mi sono mai sentito abbandonato, neanche un istante, anzi ho sentito una forza esplosiva arrivare dall'interno dell'azienda, parlo sia delle persone che lavorano qui all'interno della sede, sia chi collabora della sede spagnola. Un ruolo fondamentale lo ha ricoperto Roberto Antonini, il nostro direttore generale, è stato un'àncora e una forza propulsiva in questi mesi, mi ha saputo guidare e aiutare in ogni fase, anche quelle un po' più emotive».

Tra le criticità, Catania riconosce il fatto che il percorso graduale che aveva intrapreso all’interno dell’azienda è stato bruscamente interrotto: «Ho studiato come nutrizionista e sono entrato in azienda nel comparto HR. Quando mio papà è mancato ero appena diventato vicedirettore, accanto ad Antonini, la mia strada andava in quella direzione. Da un momento all’altro sono diventato amministratore e il mio percorso ha subito una brusca accelerata. Ora sto studiando, soprattutto per approfondire l’area finance. In questi nove mesi sono tanti i momenti in cui mi sono fermato per pensare, riflettere, chiedermi più e più volte qual fosse la soluzione più giusta. Ho imparato che quindi bisogna sempre ponderare bene le azioni e le decisioni che si prendono, ogni scelta che prendo ha ripercussione sulle vite di altre persone».

Tempo per la musica

E poi, c’è il tempo per la musica, che si è fatto più breve: «Quando posso suono, mi fa sentire bene. Sono riuscito a fare qualche produzione a teatro e quando dalla Fenice mi hanno chiesto di partecipare al concerto di Capodanno ho accettato immediatamente. È stata una bellissima esperienza ed emozione. Anche in quella occasione ho ricevuto molto affetto. Mi sento fortunato».

Con la nuova guida, la musica è entrata in azienda, più precisamente all’interno della linea Inmood attraverso quattro tracce create ad hoc con la funzione di musicoterapia. Catania ha coinvolto Emiliano Toso, biologo molecolare e musicista, che ha composto 4 brani che portano i nomi dei 4 prodotti della linea, li ha registrati con un pianoforte accordato a 432hz: «Il nostro obiettivo è stato quello di portare la musicoterapia a servizio di tutti coloro che cercano un beneficio dai nostri prodotti: l’ascolto di questi brani va ad essere sinergico all’attività di produzione».

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