«Qualità e artigianalità, Thélios polo del lusso che resiste alla crisi»
Alessandro Zanardo, ad della manifattura eyewear di Lvmh, traccia le strategie future: «L’ex stabilimento Safilo è integrato, le maestranze tutte impiegate a 9 mesi dall’acquisizione»
Il campus industriale di Thélios è una realtà. Uno di fronte all'altro le produzioni di acetato e il polo del metallo. A Longarone, proprio lì dove una volta c’era lo stabilimento di Safilo, ora ristrutturato, è sorta la terza anima della divisione eyewear del gruppo Lvmh. Alessandro Zanardo, ad di Thélios, traccia la linea dell’orizzonte dell’azienda che guida e che dal 2017 è diventata uno dei protagonisti del distretto dell’occhialeria bellunese.
È passato un anno da quando avete rilevato lo stabilimento ex Safilo a Longarone, a che punto sono i lavori della nuova area manifatturiera?
«Abbiamo investito molto nel layout interno e inserito le nuove macchine. La ristrutturazione esterna è ormai completata al 95% ed è già visibile. Il piano prevedeva un inserimento graduale degli ex dipendenti Safilo in 18 mesi, ma in soli 9 mesi sono già stati inseriti tutti».
Qual è l’obiettivo di questo ulteriore investimento sul territorio?
«L’ex stabilimento di Longarone diventerà un campus produttivo integrato. A soli 50 metri dall’attuale sede storica di Thélios, dedicata alla lavorazione dell’acetato, il nuovo stabilimento sarà interamente focalizzato sul metallo. Inoltre, trasferiremo qui alcune attività attualmente svolte ad Auronzo, che risalgono all’acquisizione di Metallart nel 2022. Si tratta di un’eccellenza nello stampaggio del metallo, con un know-how che abbiamo deciso di preservare e valorizzare».
Qual è il peso di queste operazioni sul piano occupazionale?
«Parliamo di numeri significativi: in quello che abbiamo ribattezzato Th3, l’ex stabilimento Safilo di Longarone, lavorano circa 300 operai e un centinaio di impiegati, con un totale di 1.300 persone sul territorio. Abbiamo già integrato 250 ex dipendenti Safilo e assunto ulteriori persone in diverse funzioni».
Come è cambiata Thélios in questi anni?
«Siamo nati come azienda captive del gruppo Lvmh, dedicata alla gestione della categoria eyewear delle sue Maison. Nel 2023 abbiamo raggiunto una nuova dimensione: acquisito Vuarnet, che ci ha portato in dote una piccola fabbrica di lenti minerali in Francia, e il brand di lusso Barton Perreira, con design a Los Angeles, produzione in Giappone e alcuni negozi monomarca negli Stati Uniti. Oggi Thélios è un gruppo internazionale con un cuore produttivo forte nel bellunese che non lavora solo per le maisons Lvmh ma che possiede anche brand propri».
Il mercato del lusso è in fase di crisi. Vale anche per l'occhialeria?
«Il 2024 è stato un anno di crescita per noi, ma complesso per il settore del lusso e l’economia in generale. Un trend partito dall’Asia che si è esteso in parte agli Stati Uniti e a mercati europei come Germania e Francia. In un contesto globale meno euforico rispetto agli anni post-pandemia, ci troviamo davanti a un mercato incerto. Tuttavia, Thélios è dimensionata in modo adeguato per affrontare questa fase, con stabilità. Guardiamo con attenzione ai segnali di cambiamento, specialmente in aree complesse come Cina, Corea e Thailandia, dove il lusso sta vivendo una fase di sell-out negativo. Nonostante ciò, i nostri segmenti rimangono resilienti».
L’eyewear sta cambiando, settori anticiclici come il segmento vista si sta espandendo verso il med-tech e vediamo che nel mondo dei dispositivi indossabili l’occhiale vuole dire la sua. Come state affrontando questi trend?
«Il nostro focus rimane sulla qualità del prodotto e sulla lavorazione artigianale. Vogliamo continuare a operare nel nostro “piccolo giardino”, puntando su un’offerta di occhiali di lusso con distribuzioni selettive e materiali di altissima qualità. Inoltre, il vista è un segmento anticiclico che ci permette di mantenere una certa stabilità anche in contesti economici incerti».
Che anno è stato il 2024 e cosa vi attendete per il 2025?
«Il gruppo Lvmh non pubblica i dati per singola società, però posso dire che abbiamo avuto un ampliamento di perimetro dovuto all’entrata di Bulgari e Tag Heuer che si aggiungono ai due brand indipendenti acquisiti. Questo incremento ci ha permesso di registrare una crescita del fatturato a doppia cifra, anche se inferiore alle attese. Il 2025 sarà un anno strategico per completare gli investimenti e consolidare il nostro posizionamento. Sono relativamente ottimista, ma serve grande attenzione e capacità di reazione ai segnali».
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