Quando la candela è una lampada led: il boom del design Zafferano
L’azienda trevigiana passa da 8,5 milioni di fatturato nel 2018 ai quasi 25 di quest’anno: obiettivo 45 entro cinque anni. I ristoranti Cipriani tra i clienti
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TREVISO. Il terreno di confine tra design e tecnologia è spesso fertile per i buoni affari. Caso emblematico la Zafferano di Quinto di Treviso, otto milioni e mezzo di fatturato 2018, 14,5 milioni nel 2020, quasi 25 quest’anno, obiettivo 45 milioni entro cinque anni, “convertita” – anche se rimane con un piede nel settore d’origine – dai prodotti in vetro da tavola alle lampade portatili. La cornice d’elezione è ancora la tavola, e tra i clienti oggi Zafferano può vantare nomi del calibro di Cipriani con i suoi ristoranti da Venezia a New York e Gran Caffè Quadri della famiglia Alajmo sempre a Venezia.
Un boom che ha del clamoroso, perché queste piccole lampade di design, ricaricabili e senza fili, a led, fino a dieci ore di luce con sei di ricarica, stanno conquistando i mercati. Una storia imprenditoriale in cui si parte dal vetro per la tavola, perché quella è l’origine di Federico de Majo: suo padre era titolare di una storica fornace a Murano, fondata nel 1947. Uscito dal business di famiglia, Federico prima si è messo in proprio nel settore del vetro soffiato per l’illuminazione, negli anni Novanta, cedendo poi la sua creatura al gruppo Cassina, poi ha intrapreso la strada dei calici da vino, «essendone un appassionato», racconta, poi ancora ha allargato il catalogo al vetro colorato e le porcellane per la tavola. Zafferano è nata nel 2001. E da lì alle lampade? «Ho deciso di riaffacciarmi al settore dell’illuminazione – racconta l’imprenditore designer – creando il marchio “Ai Lati” nel 2005».
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Lampade con un’estetica pulita, vetro e alluminio, e poi l’evoluzione che sta facendo volare l’azienda: le lampade portatili, come una sorta di candele digitali di design, con la divisione Zafferano Lampes à porter, «che oggi da sola vale circa il cinquanta per cento del nostro fatturato», racconta De Majo, «il mercato le ha recepite in modo incredibile, vedendole nei ristoranti nostri clienti, chiedendole, comprandole online». Da lì il potenziamento della rete vendita, soprattutto in Usa con la creazione di una filiale nel New Jersey, e ora anche l’apertura di uno showroom a Milano Brera. I numeri di crescita del fatturato li abbiamo già elencati, l’Ebitda margin supera il 26 per cento: prospettive di quotazione in Borsa? «Abbiamo già ceduto il trenta per cento delle quote alla finanziaria della famiglia trentina Zobele – spiega De Majo – per la Borsa vedremo, se ci sarà il momento giusto...». —
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