Renzo Rosso (Otb): «Voglio creare un leader italiano del lusso»
Il fondatore di Diesel, e proprietario di brand come Jil Sander e Marni, in un’intervista al Financial Times spiega il proprio obiettivo: dare vita ad un player mondiale in grado di competere con Kering e Lvmh
VICENZA. «L'Italia non ha un gruppo forte nel segmento del lusso al pari di quelli francesi. Il mio obiettivo è crearne uno».
A dirlo, in un’intervista al Financial Times, è Renzo Rosso, l’imprenditore veneto fondatore di Diesel, e proprietario dei marchi di moda Jil Sander e Marni, che guarda al “modello” Kering e LVMH.
Rosso, presidente della holding Only The Brave, Otb, ha dato vita a Diesel nel 1978, quando aveva 23 anni, e da allora in poi ha continuato a far crescere un’azienda che oggi dà lavoro a 6.000 persone in tutto il mondo.
Altro obiettivo di Rosso è la quotazione in borsa, alla quale sta già lavorando. «Ovviamente la nostra capitalizzazione sarà diversa da quella dei grandi gruppi francesi, ma la mia ambizione è dimostrare che i marchi italiani possono unirsi e rafforzarsi a vicenda».
Un progetto che trova condivisione all’interno della Camera nazionale della moda, nel cui consiglio è presente l’imprenditore veneto con Patrizio Bertelli di Prada, Remo Ruffini di Moncler, Gildo Zegna e Angela Missoni, e insieme lavorano per modernizzare il settore con l’ambizione di farlo evolvere dal suo tradizionale modello a conduzione familiare.
Finora sono stati i grandi conglomerati francesi, come Kering e LVMH, ad aver colto l'occasione per acquistare prestigiosi marchi italiani come Gucci, Bulgari e Bottega Veneta.
Renzo Rosso è uno dei pochi che, nel panorama della moda italiana, ha avviato un percorso simile acquisendo prima Maison Margiela e Marni poi Jil Sander e il marchio emergente Amiri. «Valuteremo un'ulteriore espansione prima della quotazione – ha detto ancora Rosso – Non è facile, ma siamo alla ricerca di marchi che possano rafforzare il nostro posizionamento nel lusso. Dimostreremo al mondo che anche l'Italia può avere un proprio gruppo nel lusso».
Con il Financial Times Rosso ha parlato anche delle conseguenze del conflitto Russia-Ucraina, e fra queste il divieto di esportazioni in Russia scattato a marzo, che non ha impattato in modo significativo su Otb. Invece «il blocco in alcune areei della Cina è stato per me una preoccupazione molto maggiore rispetto alla guerra in Ucraina in termini di impatto», ha detto l’imprenditore. Russia e Ucraina rappresentano circa il 2% dei ricavi annuali di Otb, che sono cresciuti a 1,53 miliardi di euro nel 2021, rispetto a 1,3 miliardi di euro dell'anno precedente, mentre il gruppo non è presente con i propri negozi in nessuno dei due paesi.
L'Asia, invece, è un mercato chiave per il gruppo. Ha aperto una filiale in Corea del Sud l'anno scorso e il Giappone da solo rappresenta il 25% dei ricavi totali.
E rispetto alla Cina, Rosso ha anticipato che un terzo degli investimenti del gruppo nei prossimi tre anni si concentrerà sull'espansione in quel Paese in cui oggi è presente con 80 negozi che impiegano circa un migliaio di addetti. Entro il 2024, Otb punta a raddoppiare sia il numero di negozi che del personale.
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