Riello: Aermec reinveste gli utili e batte anche il Covid

Dal 2016 al 2019 crescita a 178 a 270 milioni di ricavi. «Il 2020 previsto comunque di consolidamento, confermati i 240 milioni di ricavi a budget»
Alessandro Riello
Alessandro Riello

«Siamo cresciuti molto negli ultimi ultimi anni, dai 178 milioni di fatturato del 2016 ai 270 del 2019. Ed avevamo pensato a questo 2020 come ad un anno di consolidamento, con un budget prudenziale di 240 milioni, che contiamo di confermare nonostante l'emergenza Covid».

Alessandro Riello, classe 1954, è presidente e amministratore delegato della veronese Aermec Spa, fondata dal padre Giordano nel 1961, azienda con sede a Bevilacqua che produce e commercializza refrigeratori, pompe di calore, ventilconvettori, unità di trattamento aria, unità split, recuperatori di calore.

«Siamo rimasti l'unica impresa del settore guidata da una famiglia italiana - sottolinea con un certo orgoglio - e una delle sfide che portiamo avanti è proprio quella di rimanere un'azienda manifatturiera con la produzione nel nostro Paese. Gli imprenditori, a mio avviso, devono sentire il debito di riconoscenza verso il territorio, verso la gente che ha dato loro la possibilità di nascere, crescere e progredire. Non a caso negli ultimi anni abbiamo trasformato 300 contratti da tempo determinato a indeterminato, perché è solo con lo spirito di appartenenza e con la valorizzazione delle risorse umane qualificate che un'impresa può crescere».

È il 1961 quando Giordano Riello, figlio di Raffaello (uno dei fondatori della Riello Bruciatori con il padre Ettore ed i fratelli Pilade e Giuseppe) decide che è tempo di mettersi in proprio, di dedicarsi, primo in Europa, al settore dei condizionatori d'aria.

Nel nuovo marchio, che studia per diversificarsi dall'originaria attività di famiglia, c'è già anche il suo programma di espansione: se infatti "aer" sta per aria, "mec" rappresenta il Mercato comune europeo, l'antesignano di quella che è poi diventata l'Unione europea. Suo figlio Alessandro Riello, dopo aver fondato alcune aziende che producono motori elettrici e strumentazione e regolazione elettronica, rientra operativamente in Aermec nel 1996, alla fine del biennio da presidente nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria.

«Con mio padre e mia sorella Raffaella, attuale vice presidente vicario - spiega - abbiamo deciso di potenziare Aermec puntando sulla ricerca, in cui investiamo il 6% del fatturato, sull'internazionalizzazione ed entrando nella grande impiantistica. Se prima, infatti, producevamo macchine fino ai 200 kW, ci siamo spinti su grandi realizzazioni ed oggi arriviamo fino ai 4 Megawatt di potenza. Se realizzavamo allora l'85% del fatturato in Italia, oggi siamo al 55% all'estero. I conti ne hanno beneficiato e l'utile del 2019 è stato di 15 milioni, rispetto agli 8 milioni del 2018. Adesso siamo costretti ovviamente a navigare a vista ed il 2021 rappresenta una grande incognita, perché è difficile prevedere come si svilupperà la pandemia che stiamo vivendo a livello globale».

La holding di famiglia, la Giordano Riello International, cui Aermec appartiene, impiega complessivamente 1.750 collaboratori in sette stabilimenti (sei in Veneto e uno in Ungheria), con sei società estere di distribuzione ed oltre 70 distributori internazionali; mentre in Italia opera attraverso 54 agenzie di vendita e 82 servizi di assistenza tecnica. La holding ha raggiunto un fatturato aggregato di oltre 450 milioni di euro a fine 2019.

«Le prospettive? Abbiamo deciso da sempre di crescere senza ricorrere a finanziamenti esterni o alla leva finanziaria, ma reinvestendo gli utili in azienda. Una scelta che non consente forse improvvise accelerazioni, ma che salvaguarda da brutti rischi, soprattutto quando i mercati vanno in recessione, come avvenuto nel 2008 o adesso, con il Covid. Quindi siamo vigili e contiamo di poter consolidare la nostra attività, pur in un mercato globale in cui convivono player di grandi e grandissime dimensioni». --

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