Risparmi di energia nel Gruppo Pittini: forti investimenti e interventi mirati
Grazie all’importante programma di investimenti, avviato ormai 10 anni fa con il programma Zero Waste Energy, il gruppo nei suoi siti produttivi di Osoppo, Verona e SiderPotenza consuma la metà dell’energia rispetto alla media nazionale di settore. Un primato che ha consentito di attutire le conseguenze dei rincari energetici iniziati nel 2021 e andati alle stelle dopo l’esplosione del conflitto russo-ucraino

OSOPPO. Le attività di produzione e trasformazione dell’acciaio, come tutti i processi produttivi del settore siderurgico, sono caratterizzati da un elevato dispendio energetico. I forni elettrici delle acciaierie assorbono importanti quantità di elettricità, mentre quelli di preriscaldo dei laminatoi, necessari a portare a temperatura le billette prima del processo di laminazione, utilizzano grandi quantità di gas.

Nel caso del Gruppo Pittini, l’intensità energetica, vale a dire la somma dell’energia consumata in un anno è in costante riduzione grazie all’impegno che il colosso siderurgico friulano ha messo in campo ormai da più di 10 anni. Un impegno che ha dato i suoi frutti: con 3,35 GJ/ton il gruppo consuma circa la metà rispetto al valore di consumo medio del settore siderurgico nazionale, posizionando i suoi impianti – le Ferriere Nord di Osoppo, Acciaierie di Verona e Siderpotenza – tra i più efficienti in termini di consumi energetici.
Un primato che non è però stato sufficiente a mettere il gruppo al riparo dagli effetti dei rincari dell’energia seguiti all’esplosione del conflitto in Ucraina ai quali anche Pittini ha fatto fronte con fermate degli impianti nei momenti di maggior prezzo dell’energia. Una situazione limite, quella venutasi a creare in queste settimane, che non ha risparmiato nemmeno le aziende più attrezzate in termini di contenimento dei consumi e dunque anche il gruppo Pittini.

Una realtà, quella del colosso siderurgico friulano, che ha iniziato a fare i conti con la necessità di intervenire sui consumi ben prima che nelle agende nazionali e internazionali trovassero rispettivamente spazio il Piano integrato per l’energia e il clima 2030 e il Green Deal europeo a indicare con forza la via, obbligata, della decarbonizzazione delle produzioni industriali.
Con 10 anni di anticipo il gruppo Pittini ha avviato Zero Waste Energy, un programma basato su un accurato censimento di tutte le fonti e dei consumi energetici, sulla certificazione del sistema di gestione, sulla ricerca continua di ottimizzazione degli utilizzi e del recupero.
Per concretizzare questi propositi, il gruppo ha realizzato numerosi interventi di efficientamento energetico che hanno consentito di ridurre in modo importante i consumi, sia di elettricità che di metano, anno dopo anno, come certificato dal primo bilancio di sostenibilità redatto dal gruppo (riferito al 2020).

Tra gli interventi avviati nell’ultimo periodo particolarmente rilevante è la transizione da lampade tradizionali a lampade a Led, tecnologia che offre un’illuminazione ad un costo energetico inferiore. In Ferriere Nord a Osoppo sono stati installati oltre 700 corpi illuminanti, nei reparti produttivi di Siat a Gemona del Friuli sono state installate più di 200 lampade a minor consumo, 380 nella sede di Acciaierie di Verona sono stati installati circa 380 corpi illuminanti.
L’intervento complessivo garantisce un impatto energetico positivo tutt’altro che indifferente: comporta infatti un risparmio medio di ben 1,7 milioni di kWh all’anno, sufficienti a soddisfare il consumo di circa 630 abitazioni da 3-4 persone nel corso di un anno. Ma l’attività di relamping non si ferma qui: nel prossimo futuro – fa sapere l’azienda – la conversione a Led riguarderà ulteriori aree degli stabilimenti, sia a Verona che a Osoppo.

In Friuli per altro sono stati da poco installati sul magazzino Jumbo® e sul tetto della palazzina acciaieria nuovi impianti fotovoltaici, per una potenza nominale complessiva di 188kW: si aggiungono agli impianti già esistenti, che negli ultimi 10 anni hanno contribuito ad un risparmio di 4 milioni di kWh ed evitando l’emissione in atmosfera di 1,3 milioni di kg di CO2.
Tra gli interventi più significativi va ricordato anche quello del teleriscaldamento a beneficio della città scaligera, realizzato utilizzando l’acqua calda dei circuiti di raffreddamento degli impianti. Il recupero di calore degli impianti di Acciaierie di Verona permette di riscaldare oltre 700 abitazioni, risparmiando 760.000 tonnellate di gas ed evitando 1.300 tonnellate di CO2 emesse nell’atmosfera. Sempre a Verona è attivo il programma Susteel – Sustainable Steel che intende perseguire un aumento della sostenibilità ambientale.

Una componente importante di questo progetto ha visto la realizzazione di un sistema di trasferimento diretto - grazie a gallerie realizzate sottoterra - delle billette in uscita dall’acciaieria al laminatoio, che permette un risparmio energetico significativo, pari alla quantità di metano che deve essere utilizzata per il preriscaldo della billetta.
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