Rizzani de Eccher al rush finale. Si studia l’ingresso del partner
Gli istituti di credito starebbero strutturando la conversione del debito in strumenti partecipativi

Le banche al rush finale su Rizzani de Eccher, terzo general contractor italiano. Secondo alcune indiscrezioni filtrate da fonti vicine al dossier, lo storico gruppo friulano, attivo nel settore delle costruzioni, sta portando avanti le trattative per l’ingresso di un potenziale partner finanziario nel capitale. L’operazione sarebbe orientata a trasformare parte dell’esposizione debitoria che il gruppo controllato da Marco e Claudio de Eccher ha nei confronti delle banche in strumenti partecipativi.
Intesa Sanpaolo, Illimity e Bnl, nello specifico, starebbero elaborando un piano di ristrutturazione con il coinvolgimento di Europa Investimenti (EI), che fa parte del Gruppo Arrow Global, investitore, fund manager e asset manager alternativo europeo specializzato nel credito e nel real estate, con circa 80 miliardi di euro di asset. In posizione più defilata si troverebbe invece UniCredit, che sarebbe allineata in un approccio costruttivo sul dossier ma che al momento non avrebbe ancora deciso come intervenire. Secondo indiscrezioni di stampa, in parte confermate da alcune fonti, Intesa Sanpaolo, Illimity e Bnl dovrebbero conferire parte dell’esposizione debitoria di Rizzani de Eccher, che ammonterebbe in totale a circa 250 milioni, in un fondo che trasformerebbe quei crediti in strumenti di capitale.

I dettagli della struttura dell’operazione non sono noti, in quanto il negoziato è in corso. Ma l’intento sarebbe da un lato di ridurre l’esposizione del gruppo friulano, mentre dal lato banche di realizzare un derisking della posizione. Come noto infatti, gli strumenti partecipativi assorbono minor capitale e le banche italiane stanno cercando di risolvere la concentrazione di rischio nel comparto delle costruzioni, effetto anche dei grandi dossier sulle opere attivati dal Pnrr. La quota del gruppo friulano sui lavori del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al netto della partnership tra la controlla Deal e Autostrade, cuberebbe oltre 800 milioni.
L’operazione, che prevede un ulteriore alleggerimento del debito, nuova finanza e nuove linee di credito, proprio per come è stata pensata, impatterà anche sulla composizione del capitale. La famiglia de Eccher una volta completata l’operazione dovrebbe andare infatti in minoranza. Oggi il gruppo è controllato con il 50% ciascuno da Marco e da Claudio de Eccher.
L’ingresso del partner finanziario sarebbe vissuto, comunque, come un passaggio verso un percorso di trasformazione. Il gruppo di Udine ha infatti competenze e reputazione internazionale, come dimostrano molte opere iconiche, dalle metropolitane sopraelevate di Dubai al restauro del Fondaco dei Tedeschi e delle Procuratie Vecchie di Venezia, che ne farebbero un soggetto aggregatore, una volta rafforzata la struttura finanziaria.
Stando ai dati preliminari, i ricavi nel 2023 sono cresciuti a oltre 900 milioni, dai 572 del 2022, mentre il portafoglio ordini è salito da 3 a 5,1 miliardi. Le commesse hanno forte concentrazione in Europa. Tra queste si ricorda la Rail Baltica Line, che connetterà la rete ferroviaria dei Paesi baltici a quella europea, il secondo lotto della terza corsia dell’autostrada Venezia-Trieste fra Latisana e Portogruaro, il collegamento all’alta velocità fra Mestre e l’aeroporto di Venezia, l’ospedale Cattinara di Trieste, la ferrovia Palermo-Catania.
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