Rizzani de Eccher, c’è l’accordo per il piano di salvataggio. La famiglia scenderà al 33%

Depositata in Tribunale l’intesa raggiunta con i creditori. In attesa dell’omologa, il giudice ha esteso le misure di protezione per 120 giorni

Luca Piana
Portopiccolo, il recupero dell'ex cava di Sistiana (Ts) realizzato dall'azienda friulana
Portopiccolo, il recupero dell'ex cava di Sistiana (Ts) realizzato dall'azienda friulana

Lo storico gruppo di costruzioni friulano Rizzani De Eccher ha raggiunto l’accordo con le banche e gli altri creditori per dare il via al piano di rifinanziamento e uscire dalla crisi finanziaria in cui era finito nell’estate del 2023. Il verbale dell’accordo è stato depositato nei primi giorni del mese al Tribunale di Udine, assieme alla richiesta di prorogare per altri 120 giorni le misure di protezione nei confronti dei creditori, al fine di ottenere l’omologa e poter mettere in atto il salvataggio. Il Tribunale, nella persona del giudice Lorenzo Massarelli, ha dato l’assenso alla richiesta, avendo rilevato che «non vi sono elementi per ritenere che l’iniziativa di regolazione della crisi sia destinata a non giungere all’omologazione».

Se tutto andrà come è lecito attendersi, ci vorrà dunque ancora qualche settimana per passare definitamente alla fase operativa del salvataggio, mettendo in sicurezza un gruppo che gioca un ruolo cruciale nei grandi appalti del Nord Est e non solo. Per limitarsi a qualche esempio, De Eccher è impegnato nell’opera di ristrutturazione dell’ospedale Cattinara di Trieste, che procede al rallentatore proprio a causa della crisi del costruttore, nella bretella dell’Alta velocità che collegherà Mestre all’aeroporto di Venezia, nella realizzazione della linea ferroviaria siciliana Dittaino-Catenanuova, nel rifacimento delle strade statali Gallaratese - in Lombardia – e Ragusana, sempre in Sicilia.

Franco Scolari, direttore del Polo Tecnologico
Franco Scolari, direttore del Polo Tecnologico

I 146 milioni di Sagitta

La conseguenza più evidente dell’operazione sarà che i due fratelli Claudio e Marco de Eccher scenderanno in minoranza, arrivando a detenere il 33 per cento delle azioni di una holding di nuova costituzione che avrà in mano il 100 per cento del gruppo. La quota di maggioranza, il restante 67 per cento, sarà invece detenuta da un fondo specializzato nella gestione di crediti incagliati e dunque di operazioni di ristrutturazione societaria, chiamato UTP Restructuring Corporate e gestito dalla società specializzata Sagitta Sgr, che fa parte del gruppo britannico Arrow.

Il fondo di Sagitta svolgerà il ruolo di perno finanziario dell’operazione di risanamento, che ha un’ottica temporale di quattro anni e che porterà con ogni probabilità a ulteriori cambiamenti negli assetti dell’azienda di Udine, specializzata nella costruzione di ponti e viadotti e da sempre molto attiva a livello internazionale. Il fondo nell’immediato investirà quasi 146 milioni di euro. Ha già rilevato per 111 milioni una parte dei crediti vantati dalle banche – da Intesa Sanpaolo, Illimity e Bnl – e, una volta ottenuta l’omologa del tribunale, investirà 35 milioni per sottoscrivere l’aumento di capitale della nuova holding.

Il viadotto della A4 sul Tagliamento realizzato da Rizzani de Eccher
Il viadotto della A4 sul Tagliamento realizzato da Rizzani de Eccher

Nell’operazione, tuttavia, sono coinvolte numerose istituzioni finanziarie, italiane e non. L’impegno più significativo spetterà ancora a Intesa Sanpaolo, all’altro colosso bancario nazionale Unicredit e alla Sace, la società del Tesoro che svolge il compito di garantire le attività all’estero delle imprese italiane. Le modalità con cui le banche e gli altri creditori interverranno sono molto articolate, a seconda della tipologia della loro esposizione e dal tipo di strumenti che hanno scelto per dare il loro sostegno. Intesa e Unicredit, fra le altre cose, hanno assicurato un plafond di 409 milioni – 248 e rotti la prima, 160 la seconda – che serviranno per supportare il percorso di risanamento del gruppo. Sace, dal canto suo, si è impegnata a contro-garantire le garanzie rilasciate da altre istituzioni finanziarie – una misura necessaria per poter partecipare ai grandi appalti pubblici – fino a un ammontare massimo di 246 milioni. Su piani diversi, comunque, anche altre istituzioni, come Bnl, Credit Agricole, Banca Ifis - hanno definito con De Eccher accordi per partecipare al salvataggio o gestire l’esposizione che vantavano nei suoi confronti.

Uno dei passaggi cruciali della richiesta di omologa riguarda i fornitori commerciali. La società ha raggiunto un accordo con 160 di loro – oltre la metà di quelli complessivi - titolari di crediti per 96 milioni, che verranno rimborsati con rate mensili tra i 12 e i 18 mesi. Quelli che non hanno aderito, verranno invece liquidati entro 120 giorni dall’omologazione del Tribunale.

Le commesse da autostrade
Dal punto di vista industriale, la nuova De Eccher intende focalizzare la propria attività in Italia, in Europa e nell’America del Nord, riducendo la presenza o abbandonando altre aree dove ha patito perdite e contenziosi, come l’Africa e il Medio Oriente. Fa parte integrante del piano di salvataggio l’accordo raggiunto con Amplia, società di costruzioni partecipata da Autostrade per l’Italia, che permetterà al gruppo friulano di partecipare alle commesse per il rifacimento della rete autostradale gestita dal concessionario pubblico. L’accordo si muove su più piani. In primo luogo De Eccher cederà ad Amplia il 60 per cento del ramo d’azienda della controllata Deal, attivo nella progettazione di soluzioni ingegneristiche per la costruzione di ponti e viadotti. Dalla cessione incasserà 12,5 milioni, che potranno crescere con la vendita di un ulteriore 20 per cento a un investitore istituzionale «al momento individuato in Friulia Fvg». In base a questa alleanza, Amplia aprirà a De Eccher i lavori per il rifacimento della rete autostradale, per un valore di 834 milioni di euro che entro il 2038 potrà arrivare a 1,5 miliardi.

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