Robot, nuovi negozi e Stati Uniti: «I piani di Maschio Gaspardo»

L’azienda di Campodarsego ha sofferto il calo del mercato delle macchine agricole. Mirco Maschio: «Buona marginalità»

Luca Piana
Mirco Maschio nello stabilimento Maschio Gaspardo di Campodarsego
Mirco Maschio nello stabilimento Maschio Gaspardo di Campodarsego

 

La distesa di macchinari pronti alla consegna cattura l’occhio. Seminatrici, erpici rotanti, concimatrici, trinciaerba, sarchiatrici, tutte nel tradizionale colore rosso – non rosso Ferrari, ma con una sfumatura tendente all’arancione – circondano la fabbrica di Maschio Gaspardo a Campodarsego, lungo la strada che da Padova porta a Castelfranco.

«Quanto tempo restano qui?» La risposta arriva subito: «Non molto, il magazzino ruota in circa un mese. Ne produciamo 70 mila l’anno», racconta il presidente Mirco Maschio, mentre si dirige verso la portaerei delle seminatrici, un gigante da 27 metri di lunghezza. La domanda è inevitabile: se ne vendono molte di queste dimensioni? «Non si fanno grandi numeri, parliamo di circa un centinaio l’anno. Sono destinate ad aziende agricole con estensioni di terreno molto ampie», spiega.

Dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il mercato delle attrezzature agricole ha subito un rallentamento. A causa della necessità di liquidità dei due Paesi coinvolti, in Europa è stato riversato un fiume di grano a basso prezzo, mettendo fuori mercato le scorte dei produttori locali, soprattutto nell’Est Europa. «Per molti dei nostri clienti non è stato un momento semplice», sottolinea Maschio, che, insieme al fratello Andrea, vicepresidente, e all’amministratore delegato Luigi De Puppi, guida un gruppo con oltre duemila dipendenti, di cui più di 650 distribuiti tra i due stabilimenti principali nel Nord Est, a Morsano al Tagliamento e Campodarsego, ai quali se ne aggiungono altri 200 a Cadoneghe.

L’effetto guerra sul grano

Gli effetti della guerra si sono fatti sentire anche sui conti. Nel 2023, i ricavi hanno registrato una contrazione del 7,6% rispetto al 2022, attestandosi a 425 milioni di euro, un calo che si è protratto anche nel 2024 (il bilancio non è ancora stato approvato). «Anche nel 2023, però, siamo riusciti a mantenere una buona marginalità, e lo stesso è accaduto nell’ultimo esercizio», spiega Maschio. Il margine operativo lordo, infatti, tra il 2022 e il 2023 è addirittura cresciuto, passando da 65 a 69 milioni di euro. Numeri che hanno permesso al gruppo di continuare a investire e innovare per farsi trovare pronto quando il mercato globale ripartirà, prospettiva che si rafforzerebbe con un cessate il fuoco in Ucraina. «Nel mondo delle attrezzature agricole, le prospettive di crescita restano positive, e in questi anni Maschio Gaspardo ha lavorato su diversi progetti che stanno dando buoni risultati», aggiunge il presidente.

Tra i fattori che spingono il mercato - quest’anno a livello globale dovrebbe sfiorare i 200 miliardi di dollari - ci sono i cambiamenti climatici e le nuove tecnologie. Le finestre utili per la lavorazione dei terreni si stanno riducendo, rendendo necessario aumentare la resa delle colture. Questo spinge gli investimenti in macchinari tecnologicamente avanzati e più performanti. Un esempio è Icaro X4, un robot a guida autonoma che Maschio Gaspardo sta iniziando a produrre in serie dopo la fase sperimentale. Sviluppato dalla startup trevigiana Freen Green Nature, acquisita dall’azienda nel 2022, si presenta come un piccolo blindato che si muove tra i filari, aprendo due ali attraverso le quali irradia i vigneti con raggi ultravioletti UV-C. Lo scopo? Proteggere i vigneti da funghi e microrganismi con un sistema di prevenzione attiva. «Non è un trattamento curativo, ma permette di prevenire malattie tipiche della vite, come peronospora, oidio e botrite, riducendo fino al 90% la necessità di trattamenti chimici», spiega Maschio.

Il drone terrestre Icaro X4 ha aperto la strada a un secondo progetto: Leonardo X4. Qui, la telemetria per la guida autonoma sviluppata da Freen Green Nature si è integrata con le competenze di Maschio Gaspardo, dando vita a un robot capace di ridurre la necessità di manodopera, eseguire lavorazioni come il taglio sottofila e la cimatura, e trasportare attrezzi utili per la gestione del vigneto.

In campo aperto

Ma è nel campo aperto – ossia le lavorazioni dei terreni, la raccolta e la trebbiatura – che l’innovazione tecnologica può portare i risultati maggiori. Mirco Maschio mostra i cablaggi che attraversano le seminatrici e ne consentono la programmazione e l’automazione: «L’elettronica ha ormai un peso importante sul costo dei nostri attrezzi, ma al tempo stesso permette livelli di efficienza impensabili fino a pochi anni fa», osserva.

Oltre a investire in tecnologia, Maschio Gaspardo ha rafforzato la propria presenza sui mercati. A gennaio ha acquisito il suo distributore nel Benelux e nel 2023 ha stretto una partnership strategica con Grégoire Besson, azienda francese specializzata nelle attrezzature per la lavorazione del terreno. L’accordo consente di sviluppare prodotti in sinergia e aumentare la penetrazione in un mercato chiave come quello francese. Ora si guarda agli Stati Uniti, che oggi rappresentano meno del 10% del fatturato ma offrono grandi opportunità, con l’ipotesi di un’acquisizione diretta.

La Gamma in mostra

Le iniziative commerciali non si fermano qui. Un altro progetto, inaugurato lo scorso anno in Spagna, sta per arrivare anche in Italia, precisamente in Lombardia. Si tratta del “Full Line Store”, un punto vendita innovativo che valorizza la completezza della gamma. I punti vendita vengono studiati con un design accattivante, anche dal punto di vista architettonico, in modo da mettere i clienti nelle condizioni di scoprire le innovazioni di prodotto attraverso la realtà aumentata. Dopo l’Italia, il progetto si estenderà anche a Romania e Slovenia.«Nessun altro offre un assortimento così ampio di attrezzature. Vogliamo mostrare ai clienti tutte le possibilità che mettiamo a disposizione», spiega Maschio. «Sarà una sorta di showroom e, curiosamente, l’edificio che abbiamo già individuato era un concessionario di veicoli commerciali».

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